Dialogo con Archeologico...

Oh povera archeologia, anche tu sei incorsa in quest’epoca di pochismo, di false apparenze e di show-off televisivo.

Quando ti va bene programmi “pseudo-culturali” ti sfruttano per creare mistero, ti usano per collegare popoli lontani nel tempo e nello spazio; vieni persino adoperata per pubblicizzare un prodotto che nulla ha a che fare con te; fictions estive prive di trama cercano di darsi un tono intellettuale e di dare un senso alla propria storia attraverso di te. I grandi kolossal cinematografici si prendono gioco dei poemi epici trasformando momenti pieni di pathos in semplici battaglie di bighe e improbabili combattimenti di gladiatori in falsi Colossei.

E tu, archeologia, muta spettatrice, lasci correre, non parli perché sei consapevole di quanto studio, quanto lavoro, quanta fatica fisica e mentale, quanto coinvolgimento, quanto impegno e quanta passione tu necessiti per essere compresa.

Tu sei uno di quei pochi settori che riesce a coinvolgere ed unire professioni e mesterei estremamente differenti tra loro.

Sai di non essere solo l’archeologo che scava un sito con metodo scientifico o il topo di biblioteca che studia il passato sui libri.

Archeologia tu sei ovviamente la minuziosa conoscenza delle fonti storiche, della storia in generale, della ricerca sul campo del passato. Archeologia tu sei anche lo studio antropologico ed etnologico delle tradizioni, delle fonti orali…quante volte le storie dei nonni e bis-nonni su dove pascolavano le greggi hanno dato utili indizi su cavità e grotte, che spesso si sono scoperte essere tombe riutilizzate.

La toponomastica ti parla con una lingua familiare, quante cose ti possono dire i nomi di strade e località: Via dei Ruderi, Località la Torre, Zona le Grotticelle.

Mentre ti è più ostico capire le onde del geo-radar o fare le foto aeree, o peggio ancora quelle satellitarie, cosi chiedi aiuto ai tecnici specializzati. Preferisci avvalerti di architetti ed ingegneri per comprendere a fondo le tecniche di costruzione che gli antichi hanno usato per erigere i loro magnifici monumenti. Invochi a grande voce il favore degli scienziati per far fare tutte quelle strane e complicate analisi: ai biologi chiedi il DNA per determinare le diverse parentele o le migrazioni; ti consulti con veterinari e ornitologi per conoscere il preciso momento in cui è stata addomesticata quella certa specie; ai botanici invece il compito di stabilire quali piante vi fossero in quel luogo. Medici e dentisti ti sono utili per darti la soluzione a misteri a te impossibili come crani trapanati ed estirpazioni di denti, insieme decidete se si tratta di pratiche mediche o rituali sacrificali.

Ricorri persino alla polizia per identificare le impronte digitali di pittori e vasai antichi, cosi da crearti un tuo schedario da abbinare con i cataloghi stilistici.

Oh archeologia, quanto ti diverti con le nuove tecnologie!!!

La computer- graphica è di sicuro la tua preferita, tanto che l’hai addirittura messa a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, per ricostruire in virtuale le case e le strade che le fondamenta del palazzo hanno nascosti per secoli. E che dire delle microtelecamere con cui hai affascinato il mondo quando hai esplorato i cunicoli stretti e nascosti delle Piramidi e più recentemente del leggendario Lupercale sul Palatino.

Non c’è luogo in cui tu insieme alla tua allegra squadra di scienziati, tecnici ed inventori non arrivi, tanto che ti avvali di esperti nuotatori e sub per esplorare i fondali di mari e laghi, che spesso restituiscono bellissime sorprese.

Quando tutto sembra sia finito arriva il team della bellezza. I restauratori ti consolidano, ti integrano le parti mancanti, ti mettano a punto per ri-entrare al meglio in società!

Fai bene archeologia a ridere quando senti qualcuno con voce impostata e aria estremamente seria dire che le piramidi sono opera degli alieni; sei troppo Signora per mettere in ridicolo l’ignoranza delle pubblicità e delle fictions perché non hanno voluto informarsi su come si svolga uno scavo archeologico o come fossero realmente i monumenti antichi.

 

Mirta Varvesi

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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