Nei 30 Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo, Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae continuano a mostrare un aumento delle percentuali di resistenza alle cefalosporine di 3a generazione, ai fluorochinoloni e agli aminoglicosidi, con fenomeni spesso combinati tra loro a generare batteri multi-resistenti. Una situazione aggravata dal diffondersi delle resistenze ai carbapenemi (antibiotici di ultima risorsa per trattare infezioni da batteri multi resistenti), soprattutto in K. pneumoniae (nel 2015 la percentuale media dei ceppi resistenti è stata dell’8,1%). Per quanto riguarda i batteri gram-positivi, la Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Meticillin-resistant Staphylococcus aureus - Mrsa) rappresenta una priorità di salute pubblica nonostante la sua diffusione mostri un trend in diminuzione, passando dal 18,8% del 2012 al 16,8% del 2015. Sono alcuni dei dati del “Antimicrobial resistance surveillance in Europe 2015” (pdf 10 Mb), pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) a gennaio 2017, che presenta i dati 2015 e il trend 2012-2015. Per maggiori informazioni consulta anche la pagina sulla diffusione delle antiobiotico resistenze in Europa.

 

Ricercatori Ibfm-Cnr, in collaborazione con la Federazione italiana cuochi, hanno analizzato per la prima volta, tramite risonanza magnetica e test neuropsicologici, il cervello degli head Chef. Ne emergono fenomeni di plasticità neurale e particolari abilità motorie e cognitive legati alla dimensione della brigata squadra da coordinare in cucina. Lo studio è pubblicato su Plos One. Anche gli chef, come già provato per i musicisti e gli alpinisti, presentano un cervelletto più sviluppato rispetto alle persone che svolgono altri lavori. A rivelarlo uno studio dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Catanzaro pubblicato sulla rivista Plos One. I ricercatori si sono chiesti se il lavoro di direzione di cucina possa produrre un iper-sviluppo cerebrale e rendere più abili e veloci: le attività che richiedono un continuo aggiornamento e perfezionamento delle capacità acquisite nel tempo sono infatti di fondamentale interesse scientifico.

Dj Fabo

Il nuovo Welby era il simbolo dell’Associazione Luca Coscioni nella battaglia per una legge sul fine vita, ancora assente in Italia. È morto questa mattina in una clinica Svizzera, costretto all’esilio per liberarsi da una condizione di vita insopportabile. Tre i suoi appelli al Parlamento accolti con altrettanti silenzi e inspiegabili rinvii della discussione sul biotestamento in Aula. Dichiarazione Marco Cappato e Filomena Gallo, a nome dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica . “Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”, annuncia Marco Cappato su Twitter.

foto di dj fabo

Il Parlamento continua ad ignorare gli appelli del  Dj cieco e tetraplegico divenuto simbolo di una battaglia coraggiosa e per la libertà di tutti: “Schiavi di uno Stato che ci costringe ad andare all’estero per liberarci da una tortura insopportabile e infinita” E sono tre: terzo rinvio per l’entrata in aula della legge sul Biotestamento, il cui inizio dei lavori alla Camera era atteso prima a fine gennaio, poi il 20 febbraio, poi il 27, e ora è stato spostato ulteriormente ai primi di marzo.

Il team internazionale guidato dai ricercatori dell’Igb-Cnr ha svelato l’importanza di questi metaboliti nel destino delle cellule staminali embrionali. La scoperta, pubblicata su Stem Cell Reports può portare a risvolti applicativi importanti in campo oncologico e nella medicina rigenerativa

 

Vitamine e aminoacidi ricoprono un ruolo fondamentale nelle alterazioni epigenetiche, ossia nei meccanismi cellulari coinvolti nello sviluppo di malattie come il cancro. La scoperta, che promette risvolti applicativi in campo oncologico, arriva da un team internazionale coordinato dall’Istituto di genetica e biofisica 'A. Buzzati-Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, che ha coinvolto gli Istituti Cnr di chimica biomolecolare (Icb-Cnr) e di applicazioni del calcolo (Iac-Cnr), la Radboud University, Nijmegen (Olanda) e University of California, San Francisco (Usa). Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports.

 

 

Immagini: (Sinistra) Modello molecolare del farmaco (in grigio) in interazione con alcune strutture della proteina disordinata (in verde e arancio); (Centro) Diminuzione 'in vitro' della proliferazione delle cellule tumorali con l'uso del farmaco, comparata con l’uso di due tipici farmaci chemioterapici, o in assenza di trattamento. (Destra) Diminuzione 'in vivo' della crescita del tumore con l’uso del farmaco (dose di 10 mg/kg), comparata con una dose ridotta o in assenza di trattamento.

Da un farmaco antipsicotico nuove speranze contro il tumore al pancreas Il carcinoma del dotto pancreatico è il più comune tumore che colpisce questa ghiandola. Le sue percentuali di guarigione sono minime, non solo a causa delle difficoltà di una diagnosi precoce, ma anche per l’assenza di un trattamento farmacologico specifico. Nuove speranze giungono da uno studio pubblicato su Scientific Reports dall’Istituto di nanotecnologia del Cnr, sede di Rende (Cs), in collaborazione con un team di ricercatori francesi e spagnoli. Una molecola utilizzata da tempo per curare gli stati d’ansia si è rivelata utile ad interferire nell’attività di una proteina a struttura disordinata, coinvolta nei processi di sviluppo del tumore al pancreas

 

 

La Fondazione Grigioni finanzia uno studio sulle coppie di gemelli di cui almeno uno sia affetto da Malattia di Parkinson, parkinsonismi o sindromi simili.

I gemelli uguali (monozigoti) rappresentano un modello biologico straordinario: da un punto di vista genetico, due gemelli monozigoti sono assolutamente identici. Anche i gemelli diversi (dizigoti), tuttavia, sono molto preziosi. Capire e studiare le differenze che hanno provocato la Malattia di Parkinson solo in uno di due gemelli (o, in altri casi, in tutti e due) consentirebbe probabilmente di scoprire la cause della malattia.

 

 

Mercoledi 8 febbraio si svolgerà il terzo appuntamento con ENEA per la Salute. L'incontro sarà focalizzato sul contributo dell’ENEA per lo sviluppo e la progettazione di tecnologie per la diagnosi e la cura dei tumori.

 

Nel corso della giornata verrà inoltre presentato  il progetto TOP-IMPLART, un innovativo impianto d’irraggiamento con protoni per la cura dei tumori, che ENEA sta realizzando in collaborazione con altri istituti di ricerca (ISS, IFO). Saranno descritte sia le attività relative alla costruzione dell’acceleratore che le attività condotte per la caratterizzazione biologica e l’ottimizzazione di protocolli terapeutici nonché  le loro prospettive cliniche.

Ricercatori di Isasi-Cnr svelano un’innovativa e originale possibilità di individuazione di cellule malate nel sangue, che resterebbero nascoste alle attuali tecniche. Il risultato è pubblicato su una rivista del gruppo Nature, Light: Science and Applications. L’efficacia è stata dimostrata anche nel riconoscimento dei potenziali contaminanti delle acque

Una delle maggiori sfide della medicina moderna è la diagnosi precoce di malattie tumorali, poiché un intervento tempestivo aumenta sensibilmente le probabilità di guarigione. Una ricerca condotta da un team di giovani ricercatori, svolta a Pozzuoli presso l’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche (Isasi-Cnr) in collaborazione con il Consorzio Ceinge-biotecnologie avanzate, di cui fa parte l’Università di Napoli Federico II, svela una nuova e originale tecnica applicabile all’identificazione di cellule estranee circolanti all’interno del flusso sanguigno, le cosiddette Ctc (Circulating Tumor Cells). La ricerca è stata pubblicata su Light: Science and Applications, rivista del gruppo Nature.

 

Il sangue è composto da milioni di cellule quali globuli rossi, bianchi, piastrine, linfociti. La diagnostica di malattie del sangue viene eseguita tramite l’emocromo, che fornisce parametri statistici sulle cellule esaminate come il volume cellulare, l’emoglobina, ecc. Per ottenere informazioni morfologiche è però necessario studiare al microscopio lo striscio di sangue, che restringe l’analisi a una piccola parte delle cellule e inoltre è ‘soggettivo’, dipendendo dall’interpretazione del medico che studia l’immagine. I risultati ottenuti e descritti nella pubblicazione dimostrano la possibilità di effettuare una cito-tomografia in flusso su campioni liquidi su tecnologia microfluidica o moce (Lab-on-a-Chip).

 

“Questa nuova tecnica di tipo interferometrico, basata sull’olografia digitale, consente di analizzare anche milioni di cellule mentre scorrono in un canale microfluidico fornendo parametri quali l’emoglobina, al pari del classico emocromo. Inoltre è in grado di analizzare ogni singola cellula praticamente in tempo reale, ricostruendone l’immagine tridimensionale con una accuratezza senza precedenti”, spiegano gli autori Francesco Merola, Lisa Miccio, Pasquale Memmolo e Martina Mugnano di Isasi-Cnr. “In questo modo è possibile identificare cellule rare, sintomo precoce di eventuali patologie, che passerebbero inosservate a un’analisi tradizionale. La chiave della tecnica sta nello sfruttare la rotazione di 360° delle cellule mentre scorrono nel canale, questo ci consente di ricostruire la struttura tridimensionale di ogni cellula fino a dimensioni di millesimi di millimetro”.

 

Lo studio ha consentito di ottenere una tomografia di globuli rossi da pazienti con diverse forme di anemie, identificandole con precisione assoluta. “Grazie alla particolare accuratezza di questa tecnica di imaging ottico, anche la più piccola variazione morfologica rispetto al globulo rosso sano può essere rivelata, riconoscendo velocemente e oggettivamente l’eventuale malattia connessa: una sorta di biopsia liquida”, conclude Achille Iolascon del Ceinge, ordinario di genetica medica dell’Università Federico II. “Tramite questa tecnica sarà possibile studiare qualsiasi tipo di cellula, non solo quelle del sangue”, conclude Pietro Ferraro, direttore di Isasi-Cnr. “Infatti - grazie al contributo dei colleghi dell’Istituto di chimica biomolecolare (Icb-Cnr) - la validità è stata confermata anche con le diatomee, alghe cui si deve la produzione di oltre il 20% dell’ossigeno dell’intero pianeta, la cui presenza negli oceani è un importantissimo segnale di salute degli ecosistemi. I cloroplasti, gli elementi delle diatomee responsabili della fotosintesi, sono estremamente sensibili ai contaminanti presenti nell’acqua marina e la tecnica permette di ottenerne la forma completa tridimensionale, fornendo informazioni su un’eventuale contaminazione”.

 

Il team interdisciplinare di ricercatori - costituito da fisici, ingegneri, biologi e chimici – ha ottenuto un risultato che potrà avere un forte impatto sulla diagnostica oncologica. Questa prima tomografia completa in flusso continuo apre la strada alla possibilità di trovare ‘l’ago nel pagliaio’, ovvero le cellule tumorali circolanti, primissimo segnale premonitore di metastasi finora inafferrabile.

 

 

 

Roma, 19 gennaio 2017

 

 

Sono le sostanze ‘sconosciute’ usate da oltre 50 mila ragazzi, assieme agli psicofarmaci assunti senza prescrizione medica, soprattutto dalle ragazze, la preoccupante novità del consumo di droghe, che coinvolge circa 700 mila studenti italiani di 15-19 anni. A dirlo, lo studio dei ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr ESPAD®Italia 2014. Cresce il consumo di cannabis, che resta la sostanza psicoattiva più diffusa e per la quale aumentano i consumatori abituali, la cocaina è meno usata e l’eroina è stabile

Circa 54mila studenti delle scuole medie superiori, il 2,3% dei 15-19enni, nel 2014, hanno assunto sostanze psicotrope senza sapere cosa fossero. È la punta forse più inquietante dell’iceberg che nasconde oltre 600mila adolescenti che hanno consumato cannabis, 60mila cocaina, 27mila eroina e circa 60mila allucinogeni e stimolanti. I dati sono emersi dallo studio dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), ESPAD®Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs,), condotto nel 2014 come ogni anno dal 1999.“La novità dello studio, che ha coinvolto 30mila studenti di 405 istituti scolastici superiori italiani, riguarda proprio il numero significativo di ragazzi che utilizzano sostanze senza conoscerle né sapere quali effetti procurano”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e responsabile dello studio. “Il 56% circa di questi 54mila ha assunto senza sapere cosa fossero sostanze per non più di 2 volte, ma il 23% di essi ha ripetuto l’esperienza più di 10 volte. Il 53% di questi studenti ha utilizzato un miscuglio di erbe sconosciute, che si presentavano per il 47% in forma liquida e per il 43% sotto forma di pasticche o pillole. Questo consumo ‘alla cieca’ coinvolge il 3% dei maschi e poco meno del 2% delle ragazze, soprattutto tra coloro che hanno utilizzato anche altre sostanze illecite diverse”.

 

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