Ercolano, 2 millenni dopo l’eruzione

Il Museo Archeologico di Napoli, ricchissimo di preziose testimonianze artistiche dell’antichità, ospita, fino al 30 Marzo 2009, una splendida selezione di opere provenienti dagli scavi di Ercolano.
La mostra Ercolano. Tre secoli di scoperte, presenta al pubblico oltre 150 opere, ed è articolata in sezioni. In particolare l’atrio del Museo, dove sono state collocate le statue più imponenti e spettacolari, rivive i suoi antichi splendori.
Ercolano, insieme a Pompei e alle ville di Oplontis, è stata dichiarata dall’Unesco nel 1997 “Patrimonio dell’Umanità” perché offre una testimonianza della vita e della società romana unica nel suo genere grazie alla conservazione dovuta alle altissime temperature sviluppatesi durante l’eruzione del Vesuvio. La terribile eruzione del 79 d.C., ha infatti permesso che a noi giungesse la città nella sua interezza, nei suoi ultimi istanti di vita, come se il tempo non fosse mai trascorso.

Gli scavi della città iniziarono per caso all’inizio del 1700 e nel 1738 il re Carlo di Borbone diede ufficialmente inizio alle esplorazioni dei cunicoli sotterranei.
Le opere ritrovate venivano trasportate nell’Herculanense Museum, ricavato nell’ala del Palazzo Caramanico della Reggia di Portici affinché visitatori di rango e studiosi potessero ammirarli.
A questo periodo risalgono le scoperte del Teatro, della Villa dei Papiri, della Basilica Noniana e dell’Augusteum con le loro imponenti sculture trasferite nel 1822 dall’Herculanense Museum al Palazzo degli Studi a Napoli, che sarebbe diventato il Real Museo Borbonico e quindi, con l’Unità d’Italia, il Museo Archeologico Nazionale di proprietà dello Stato. Oggi, grazie a questa mostra, le opere vengono riunite insieme per essere ammirate dai visitatori.
Successivamente, fra il 1927 e il 1958, fu Amedeo Maiuri che procedette alla grandiosa e sistematica operazione di scavo a cielo aperto, al restauro delle altre opere ritrovate e alla loro esposizione nell’Antiquarium della Casa del Bel Cortile.

Tutte le opere provenienti dagli questi scavi sono rimaste a Ercolano e oggi vengono esposte insieme a quelle ritrovate negli scavi eseguiti negli ultimi venti anni, fra cui la statua loricata di Nono Balbo, gli splendidi rilievi arcaistici e la peplophoros e l’Amazzone dall’area della Villa dei Papiri.
La mostra inizia con le figure bronzee di dei, eroi e appartenenti alle dinastie imperiali, per proseguire con i ritratti delle più importanti famiglie ercolanesi che con la loro generosità contribuivano al rinnovamento e all’abbellimento della città, come Marco Nonio Balbo e la sua famiglia e Lucio Mammio Massimo. Bellissime le sculture della Villa dei Papiri, che hanno fatto di questa villa un caso eccezionale nel panorama dell’archeologia italiana, osservatorio privilegiato per la comprensione del ruolo svolto dalla cultura greca presso le classi dominanti della tarda repubblica romana.

 

Achille e Chirone, affresco, Ercolano, Augusteion

 Busto virile (Tolomeo Apione),bronzo, Ercolano, Villa dei Papiri

 

Testa mulierbe (Berenice), bronzo, Ercolano, Villa dei Papiri

 

Al primo piano del Museo troviamo gli Albi degli Augustali, liste incise sul marmo, e la ricostruzione dei corpi dei poveri ercolanesi che cercarono di sfuggire invano all’ira del Vesuvio rifugiandosi sulla spiaggia.
L’ultima sezione della mostra è dedicata ai tessuti ritrovati nel Luglio del 2007, nell’ambito dello scavo della Villa dei Papiri e dell’Insula Occidentalis, sulla terrazza del porticato adiacente al grande complesso termale. Per l’occasione vengono esposti anche tessuti provenienti da Ercolano e da Pompei, che fanno parte della raccolta del Museo, ancora sconosciuta al grande pubblico.
La mostra è accompagnata da un prezioso volume edito da Electa.

Cinzia Folcarelli


Ercolano. Tre secoli di scoperte
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
16 ottobre 2008 – 30 marzo 2009
Per informazioni: www.electaweb.com

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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