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Riscritta la storia millenaria del porto di catania, fra colate laviche, terremoti, fiumi scomparsi, guerre
30 Ago 2010 Scritto da Guido ScialpiE' stata riscritta, con alcune sorprese, la storia della lotta millenaria dei catanesi per ricostruire e spostare più volte il loro porto, seppellito da colate laviche, sconvolto da terremoti, insabbiato da fiumi scomparsi e testimone di infinite guerre: una nuova storia dei porti nati, distrutti e rifatti a Catania esce da una ricerca interdisciplinare condotta dall'archeologa Elena Flavia Castagnino Berlinghieri e dal geologo Carmelo Monaco, e pubblicata nel volume “Il Sistema Portuale di Catania Antica” presentato dagli autori alla British School of Rome.
E' uno studio di archeologia marina condotto, un po' paradossalmente, sotto strati di lava, nel sottosuolo del moderno abitato catanese e fra le sabbie di fiumi scomparsi da secoli, oltre che sui testi degli storici antichi e sulla toponomastica delle strade e piazze attuali della città che è rivelatrice di grandi strutture e antiche funzioni ormai inesistenti. Per esempio, nell'area cittadina centrale oggi denominata Porticello è da localizzare l'antico porto militare romano, identificato da un “opus pilarum” che all'epoca costituiva un'opera di difesa esterna.
I rapporti tra le antiche metropoli etrusche del Lazio, Veio, Cerveteri, Vulci, Tarquinia, e Roma vengono indagati nella mostra che il Palazzo delle Esposizioni dedica alla grande civiltà etrusca, curata da Mario Tonelli e Anna Maria Moretti.
L’esposizione, che è stata prorogata fino all’8 Marzo grazie al successo di pubblico che ha riscosso, è stata organizzata su iniziativa della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura Spettacolo e Sport con la diretta partecipazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, e si propone di far conoscere questa grande civiltà attraverso l’analisi dei suoi principali centri urbani e della loro produzione artistica.
La tecnologia del futuro per scoprire e proteggere il passato.
21 Gen 2009 Scritto da Fabrizio ZucchiniLo studio degli eventi che riguardano la storia dell’umanità e la ricerca nel settore spaziale oggi hanno un punto in comune.
L'Agenzia Spaziale Italiana e la Soprintendenza Archeologica di Pompei hanno condiviso l’opportunità di avviare un progetto pilota volto a utilizzare il sistema satellitare COSMO-SkyMed per monitorare e sorvegliare l'area archeologica di Pompei, Ercolano e Castellamare di Stabia.
La cultura egizia ed i suoi rapporti con i popoli del Mediterraneo durante il I millennio a. C.
19 Nov 2008 Scritto da Daniela RoselliniL’Egitto è universalmente noto come fulcro di grande cultura. Fino dalla dinastia 0 si è sempre ritenuto al centro del mondo registrato come diverso, strano. Nel medio regno aumenta la sua estensione nei Paesi vicini, conta sempre una maggiore presenza di Asiatici ed anche l’esercito è multietnico. Prima del Cristianesimo, la sua religione è stata la più estesa. Naturalmente la civiltà egiziana ha influenzato tutti i popoli con i quali è venuta in contatto, nelle varie epoche, ricevendone a sua volta stimoli e suggerimenti, ed è appunto di questo argomento che ha trattato il Convegno “La cultura egizia ed i suoi rapporti con i popoli del Mediterraneo durante il I millennio a. C.” L’incontro si è tenuto a S. Martino al Cimino, in provincia di Viterbo, nel prestigioso palazzo seicentesco Doria - Panphilj, nei giorni 6 e 7 novembre 2008, ed ha visto alternarsi alcuni dei più importanti egittologi del mondo, per riferire le ultime novità dello loro ricerche sul succitato periodo storico.
Gli animali e i loro simboli nella cultura popolare del Marocco
18 Feb 2009 Scritto da Veronica RoccoSi dice che il profeta Solimano avesse una moglie bellissima e che l’amasse molto. A qualsiasi richiesta della donna Solimano non diceva mai di no. Un giorno la donna disse al marito: “Desidero un palazzo costruito con le piume degli uccelli”.
Leggende del popolo Curdo
Anche se l’uomo non riusciva a scorgerli, sentiva però gli occhi della foresta puntati su di lui: gli occhi gelidi del serpente, quelli rossi e fieri del babbuino, quelli gialli e ardenti del giaguaro. Sapeva che degli occhi lo seguivano, vigili, attraverso tutta la verde parete della foresta, e non erano occhi amici, non erano occhi birboni, maliziosi; ma occhi di cacciatori come lui.
Favole dei Caraibi
Sin dalle origini l’uomo ha rappresentato gli animali, come testimoniano i cicli pittorici rinvenuti nelle grotte paleolitiche dell’Europa o la pittura rupestre del Sahara.
Il Museo Archeologico di Napoli, ricchissimo di preziose testimonianze artistiche dell’antichità, ospita, fino al 30 Marzo 2009, una splendida selezione di opere provenienti dagli scavi di Ercolano.
La mostra Ercolano. Tre secoli di scoperte, presenta al pubblico oltre 150 opere, ed è articolata in sezioni. In particolare l’atrio del Museo, dove sono state collocate le statue più imponenti e spettacolari, rivive i suoi antichi splendori.
Ercolano, insieme a Pompei e alle ville di Oplontis, è stata dichiarata dall’Unesco nel 1997 “Patrimonio dell’Umanità” perché offre una testimonianza della vita e della società romana unica nel suo genere grazie alla conservazione dovuta alle altissime temperature sviluppatesi durante l’eruzione del Vesuvio. La terribile eruzione del 79 d.C., ha infatti permesso che a noi giungesse la città nella sua interezza, nei suoi ultimi istanti di vita, come se il tempo non fosse mai trascorso.
Oh povera archeologia, anche tu sei incorsa in quest’epoca di pochismo, di false apparenze e di show-off televisivo.
Quando ti va bene programmi “pseudo-culturali” ti sfruttano per creare mistero, ti usano per collegare popoli lontani nel tempo e nello spazio; vieni persino adoperata per pubblicizzare un prodotto che nulla ha a che fare con te; fictions estive prive di trama cercano di darsi un tono intellettuale e di dare un senso alla propria storia attraverso di te. I grandi kolossal cinematografici si prendono gioco dei poemi epici trasformando momenti pieni di pathos in semplici battaglie di bighe e improbabili combattimenti di gladiatori in falsi Colossei.
Cucuteni – Trypillya La scoperta di una grande civiltà dell’antica Europa
22 Ott 2008 Scritto da Cinzia FolcarelliSviluppatasi tra il 5.000 e il 3.000 a. C. in quelle terre dove oggi si trovano Romania, Ucraina e Repubblica di Moldava, la grande civiltà di Cucuteni – Trypillya prende il nome dai due villaggi di Cucuteni, in Romania, e Trypillya, in Ucraina, dove, alla fine del XIX secolo, sono stati rinvenute le prime suppellettili ad essa riconducibili.
Un patrimonio che conserva i tesori dell’antica Mesopotamia viene restituito all’uomo, sia pure in forma virtuale: il Museo Nazionale dell’Iraq (attualmente in fase di restauro dopo i saccheggi del 2003) è ora accessibile come portale web (http://www.virtualmuseumiraq.cnr.it/) grazie al progetto realizzato dal Cnr e dal Ministero per gli Affari Esteri.
La struttura multimediale, assolutamente interattiva, ha richiesto due anni di lavoro e l’opera di oltre cento specialisti (archeologi, islamisti, informatici, tecnici del suono per curare la colonna sonora ispirata alle musiche popolari irachene) per offrire un risultato ottimizzato in 3D. Per ogni reperto sono disponibili tre opzioni: la scheda informativa-didattica, l’esplorazione tridimensionale, la contestualizzazione storico geografica attraverso un filmato.
Archeologo italiano scava nel deserto del Turkmenistan cittadella del IV° millennio a.c. e documenta misterioso delitto di 4000 anni fa
22 Mag 2008 Scritto da Guido ScialpiUna cittadella fortificata con mura ciclopiche, costruita in almeno tre fasi successive fra il 4° millennio a.C. e la fine dell’età del bronzo (1500 a.C. circa), è stata scavata dall’archeologo italiano Gabriele Rossi Osmida in un’oasi nel deserto del Karakum, nell’odierno Turkmenistan. La
campagna di scavo appena conclusa ha rivelato un grande incendio che devastò quella cittadella nella seconda fase della sua fioritura, e che Rossi Osmida non esclude possa attribuirsi ad un evento bellico: è di quel periodo (la fine del 3° millennio a.C.) l’espansione aggressiva in quella regione dell’impero akkadico, una potenza semita che dalla Mesopotamia puntava ai preziosi giacimenti di lapislazzuli della Battriana (l’odierno Afghanistan).