Il Best Project Award è l’ultimo degli importati riconoscimenti ottenuti dal progetto NAD. Tre settimane fa, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, ha citato il NAD tra le storie di successo nella relazione «Horizon 2020: boosting industrial competitiveness, pg.6» che ha presentato ai capi di governo riuniti nel vertice del Consiglio europeo del 20-21 marzo.
«Il progetto NAD – ha spiegato il professor Masserini - ha realizzato nanoparticelle che hanno dato eccellenti risultati su modelli animali della malattia di Alzheimer, e lasciano sperare un loro possibile effetto positivo anche sull'uomo. Naturalmente, la dimostrazione di questa ipotesi richiederà ulteriori investimenti sia sperimentali che economici».
Il progetto NAD, concluso ufficialmente il 31 agosto 2013, è un progetto di ricerca multidisciplinare che aveva l’obiettivo di diagnosticare e curare la malattia di Alzheimer. La ricerca, finanziata dal 7° Programma Quadro dell’Unione Europea, ha avuto un costo totale di 14,6 milioni di euro. All’Università di Milano-Bicocca, capofila del progetto, è stata destinata una quota di 3,8 milioni di euro per le attività di organizzazione e coordinamento della ricerca. La ricerca, svolta nell’ambito della nanomedicina, settore di ricerca innovativo che unisce competenze mediche e tecnologiche, ha portato a progettare e brevettare nanoparticelle lipidiche (nanoliposomi), di dimensioni dell’ordine di miliardesimi di metro, capaci di superare la barriera emato-encefalica e di rimuovere il peptide beta-amiloide, una molecola che si deposita in grandi quantità nei cervelli dei malati di Alzheimer.
Il trattamento con nanoparticelle, somministrate a modelli animali della malattia, riduce le placche di beta-amiloide accumulato nel cervello, e induce il recupero delle normali funzioni cognitive, misurate tramite test comportamentali. Questi risultati aprono la possibilità di usare nell’uomo queste nanoparticelle per la cura della malattia di Alzheimer. Il progetto NAD rientra tra i 66 bandi di progetto vinti dall’Università di Milano-Bicocca nell’ambito del 7° Programma Quadro dell’Unione Europea (appena conclusosi e sostituito dal nuovo programma Horizon 2020) per un finanziamento complessivo di oltre 21 milioni di euro.
«Per il nostro Ateneo – dice Gianfranco Pacchioni, prorettore alla Ricerca dell’Università di Miloano-Bicocca - è motivo di particolare soddisfazione aver raggiunto risultati eccellenti nell'ambito del 7° Programma Quadro sia sul piano qualitativo, come dimostrato dall'importante riconoscimento al progetto NAD nel campo della nanomedicina, sia sul piano quantitativo, con quasi 70 progetti approvati, tra i quali alcuni prestigiosi progetti dello European Research Council».
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