Eruzioni vulcaniche: il rischio-cenere per la salute

Gli accadimenti legati all’eruzione di un vulcano pongono la collettività di fronte a diversi ordini di problemi. Il tipo di eruzione condiziona la tipologia dei rischi per la salute che possono verificarsi.
Nel recente caso del vulcano islandese Eyjafjallajkull i problemi di Public Health appaiono legati alla massiccia emissione di ceneri che, se da un lato producono i ben noti effetti negativi  sul traffico aereo, dall’altro ci inducono a riflettere su quali rischi per la salute possano configurare

Effetti respiratori

Il manifestarsi di sintomi respiratori da inalazione di cenere vulcanica dipendono da una serie di fattori: la concentrazione nell'aria di particelle sospese totali; la percentuale di particelle respirabili (inferiori cioè a 10 micron di diametro) nelle ceneri; la frequenza e la durata dell'esposizione, la presenza di silice libera cristallina, di gas vulcanici o di aerosol mescolati con la cenere;  le condizioni meteorologiche; i cosiddetti  “fattori di accoglienza” (condizioni di salute al momento dell’eruzione e  predisposizione  delle persone esposte incorrere in problemi respiratori);  uso di apparecchi di protezione respiratoria.
I sintomi acuti delle vie respiratorie comunemente riportati dalle persone durante e dopo la caduta della cenere al suolo sono costituiti da:
• irritazione nasale e di scarico (naso che cola)
• irritazione della gola o mal di gola franco, talvolta accompagnati da tosse secca
• persone con problemi respiratori preesistenti hanno sviluppato, nel corso di pregresse eruzioni vulcaniche, gravi sintomi bronchitici che sono perdurati sino ad alcuni giorni dopo la presenza visibile di cenere nell’ambiente (ad  esempio, tosse con produzione di espettorato, sibilo, respiro affannoso) e irritazione delle vie aeree
• persone con asma o bronchite hanno accusato  dispnea semplice o accompagnata da accessi di tosse
• Viene inoltre riferita, in modo diffuso, la sensazione soggettiva di “respirazione difficoltosa”

 

Gli  effetti a breve termine non sono considerati pericolosi se non  per i soggetti  che presentano disturbi respiratori pregressi. La popolazione dovrebbe tuttavia prendere in ogni caso provvedimenti per ridurre al minimo l’esposizione alla respirazione di ceneri
Effetti sugli occhi
A causa della naturale abrasività della cenere vulcanica,  sono di frequente riscontro fastidio agli occhi o franca irritazione durante e dopo la caduta di cenere, soprattutto tra coloro che utilizzano lenti a contatto. I sintomi sono comunemente così riportati:
• Avverto come la presenza  di corpi estranei negli occhi;
• avverto  dolore e/o prurito;
I segni possono essere rappresentati da arrossamenti, occhi che appaiono iniettati di sangue,  secrezione intermittente, abrasioni o graffi corneali, congiuntivite acuta o infiammazione del sacco congiuntivale.
Si tratta di effetti acuti. Nessun effetto cronico da cenere a carico degli occhi è stato riportato. Dopo l'eruzione del 18 maggio 1980 del Mount St. Helens, un sondaggio telefonico condotto in diverse comunità raggiunte dalla cenere ha consentito di rilevare che il 4-8 per cento della popolazione ha accusato irritazione agli occhi, ma che tra questi solo un soggetto su dieci è ricorso al  medico.
Effetti sulla cute
Irritazioni cutanee minori sono a volte descritte a seguito di caduta di cenere. Dopo l'eruzione del 18 maggio 1980 del Mount St. Helens, tuttavia, i medici intervistati in Yakima, Washington, che si trova 120 km ad est del vulcano, non hanno segnalato alcun aumento di irritazioni cutanee croniche.

Effetti Meccanici
Il tetto che crolla
Il peso della cenere vulcanica sui tetti può condurre al loro crollo, soprattutto se la cenere è bagnata  e l'edificio non è progettato per supportare un carico pesante. Si tratta di un incidente le cui le conseguenze possono essere severe o anche letali.
Incidenti automobilistici
Guidare in presenza di sospensione di ceneri vulcaniche può essere difficile o impossibile a causa delle condizioni stradali (scivolosità del manto stradale  o scarsa visibilità) Il rischio di incidentalità stradale cresce in modo significativo

Effetti cronici
Silice cristallina libera nella cenere  vulcanica
La cenere vulcanica può contenere quantità  variabili di silice libera cristallina (diossido di silicio, SiO2) in forma di quarzo, cristobalite, tridimite o minerali. I minerali sono descritti come "silice libera” perché il composto di biossido di silicio non è unito  a un altro elemento per creare un nuovo minerale, come accade per  esempio con il magnesio per formare il minerale olivina. L'esposizione a particelle respirabili di silice libera cristallina può provocare silicosi, con conseguente  compromissione della funzione pomonare
Anche se non sono stati documentati casi di silicosi da attribuire a silice libera cristallina nella cenere vulcanica da eruzioni degli ultimi decenni, occorre dire che studi epidemiologici dettagliati e protratti nel  lungo periodo sono notevolmente carenti.
Lo statunitense “US National Institute for Occupational Safety and Health” (NIOSH) raccomanda, nel 1974, la limitazione dell'esposizione a silice libera respirabile a 50 microgrammi/m3 d'aria per i lavoratori fino a un giorno lavorativo di 10 ore, con settimana lavorativa di 40 ore per tutta la vita lavorativa. I dati storici suggeriscono che questa esposizione è stata superato per brevi periodi di tempo (ore o giorni) in certi luoghi, ma non per la durata che usualmente costituisce un riconosciuto rischio sul lavoro (2-3 anni).


Prevenzione
La strategia di base è quella di evitare l'esposizione inutile a ceneri aeree e indossare un maschera facciale appropriata e sicura, specialmente durante le operazioni di pulizia.
Raramente la popolazione viene  evacuate per il rischio-cenere umana. Le persone con malattie respiratorie, tuttavia, possono utilmente decidere di uscire da una zona di elevata esposizione o caduta di ceneri pesanti. Se le concentrazioni di silice libera cristallina respirabile nelle ceneri superano il limite NIOSH raccomandato di 50 microgrammi/m3 per un lungo periodo di tempo (per esempio, mesi o anni), il rischio di silicosi non dovrebbe essere ignorato.


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Roberto Bucci
Università Cattolica del Sacro Cuore
Istituto di Igiene

Università Cattolica del Sacro Cuore

Istituto di Igiene

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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