"Il ragazzo era in lista per il trapianto - racconta Giorgio Rossi, direttore di Chirurgia Generale e Trapianti di Fegato del Policlinico di Milano e professore di Chirurgia all'Università degli Studi di Milano - ma questo significava dover attendere che una persona sana morisse e diventasse donatore. Gianluca aveva capito che anche lui poteva fare la sua parte, e da subito aveva manifestato con forza la volontà di diventare a sua volta un donatore e salvare la vita a qualcuno. Una disponibilità ancora più importante, dato che il suo gruppo sanguigno B è raro, e di donatori come lui non ce ne sono tanti".
Il 17 marzo viene individuato un fegato compatibile, e la macchina del Policlinico si mette in moto: alle 6 del mattino si aprono le sale operatorie per fare 3 interventi uno di seguito all'altro: prelevare il fegato da Gianluca, trapiantare il fegato nuovo, e allo stesso tempo trapiantare il fegato di Gianluca in Federico, un altro paziente in lista d'attesa per un organo. Un solo fegato donato che salva così due vite.
Saranno necessarie oltre 18 ore per completare tutti gli interventi: all'una di notte del 18 marzo l'equipe coordinata dal professor Rossi termina la sua maratona chirurgica. "Tutto si è svolto senza alcun intoppo nonostante la pandemia da Covid-19 e tutte le complicazioni che ne conseguono. Nelle sale operatorie - commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano - sono stati coinvolti oltre 40 professionisti, con l'appoggio dell'intero Ospedale: non si può realizzare un risultato del genere senza un'organizzazione capace di coordinare numerose Unità operative tra loro e in completo raccordo con le strutture regionali e nazionali. Sapere che quella di Gianluca e Federico è una storia a lieto fine è il migliore ringraziamento per l'impegno che mettiamo in campo ogni giorno per i nostri pazienti".
In tutto, oltre ai chirurghi guidati da Giorgio Rossi, è stato necessario coordinare ogni dettaglio con la Rianimazione e Terapia intensiva, la Gastroenterologia ed Epatologia, la Radiologia, il Laboratorio Centrale, la Direzione delle Professioni Sanitarie, il Centro Trasfusionale e il Malattie Rare Center del Policlinico, oltre che con l'Azienda Regionale Emergenza Urgenza di Regione Lombardia, la Centrale operativa del Centro Nazionale Trapianti e con il Coordinamento Trapianti del Nord Italia Transplant program. Significa aver coinvolto e organizzato il lavoro di centinaia di persone in poche ore, in perfetta sincronia.
Oggi Gianluca e Federico sono a casa, e anche questa volta tutto è andato bene. Ma, a ridosso della Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti prevista per l'11 aprile, gli esperti sottolineano una realtà fondamentale: senza donatori nessun trapianto è possibile. Anche per questo, e per tutte le storie a lieto fine, è importante diffondere sempre più il messaggio che la donazione è vita.