L’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
inaugura l’anno accademico 2009-2010

Con l’approssimarsi delle celebrazioni per il 150°anniversario dell’unità d’Italia, l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria ha voluto dedicare al tema ‘Goffredo Mameli e la Repubblica Romana del 1849’ la cerimonia inaugurale dell’Anno Accademico 2009-2010 (nell’ottantanovesimo anno  dalla sua Fondazione) che si è tenuta il 18 marzo a Roma presso la Sala Alessandrina, all’interno del Museo storico dell’Arte Sanitaria del Complesso Monumentale di Santo Spirito.

Per l’occasione è stata data anche adeguata sistemazione ad un cimelio, da tempo in possesso del Museo, rappresentato dalla lastra di marmo sulla quale fu deposto il corpo esanime di Goffredo Mameli, deceduto in seguito all’amputazione di una gamba per una ferita ricevuta durante la battaglia per la Repubblica Romana.  

Sin dalla sua fondazione, nel 1920, l’Istituto Storico Italiano dell’Arte Sanitaria’, poi ‘Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria’, si è particolarmente dedicato non solo ad accrescere e valorizzare la raccolta del museo, dell’archivio e della biblioteca già esistenti, ma anche alla pubblicazione degli atti e memorie dell’Accademia.

L’Università di Milano-Bicocca coordina una ricerca europea per lo studio del ruolo del recettore umano TLR4 in patologie infettive, infiammatorie e autoimmuni. Obiettivi: lo sviluppo di nuovi farmaci e la formazione interdisciplinare di giovani ricercatori europei. Lo studio fa parte di Horizon2020 ed è stato finanziato con oltre 3 milioni di euro.

 

Milano, 29 settembre 2014 – L’Università di Milano-Bicocca sarà capofila nel progetto europeo “Toll-Like Receptor 4 activation and function in diseases: an integrated chemical-biology approach - TOLLerant” con l’obiettivo di studiare il ruolo del recettore umano TLR4 e la sua azione in patologie di tipo infettivo, infiammatorio e autoimmune, e di concludere la fase preclinica della sperimentazione di nuovi farmaci.

Lotta alle ICA

31 Ago 2009 Scritto da

Ica, una sigla poco conosciuta che ricorda quella di una nota marca svedese di mobili, leader del fai da te, in realtà le ICA niente hanno a che fare con i mobili. Questo acronimo si riferisce alle Infezioni correlate all’assistenza. Si tratta di infezioni contratte in ospedale o in ambiti assistenziali correlabili con l’episodio assistenziale stesso cioè non presenti precedentemente. Solitamente interessano i pazienti, anche se talvolta possono coinvolgere gli operatori sanitari.Tra i fattori principali di rischio, oltre l’accesso diretto dei microrganismi ad aree del corpo normalmente sterili e la loro moltiplicazione, facilitata dalla presenza di alcune condizioni che risultano ottimali , vi è la contaminazione da parte delle mani del personale. La serietà del problema a livello mondiale è ormai nota e desta preoccupazione sempre crescente la progressiva selezione di ceppi microbici ogni volta più resistenti agli antibiotici.

"Niente è così forte come una idea il cui tempo è venuto" Victor Ugo

Si è tenuto a Milano, il 26/11/2010, presso il Centro Congressi FAS un convegno scientifico internazionale sui test di tossicità del XXI secolo ed i metodi alternativi. Il convegno ha riunito ricercatori di grande rilievo e ha fatto il punto, dopo molto tempo, delle possibilità di impiego di metodi alternativi all'uso degli animali.

Il fatto scientifico fondamentale è stato la valutazione dell'efficacia di questi metodi. Non si può sottovalutare il fatto che i cittadini siano sottoposti a un cocktail di sostanze tossiche che pongono la società di fronte al problema di difendere la salute, ma anche di ridurre i costi, i tempi di ricerca e le sofferenze degli animali impiegati nella ricerca.

Il problema
Nell’ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante  crescita, soprattutto per quanto riguarda  il settore del  trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche “mordi e fuggi”.  Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall’intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in  aree sempre più estese del pianeta.

Lo rivela uno studio condotto dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca

La riduzione anche minima dell’apporto di ossigeno al cervello, la cosiddetta ipossia, compromette risposte comportamentali e livelli di allerta, restano invece inalterate l’attenzione e il controllo sulle azioni. È quanto emerge da uno studio condotto da Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Segrate (Milano), in collaborazione con Alice Mado Proverbio del NeuroMI - Milan Center for Neuroscience e docente di Neuroscienze cognitive presso l’Università di Milano-Bicocca. L’indagine - presentata al “Society for Neuroscience 2014”, il Congresso mondiale di neuroscienze svoltosi a Washington (Usa).

“L’ipossia caratterizza diversi disturbi clinici, quali asma o lesioni cerebrali, ma anche individui sani che soggiornano ad alte quote montane”, spiega Zani. “Mentre sappiamo che l’ipossia, specie se grave, può avere effetti sulla memoria o sulla capacità di calcolo, lo studio sui sistemi di vigilanza è del tutto inedito. Per indagare l’influenza sui network cerebrali che regolano l’attenzione visuo-spaziale, un campione è stato sottoposto a due sessioni sperimentali in cui i 16 partecipanti respiravano aria impoverita di ossigeno, che simula la condizione atmosferica a circa 4.200 m di altezza. Dopo due ore ogni partecipante è stato sottoposto ad alcuni compiti: rispondere il più velocemente possibile premendo un tasto alla vista di stimoli target che comparivano in diverse zone dello spazio visivo (preceduti o meno da segnali indicatori), oppure scegliere quale tra due dita usare per la risposta a seconda dello stimolo percepito”.

Il metodo innovativo utilizza nanocristalli d’argento che, attivati con luce laser, consentono di individuare anche minime tracce molecolari di malattie neurodegenerative. Lo ha messo a punto un team, guidato dall’Ifac-Cnr di Firenze, e formato da ricercatori dell’Imm-Cnr di Catania, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Saratov (Russia). Lo studio è stato pubblicato su Acs Nano

 

Grazie a una tecnica innovativa è possibile identificare l’‘impronta digitale’ di proteine e biomarcatori quando sono ancora presenti in minime tracce, riuscendo così a effettuare una diagnosi precoce di malattie neurodegenerative, quali l’Alzheimer e il Parkinson. A metterla a punto, un team di ricercatori dell’Istituto di fisica applicata (Ifac-Cnr), in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), del Dipartimento di chimica e scienze geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università statale di Saratov (Russia). La ricerca è stata pubblicata su Acs Nano.

Studiare la 'forma' del nostro cervello può fornirci sorprendenti indizi sulla nostra personalità. La scoperta, pubblicata su Social Cognitive and Affective Neuroscience, è di un gruppo di ricerca internazionale che coinvolge l’Ibfm-Cnr, l’Università di Tor Vergata e l’Università Magna Graecia

In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica 'Social Cognitive and Affective Neuroscience', un team internazionale di ricercatori provenienti da Italia, Regno Unito e Usa (Luca Passamonti - Università di Cambridge e Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche Ibfm-Cnr; Nicola Toschi - Università Tor Vergata di Roma; Roberta Riccelli - Università Magna Græcia di Catanzaro; Antonio Terracciano - Università della Florida) ha analizzato più di 500 risonanze magnetiche cerebrali ottenute nell’ambito di 'Human Connectome Project', un’iniziativa statunitense di grandi dimensioni che ha l’obiettivo di mappare il funzionamento e la struttura del cervello umano. Nello specifico, i ricercatori hanno studiato le differenze anatomiche della corteccia cerebrale in più di 500 individui sani attraverso l’uso di tre indici: lo spessore, l’area ed il grado di girificazione o 'ripiegamento' corticale (in altre parole da quante 'fessure' e 'rigonfiamenti' è caratterizzata la superficie cerebrale). Il principale scopo dello studio era valutare come ognuna di queste misure, che caratterizzano la struttura delle diverse aree cerebrali, fosse collegata ai cinque principali tratti di personalità.

L’esperimento ha dimostrato che il ricordo di volti sconosciuti funziona meglio se in sottofondo c’è una musica che ci prende emotivamente. Lo studio dell’Università di Milano-Bicocca è stato pubblicato su Nature Scientific Reports.

 

Milano, 22 ottobre 2015 – Più veloci e efficienti a ricordare se in sottofondo c’è musica emotivamente toccante. È il risultato di un esperimento condotto dall’Università di Milano-Bicocca i cui risultati sono stati appena pubblicati su Nature Scientific Reports (“The effect of background music on episodic memory and autonomic responses: listening to emotionally touching music enhances facial memory capacity”, doi:10.1038/srep15219, autori Alice Mado Proverbio, Valentina Lozano Nasi, Laura Alessandra Arcari, Francesco De Benedetto, Matteo Guardamagna, Martina Gazzola e Alberto Zani, quest’ultimo dell’Istituto di Bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr).

Umanizzare le macchine da gioco porta a incrementare le giocate fino al 50% e a perdere maggiori somme di denaro. La ricerca, condotta da un team del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, è stata pubblicata sul Journal of Experimental Psychology: Applied.

Milano, 21 settembre 2015 - Percepire una slot machine come un essere umano pensante porta le persone a giocare più a lungo e conseguentemente a maggiori perdite economiche: è il risultato di uno studio condotto da un team di ricerca formato da Paolo Riva, Simona Sacchi e Marco Brambilla del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Experimental Psychology: Applied.

 

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