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“Il trasporto aereo come fattore d’inquinamento ambientale e danno alla salute”
18 Feb 2009 Scritto da Antonella LittaIl problema
Nell’ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche “mordi e fuggi”. Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall’intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre più estese del pianeta.
Lo rivela uno studio condotto dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca
La riduzione anche minima dell’apporto di ossigeno al cervello, la cosiddetta ipossia, compromette risposte comportamentali e livelli di allerta, restano invece inalterate l’attenzione e il controllo sulle azioni. È quanto emerge da uno studio condotto da Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Segrate (Milano), in collaborazione con Alice Mado Proverbio del NeuroMI - Milan Center for Neuroscience e docente di Neuroscienze cognitive presso l’Università di Milano-Bicocca. L’indagine - presentata al “Society for Neuroscience 2014”, il Congresso mondiale di neuroscienze svoltosi a Washington (Usa).
“L’ipossia caratterizza diversi disturbi clinici, quali asma o lesioni cerebrali, ma anche individui sani che soggiornano ad alte quote montane”, spiega Zani. “Mentre sappiamo che l’ipossia, specie se grave, può avere effetti sulla memoria o sulla capacità di calcolo, lo studio sui sistemi di vigilanza è del tutto inedito. Per indagare l’influenza sui network cerebrali che regolano l’attenzione visuo-spaziale, un campione è stato sottoposto a due sessioni sperimentali in cui i 16 partecipanti respiravano aria impoverita di ossigeno, che simula la condizione atmosferica a circa 4.200 m di altezza. Dopo due ore ogni partecipante è stato sottoposto ad alcuni compiti: rispondere il più velocemente possibile premendo un tasto alla vista di stimoli target che comparivano in diverse zone dello spazio visivo (preceduti o meno da segnali indicatori), oppure scegliere quale tra due dita usare per la risposta a seconda dello stimolo percepito”.
Nanocubi per identificare precocemente Alzheimer e Parkinson
01 Mar 2017 Scritto da Comunicato stampa CnrIl metodo innovativo utilizza nanocristalli d’argento che, attivati con luce laser, consentono di individuare anche minime tracce molecolari di malattie neurodegenerative. Lo ha messo a punto un team, guidato dall’Ifac-Cnr di Firenze, e formato da ricercatori dell’Imm-Cnr di Catania, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Saratov (Russia). Lo studio è stato pubblicato su Acs Nano
Grazie a una tecnica innovativa è possibile identificare l’‘impronta digitale’ di proteine e biomarcatori quando sono ancora presenti in minime tracce, riuscendo così a effettuare una diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e il Parkinson. A metterla a punto, un team di ricercatori dell’Istituto di fisica applicata (Ifac-Cnr), in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), del Dipartimento di chimica e scienze geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università statale di Saratov (Russia). La ricerca è stata pubblicata su Acs Nano.
Human Connectome Project: Surface-based morphometry reveals the neuroanatomical basis of the five-factor model of personality
26 Gen 2017 Scritto da Ibfm-Cnr con nota della redazioneStudiare la 'forma' del nostro cervello può fornirci sorprendenti indizi sulla nostra personalità. La scoperta, pubblicata su Social Cognitive and Affective Neuroscience, è di un gruppo di ricerca internazionale che coinvolge l’Ibfm-Cnr, l’Università di Tor Vergata e l’Università Magna Graecia
In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica 'Social Cognitive and Affective Neuroscience', un team internazionale di ricercatori provenienti da Italia, Regno Unito e Usa (Luca Passamonti - Università di Cambridge e Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche Ibfm-Cnr; Nicola Toschi - Università Tor Vergata di Roma; Roberta Riccelli - Università Magna Græcia di Catanzaro; Antonio Terracciano - Università della Florida) ha analizzato più di 500 risonanze magnetiche cerebrali ottenute nell’ambito di 'Human Connectome Project', un’iniziativa statunitense di grandi dimensioni che ha l’obiettivo di mappare il funzionamento e la struttura del cervello umano. Nello specifico, i ricercatori hanno studiato le differenze anatomiche della corteccia cerebrale in più di 500 individui sani attraverso l’uso di tre indici: lo spessore, l’area ed il grado di girificazione o 'ripiegamento' corticale (in altre parole da quante 'fessure' e 'rigonfiamenti' è caratterizzata la superficie cerebrale). Il principale scopo dello studio era valutare come ognuna di queste misure, che caratterizzano la struttura delle diverse aree cerebrali, fosse collegata ai cinque principali tratti di personalità.
La musica che ci emoziona velocizza la memoria
22 Ott 2015 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaL’esperimento ha dimostrato che il ricordo di volti sconosciuti funziona meglio se in sottofondo c’è una musica che ci prende emotivamente. Lo studio dell’Università di Milano-Bicocca è stato pubblicato su Nature Scientific Reports.
Milano, 22 ottobre 2015 – Più veloci e efficienti a ricordare se in sottofondo c’è musica emotivamente toccante. È il risultato di un esperimento condotto dall’Università di Milano-Bicocca i cui risultati sono stati appena pubblicati su Nature Scientific Reports (“The effect of background music on episodic memory and autonomic responses: listening to emotionally touching music enhances facial memory capacity”, doi:10.1038/srep15219, autori Alice Mado Proverbio, Valentina Lozano Nasi, Laura Alessandra Arcari, Francesco De Benedetto, Matteo Guardamagna, Martina Gazzola e Alberto Zani, quest’ultimo dell’Istituto di Bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr).
Le slot machine con sembianze umane fanno perdere più soldi
22 Set 2015 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaUmanizzare le macchine da gioco porta a incrementare le giocate fino al 50% e a perdere maggiori somme di denaro. La ricerca, condotta da un team del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, è stata pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: Applied.
Milano, 21 settembre 2015 - Percepire una slot machine come un essere umano pensante porta le persone a giocare più a lungo e conseguentemente a maggiori perdite economiche: è il risultato di uno studio condotto da un team di ricerca formato da Paolo Riva, Simona Sacchi e Marco Brambilla del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Experimental Psychology: Applied.
Sette note per migliorare la capacità motoria delle persone colpite da ictus
07 Lug 2015 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaEseguire la scala musicale utilizzando una tastiera può aiutare la riabilitazione motoria nelle persone colpite da ictus. È il risultato di uno studio dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Istituto Auxologico italiano IRCCS pubblicato sulla rivista Journal of Neuropsychology.
Milano, 7 luglio 2015 – La musica può servire per aiutare le persone colpite da ictus a riacquistare le capacità motorie. Lo dimostra uno studio dell’Università di Milano-Bicocca, condotto in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano-IRCCS, pubblicato su Journal of Neuropsychology (Improving left spatial neglect through music-scale playing DOI:10.1111/jnp.12078)
Non solo orecchio. I musicisti professionisti hanno neuroni specchio specializzati
04 Set 2014 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaI musicisti professionisti sono in grado riconoscere automaticamente se un gesto musicale corrisponde perfettamente ad un suono, anche se sono distratti da altri compiti, grazie ai neuroni specchio audiovisuomotori, scoperti per la prima volta da uno studio dell’Università di Milano-Bicocca appena pubblicato su Scientific Reports.
Milano, 4 settembre 2014 – Il cervello di musicisti professionisti, che hanno studiato approfonditamente uno strumento musicale (si stima: dopo circa 10.000 ore di esercizio) e hanno interiorizzato in modo raffinato il collegamento tra gesto e suono, risponde in maniera automatica all’incongruenza tra un gesto musicale ed il suono che viene prodotto, se l’abbinamento non è perfetto.
Alzheimer, il progetto NAD Bicocca vince il Best Project Award
11 Apr 2014 Scritto da Università degli Studi di Milano – BicoccaIl premio, consegnato ieri sera ad Atene nel corso della Industrial Technologies 2014 Conference, è assegnato ai migliori progetti di ricerca dei programmi quadro dell’UE. Già a marzo il presidente della Commissione Europea Barroso, ha citato il progetto di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca tra le success story in occasione dell’ultimo Consiglio Europeo. Buono il “consuntivo” dell’Ateneo nel 7° Programma Quadro con 66 progetti vinti per oltre 21 milioni di finanziamento.
Milano, 11 aprile 2014 – Il progetto NAD (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease) dell’Università di Milano-Bicocca ha ricevuto ieri sera ad Atene il Best Project Award nella categoria progetti completati e si è classificato secondo tra i migliori progetti del 7° Programma Quadro. Il premio, viene assegnato a tre finalisti per ciascuna delle due categorie (completati e in corso) ai migliori progetti tra quelli dei programmi quadro dell’Unione Europea nel campo delle tecnologie industriali. I criteri di selezione sono, per i progetti completati, i risultati ottenuti di ricerca e in campo commerciale e, per i progetti in corso, i risultati di ricerca. Il premio è stato consegnato al professor Massimo Masserini, ordinario di biochimica nel Dipartimento di Scienze della Salute e responsabile scientifico del progetto NAD, nel corso della Industrial Technologies 2014 Conference (Foto: Clara de la TORRE Director Research and Innovation Directorate, DG Research and Innovation, European Commission, consegna il premio a Massimo Masserini).
Che le donne siano per natura più ansiose non è solo un preconcetto culturale: la dimostrazione scientifica arriva dall’Isn-Cnr di Catanzaro, in collaborazione con l’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma. Alla base di questa predisposizione sembrerebbe esserci una variante del gene 5-Httlpr implicato nella regolazione della serotonina. La ricerca è stata pubblicata su Social Cognitive and Affective Neuroscience
L’ansia è una normale emozione, che tutti gli esseri umani provano, e ha la funzione fondamentale di segnalare situazioni pericolose o spiacevoli, mediante le modificazioni fisiologiche prodotte dall’adrenalina che entra in circolo nel sangue. Entro certi livelli, dunque, l’ansia è necessaria in quanto ci consente di affrontare situazioni temute e stressanti. Se però supera certi limiti, può diventare anche la base per lo sviluppo di disturbi quali attacchi di panico e fobie. Negli ultimi anni le moderne neuroscienze hanno dimostrato che esiste una certa predisposizione nell’essere ansiosi: in particolare, una variante del gene 5-Httlpr, che regola l’espressione della serotonina, causa al soggetto portatore un aumento della quantità di questo neurotrasmettitore, capace di modulare i comportamenti emotivi.