Redazione

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C'era anche il WWF nelll'Expedition Guaviare 2021, nella quale 20 ricercatori hanno intrapreso un viaggio di dieci giorni per effettuare una prima caratterizzazione biologica di una specifica sezione del fiume Guaviare (principale affluente dell'Orinoco) e verificare la presenza dei suoi delfini di fiume.
Durante la spedizione, e con la guida della Fondazione Omacha, i ricercatori hanno osservato 188 delfini del Rio delle Amazzoni, insieme a circa 200 specie di piante, 74 specie di pesci, 9 di anfibi, 2 di rettili e 5 di pipistrelli. Sono stati raccolti inoltre oltre 300 campioni di macroinvertebrati d’acqua dolce.
"È molto importante continuare gli sforzi per ampliare la nostra conoscenza dei delfini di fiume e sviluppare azioni che garantiscano la loro conservazione e quella dei loro habitat", ha detto Saulo Usma, specialista acque dolci del WWF Colombia, che ha guidato la spedizione.


È stata presentata oggi alle imprese del territorio CO2 Circle Lab - CCL, nuova infrastruttura di ricerca congiunta di Politecnico di Torino e Istituto Italiano di tecnologia (IIT), che risponde alla necessità di sviluppo e innovazione tecnologica in grado di alimentare modelli di produzione, e di gestione dei materiali e dell’energia, ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ecologica.

L’anidride carbonica è un rifiuto delle nostre attività quotidiane che contribuisce in larga misura al problema del riscaldamento globale. Ma la CO2 può essere trasformata da problema a risorsa. È infatti possibile recuperare il carbonio della molecola di CO2 e riutilizzarlo per ottenere prodotti sintetici, combustibili, materiali, sostanze chimiche per la fertilizzazione del suolo, l’alimentazione degli animali e la cura della persona. È possibile realizzare questo processo in modo sostenibile: l’utilizzo del carbonio ha bisogno dell’idrogeno come partner chimico e sia l’idrogeno che la trasformazione della CO2 possono essere ottenuti attraverso diversi processi (elettrochimico, termochimico, fotochimico e biologico) usando energia rinnovabile. CO2 Circle Lab offre attrezzature d’avanguardia per il recupero, l’accumulo e il riutilizzo delle emissioni di diossido di carbonio attraverso tutti e quattro questi processi.


Researchers at the University of Tsukuba show that in non-alcoholic fatty liver disease, regimented exercise has beneficial effects on the liver that are unrelated to weight loss, and they reveal the mechanisms underlying these benefits

Non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD) is the most common liver disorder worldwide, affecting as much as a quarter of humanity. It is characterized by fat accumulation in liver cells and may progress to inflammation, cirrhosis and liver failure. Now, researchers at the University of Tsukuba reveal the positive effects, beyond the expected weight-loss benefit, of exercise on the liver.

NAFLD is associated with unhealthy behaviors such as overeating and a sedentary lifestyle. In Japan 41% of middle-aged men have NAFLD and 25% will progress to non-alcoholic steatohepatitis (NASH) and hepatic dysfunction.

Weight reduction is fundamental to NAFLD management. Unfortunately, achieving a targeted bodyweight without supervision is difficult, and maintaining this over time even more so. Hitherto, exercise was considered adjunctive to dietary restrictions for weight loss but the other benefits such as reduced hepatic steatosis (fatty change) and stiffness are being increasingly recognized. However, the underlying mechanisms remain unclear.


I rifiuti di plastica e microplastica nell'oceano stanno aumentando nelle aree estreme mentre sono stabili sulle coste più antropizzate, nonostante le previsioni di aumento complessivo. Segno della necessità di studiare meglio i fenomeni di provenienza, degrado e spostamento di questi rifiuti, dovuti anche ad azioni in apparenza innocue, come il lavaggio di capi di abbigliamento. Se ne parla in una review internazionale a cui ha partecipato l’Istituto di scienze polari del Cnr, pubblicata su Microplastics and Nanoplastics
Il trend e il ciclo dei rifiuti di materiali plastici riversati nell'ambiente marino rimangono ancor oggi importanti domande senza risposta. Infatti, sebbene sia acclarato che vaste quantità di plastica entrano nell'oceano ogni anno, insieme ad altri rifiuti, rimane difficile valutare le tendenze effettive del loro flusso, poiché non ci sono stime affidabili né per la quantità sedimentata nel fondo marino, né per l'input di microplastiche che avviene attraverso la deposizione atmosferica. Inoltre, le fonti di provenienza sono troppo numerose e ancora non del tutto definite. Una review di un team internazionale a cui ha partecipato l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) pubblicata su Microplastics and Nanoplastics mette ora in luce le tendenze a livello globale di questi rifiuti.


Pubblicati sulla rivista PLOS ONE i risultati dell’indagine IO CONTO 2020 condotta fra studenti e dipendenti di alcuni atenei italiani tra cui Pisa


Se durante il lockdown dello scorso anno le persone avessero potuto mantenere gli stessi livelli di attività motoria, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione. È questo il risultato più rilevante dell’indagine “IO CONTO 2020” condotta fra studenti e dipendenti delle università di Pisa, Firenze, Torino, Genova e Messina ora pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, nell’articolo “Psychological distress in the academic population and its association with socio-demographic and lifestyle characteristics during COVID-19 pandemic lockdown: results from a large multicenter Italian study.”
Lo studio, coordinato dall’Università di Pisa (Laura Baglietto, Marco Fornili e Davide Petri del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e Carmen Berrocal del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica), ha consentito di raccogliere informazioni relative allo stile di vita della popolazione universitaria durante il lockdown tra aprile e maggio 2020 tramite un sondaggio online a cui hanno partecipato 18.120 tra studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo delle università partecipanti.

Distribuzione dei tornado nelle 5 macroaree considerate

 

Pubblicato su Atmospheric Research un recente studio dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Cnr-Isac) e da un ricercatore dell’università UQAM di Montreal. Il gruppo di ricerca ha analizzato 20 anni di dati, studiando le condizioni che hanno agevolato la formazione delle trombe d'aria più intense che hanno interessato il nostro Paese. Risultano condizioni differenti per i fenomeni nel Nord e nel Sud Italia; la temperatura del mare sembra svolgere un ruolo importante in Puglia, Calabria e nell'Adriatico settentrionale

Nonostante le trombe d’aria siano frequenti nel nostro territorio, sono pochi gli studi scientifici che ne hanno analizzato le caratteristiche. In un articolo appena pubblicato su Atmospheric Research, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) in collaborazione con Roberto Ingrosso dell’università UQAM di Montreal hanno identificato le configurazioni tipiche, a scala sinottica e a mesoscala, relative ai fenomeni sviluppatisi in alcune aree italiane.

“Abbiamo analizzato le condizioni ambientali associate allo sviluppo di trombe d’aria in Italia negli ultimi 20 anni. Isolando i casi più rilevanti, e raggruppandoli in famiglie regionali, abbiamo potuto identificare alcune particolari configurazioni atmosferiche che favoriscono la formazione di questi eventi”, afferma Leonardo Bagaglini del Cnr-Isac, primo autore dell'articolo. “In particolare, la genesi dei tornado è generalmente associata a forti anomalie in alcuni parametri meteorologici, che differiscono tra le varie macroregioni analizzate, con valori più elevati negli eventi del Sud Italia”.

 


Arriva anche in Italia carne brasiliana proveniente da aziende legate, direttamente e indirettamente, all’accaparramento delle terre e agli incendi in Pantanal – la zona umida più grande del mondo – che l’anno scorso si è ridotta di circa il 30 per cento proprio a causa degli incendi.

Nella recente indagine “Foreste al macello III – Il caso Pantanal”, Greenpeace International ha identificato quindici aziende agricole che sono fornitori attuali o recenti (2018 – 2019) delle principali aziende brasiliane di lavorazione delle carne JBS, Marfrig e Minerva, e che sono legate ai devastanti incendi dello scorso ottobre nel Pantanal. Sviluppatisi all’interno dei confini delle aziende, hanno consumato più di 73 mila ettari e potrebbero aver contribuito anche a incendi che si sono estesi ben oltre i loro confini.

La carne del Pantanal è stata venduta in tutto il mondo, Italia inclusa: tra il 1 gennaio 2019 e il 31 ottobre 2020, il nostro Paese ha importato dal Brasile oltre 17 mila tonnellate di carne e derivati destinate a grossisti che riforniscono la ristorazione e la grande distribuzione, affermandosi come il principale importatore dell’Ue e il sesto a livello mondiale.

 

30 marzo 2021, online - Ore 10.00

 

 L'Europa si sta muovendo per costruire un "mondo diverso" per le generazioni future, promuovendo consumi, processi produttivi e stili di vita più sostenibili, attraverso il Green Deal e le politiche settoriali ad esso collegate come, ad esempio, la Strategia per la Bioeconomia, aggiornata nel 2018. Ma per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea diventa cruciale coinvolgere ed educare le nuove generazioni: è proprio per questo motivo che il progetto Biovoices ha realizzato il libro “What’s Bioeconomy?”, dedicato ai bambini tra i 5 e i 7 anni, che verrà presentato il prossimo 30 marzo 2021 (10.00 - 12.00) nel corso di un evento online che ha ottenuto il patrocinio del Parlamento Europeo.


Il libro ha lo scopo di spiegare la Bioeconomia e i prodotti Bio-based di uso quotidiano, promuovendo al contempo stili di vita e di consumo sostenibile: oltre che ai bambini, il volume si rivolge anche ai rispettivi genitori e docenti, grazie anche a percorsi formativi ad hoc forniti dal progetto Transition2Bio, che supporta Biovoices nella diffusione del libro e dei concetti della Bioeconomia.
"What's Bioeconomy?” verrà stampato in 11 lingue (tra cui inglese, italiano, portoghese, spagnolo, tedesco etc.) e verrà distribuito in scuole selezionate, librerie, musei per bambini e altri contesti istituzionali. La realizzazione del libro è stata possibile anche grazie al coinvolgimento di oltre 30 esperti – riuniti in un Comitato Scientifico – provenienti da industrie, università, centri di ricerca e associazioni da tutta Europa, che hanno fornito i contenuti tecnicoscientifici rielaborati poi da Biovoices in un linguaggio semplice, chiaro e comprensibile a bambini e adulti.

Abstract

Objectives
To follow-up with and re-query the international spinal cord community’s response to the Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) pandemic by revisiting questions posed in a previous survey and investigating new lines of inquiry.

Setting
An international collaboration of authors and participants.

Methods
Two identical surveys (one in English and one in Spanish) were distributed via the internet. Responses from both surveys were pooled and analyzed for demographic and response data.+

 

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Nuova luce sui meccanismi di autoorganizzazione delle cellule viventi in uno studio di un gruppo di ricercatori di Politecnico di Torino, Università di Torino, Italian Institute for Genomic Medicine - IIGM, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - INFN, e Istituto Landau di Fisica Teorica di Mosca

 

La cellula eucariotica è l’unità di base di tutti gli animali e delle piante. Al microscopio essa appare altamente strutturata e suddivisa in numerosi compartimenti circondati da membrane. Ogni compartimento svolge un ruolo specifico ed è occupato da molecole particolari. In che modo la cellula mantiene questo ordine interno ammirevole, e (se non intervengono patologie) non degrada in un ammasso informe di molecole? Questo accade perché all’interno della cellula le molecole simili vengono continuamente riordinate e smistate verso le corrette destinazioni, un po’ come accade in una casa in cui il disordine viene tenuto a bada riordinando e ripulendo quotidianamente. Resta però misterioso come la cellula possa svolgere questa continua azione di ripristino del proprio ordine interno in assenza di un supervisore.

 

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