Uno studio internazionale che ha coinvolto ricercatori di 46 paesi, fra cui un team della Sapienza Università di Roma, ha analizzato le relazioni tra parole, canzoni e musica strumentale nelle varie culture del globo. I risultati, pubblicati su Science Advancements, suggeriscono una maggiore regolarità della musica rispetto alla lingua parlata, legata alla formazione di legami sociali attraverso l’esecuzione collettiva
Nonostante musica e linguaggio siano presenti in ogni società umana, fino ad oggi le somiglianze e le differenze tra lingua parlata, canzoni e composizioni strumentali non erano state oggetto di un confronto analitico.

Le disuguaglianze dei redditi italiani sono cresciute a favore dell’1% più ricco che, in proporzione, paga meno tasse rispetto al restante 99% dei contribuenti. Lo dimostra uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano-Bicocca, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of the European Economic Association.

Nel suo complesso, il sistema fiscale italiano appare “blandamente progressivo” e, come sottolineano ricercatrici e ricercatori in questo studio, “diventa addirittura regressivo” per il 5% degli italiani più abbienti, che pagano un’aliquota effettiva inferiore al 95% dei contribuenti. Lo studio ha inoltre confermato che esistono importanti differenze in relazione alla tipologia di reddito prevalente: sono i lavoratori dipendenti a pagare più imposte, seguiti dai lavoratori autonomi, dai pensionati e, infine, da chi percepisce soprattutto rendite finanziarie e locazioni immobiliari.

Uno nuovo studio ha rilevato che tra gli Italiani non vaccinati, più dei tre quarti potrebbero vaccinarsi contro il Covid-19 se questo dovesse diventare un requisito per poter prendere l'aereo. I risultati
arrivano dopo l'entrata in vigore delle nuove linee guida introdotte dal Consiglio dell'UE, che affermano che le restrizioni di viaggio dovrebbero essere su base individuale e mettere in evidenza la vaccinazione o la guarigione dei viaggiatori.
Per poter effettuare l'ingresso negli altri paesi UE, gli Italiani non vaccinati devono attualmente dimostrare o di essere guariti dal Covid-19 negli ultimi 180 giorni o presentare un tampone negativo effettuato nelle ultime 72 ore (per il test molecolare), o nelle ultime 24 ore (per il test rapido). Tra le persone intervistate, soltanto il 14% ha dichiarato che non pensa di vaccinarsi contro il Covid- 19 se dovesse diventare un requisito per poter prendere un aereo. La percentuale della popolazione (dai 12 anni in su) che ha concluso l'intero ciclo vaccinale in Italia è attualmente del 88%. La percentuale della popolazione che ha concluso l'intero ciclo vaccinale in Italia è attualmente del 77%. Con i provvedimenti introdotti per le persone over 50 non vaccinate a partire da questo mese, e con l'obbligo vaccinale messo in essere da alcuni paesi europei, i risultati di questo sondaggio suggeriscono che l'obbligo di vaccinazione per poter prendere l'aereo potrebbe essere una politica efficace per incoraggiare le persone a vaccinarsi.

 

I professionisti italiani riuniti nel CUP (Comitato Unitario Professioni) e nella RPT (Rete Professioni Tecniche) constatano con amarezza che Il Parlamento respinge emendamenti, proposti dalle professioni, veramente indirizzati a migliorare leggi esistenti e ad introdurre strutturali processi di semplificazione, e al tempo stesso approva un emendamento, finalizzato ad estendere senza alcun limite l'attività extraistituzionale dei professori e ricercatori universitari, che nulla ha a che fare con la semplificazione e che va nella direzione di aumentare il discrimine tra le diverse categorie di dipendenti pubblici e degli stessi professori universitari.

Si fa riferimento all'emendamento 19.15 al DL Semplificazione, presentato dalla opposizione e votato dalla maggioranza con il parere favorevole del Governo.

 

 


Sono il risultato di una ricerca dell’Università di Pisa realizzata con tre realtà del territorio; lo studio pubblicato sulla rivista Food Chemistry. 


Una birra artigianale ed un liquore aromatizzati ai fiori di canapa: le due inedite bevande alcoliche, ora commercializzate con marchio HempItaly, sono il risultato di uno studio dell’Università di Pisa appena pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry. “La nostra idea era di realizzare dei prodotti ecosostenibili in un’ottica di economia circolare grazie al riutilizzo dei fiori di canapa che sebbene siano la parte più ricca di oli essenziali della pianta non sono sfruttati e diventano scarti agricoli”, spiega la professoressa Luisa Pistelli dell’Ateneo pisano.

Il gruppo di Biologia Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia da lei coordinato ha condotto il lavoro in collaborazione con tre realtà toscane: il Circolo ARCI La Staffetta di Calci (Pisa) e il Birrificio Artigianale “Vapori di Birra” di Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) per la produzione delle bevande alcoliche aromatizzate e l’Azienda Agricola Carmazzi di Viareggio (Lucca) per la fornitura del materiale vegetale.

 

A fronte dell’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 il Governo ha adottato, come noto, una serie di misure volte a contrastare la diffusione dell’epidemia che prevedono, in ambito scolastico, la
sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, ivi comprese le scuole private e/o paritarie, nonché della frequenza delle attività scolastiche e
di formazione superiore, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza.


Le disposizioni legislative sospendono dunque i servizi educativi dell’infanzia e l’attività didattica c.d. “frontale” per le scuole paritarie e/o private di ogni ordine e grado, senza fornire indicazioni circa la possibilità di sospendere il pagamento delle rette scolastiche e/o di richiedere il rimborso delle quote già versate e/o di chiedere una eventuale riduzione della retta scolastica a fronte della riduzione dei servizi forniti. A tal riguardo, senza entrare nel merito delle suddette disposizioni, va ricordato, per quel che qui rileva, che il rapporto giuridico che si instaura con l’Istituto scolastico è di natura contrattuale atteso che, con l’accoglimento della domanda di iscrizione e la conseguente ammissione dello studente alla scuola, sorge a carico dell’Istituto l’obbligo di istruire ed educare lo stesso nonché di vigilare sulla sua sicurezza ed incolumità nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica.

 

Il 1° febbraio sarà presentato a Napoli il ‘Rapporto sulle economie del Mediterraneo 2017’, a cura dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo (Issm) del Cnr, edito da Il Mulino. Tra i temi chiave del volume, i cambiamenti del mercato del lavoro dovuti alla perdurante crisi economica. Focus anche sulla geopolitica con il ruolo emergente di Russia, Turchia e Iran, sugli effetti della fuga di cervelli e sulle opportunità di sviluppo della green economy

 

L’edizione 2017 del Rapporto sulle economie del Mediterraneo dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo (Issm) del Cnr, che sarà presentata giovedì 1° febbraio a Napoli (Polo umanistico del Cnr, Via Cardinale G. Sanfelice 8, dalle ore 9,30), approfondisce in particolare le problematiche del mercato del lavoro, una delle questioni centrali nelle relazioni euro-mediterranee, anche per le connessioni con le spinte migratorie provenienti dalla riva sud ed est del bacino. I cambiamenti strutturali intervenuti tra il 2000 e il 2015 in tale ambito toccano soprattutto i gruppi sociali più fragili: “La disoccupazione giovanile risulta alta non solo nella sponda sud, ma anche nella sponda nord del Mediterraneo, con quattro Paesi che nel 2015 raggiungono livelli superiori al 45%: Bosnia-Erzegovina (66,9%), Libia (50%), Spagna (49,4%) e Grecia (49,2%)”, spiegano nel loro capitolo Salvatore Capasso e Yolanda Pena-Boquete. “La partecipazione femminile resta estremamente bassa nei Paesi arabi del Mediterraneo. Oltre che rappresentare un ovvio problema sociale, la disoccupazione giovanile e femminile pone una questione seria di inefficiente allocazione delle risorse”. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Nord Africa è oggetto anche del contributo di Ersilia Francesca e Renata Pepicelli, che spiegano come “nonostante l’abbassamento dei tassi di fertilità e i progressi in termini di scolarizzazione” rimanga “significativamente più bassa rispetto ad altre aree in via di sviluppo. Il tasso medio della disoccupazione femminile nel Nord Africa nel 2015 era del 20,4%, più del doppio di quello dell’Ue, che nel 2015 era al 9,5% (fonte ILO 2015). Le rivolte del 2011 hanno visto uno spiccato protagonismo di giovani e di donne, ma la fase di ‘transizione’ ha disatteso in gran parte le loro aspettative e aspirazioni”.

Scienzaonline Anno 7° speciale -  30 Agosto 2010

Scienzaonline Anno 7° n. 80 Ottobre 2010

Scienzaonline Anno 7° n. 79 Settembre 2010

 

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