Lo studio mostra come l'eventuale rilevazione degli echi gravitazionali possa fornire nuovi indizi sulla teoria della gravità di Einstein
Nello studio appena pubblicato sulla rivista “Nature Astronomy” i ricercatori Paolo Pani del dipartimento di Fisica della Sapienza e Vitor Cardoso dell'Instituto Superior Técnico di Lisbona discutono di come, alla luce di nuovi modelli teorici, l'astronomia gravitazionale possa fornire informazioni sulla natura dei cosiddetti “oggetti compatti”, termine col quale in astrofisica vengono indicate grandi masse concentrate in dimensioni molto ridotte, come i buchi neri. Le onde gravitazionali contengono informazioni sulla natura degli oggetti compatti, proprio come le onde sonore prodotte da uno strumento musicale dipendono dalle proprietà di quest'ultimo: forma, dimensione, materiale. La loro rilevazione, meno di due anni fa, ha rappresentato una importantissima conferma della teoria di Einstein e ha aperto la strada a un nuovo capitolo della fisica. Secondo la teoria della relatività generale di Einstein, una stella massiccia alla fine del suo ciclo di vita collassa sotto il suo stesso peso e forma un "buco nero", un oggetto che distorce lo spazio-tempo in maniera così drastica che nemmeno la luce è in grado di uscire dal suo "orizzonte degli eventi", cioè la regione oltre la quale non è più possibile osservare un fenomeno. Nuovi modelli teorici suggeriscono che l’eventuale presenza di “echi gravitazionali”, se rilevati dagli interferometri LIGO e Virgo, potrebbe indicare che i buchi neri non sono come fino a oggi ipotizzato: vari modelli di gravità quantistica prevedono che l'orizzonte degli eventi non si formi e che il collasso gravitazionale termini con la formazione di un oggetto esotico compatto e non un vero e proprio buco nero.
I risultati del cacciatore di antimateria AMS, acronimo di Alpha Magnetic Spectrometer, saranno da oggi i protagonisti della tre giorni “AMS days at CERN”, che vede coinvolti alcuni tra i più importanti fisici teorici e sperimentali a livello mondiale. Il cacciatore di antimateria è installato sulla Stazione Spaziale Internazionale dal 2011 e sarà al centro delle giornate per i suoi recenti risultati. C’è infatti una nuova evidenza di un eccesso di antiparticelle nei raggi cosmici: in particolare, AMS presenta la nuova misura di precisione del rapporto tra il flusso di antiprotoni e di protoni nei raggi cosmici, risultato che mostra per la prima volta una inattesa abbondanza di antiprotoni ad energie di centinaia di GeV. Questa misura risulta complementare alla misura di precisione del flusso di antielettroni (positroni) pubblicata da AMS nel 2014, che evidenzia anch’essa un eccesso di antimateria ad alta energia.
La Particella di Dio sfugge, non è stata trovata, ma ha lasciato delle tracce!
13 Dic 2011 Scritto da Nicola A. CosanniI nuovi dati restringono il campo per la ricerca del bosone in uno stretto margine a energie minori del previsto, è quanto rendono pubblico gli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). L'esistenza del bosone di Higgs, ipotizzato dal fisico britannico Peter Higgs oltre 40 anni fa, rende possibile la massa. In pratica i nuovi dati restringono il campo per la ricerca del bosone a energie minori del previsto si spera di fugare ogni dubbio entro la fine del 2012, quando sarà completata l'analisi degli esperimenti in corso.La famosa particella di Dio, il bosone di Higgs, non è stato trovato. Però sono state trovate tracce del suo passaggio in due importanti esperimenti di fisica nucleare che si stanno svolgendo a Ginevra, al Cern, attorno al Large Hadron Colllider, il più grande acceleratore di particelle oggi esistente.
Editoriale
Voglio che qualcuno fermi quei neutrini nella loro corsa folle per arrivare presto, molto presto, quasi subito, al traguardo. Per arrivarci – come sembra – prima della luce, che pure tanto piano non andava. Voglio che qualcuno li fermi, o quanto meno provi a intralciarli e rallentarli un po', così da farli arrivare con calma. Lo voglio per una serie di motivi, ma soprattutto perché sono stanco. Un po' anziano e stanco. Vi state chiedendo che c'entra la mia stanchezza con la corsa a precipizio dei neutrini? Be', se avrete la pazienza di arrivare in fondo a questo articolo lo capirete.
Tutto nasce dal fatto che della scienza mi sono innamorato presto, nella mia vita. Probabilmente in qualche indefinibile momento durante il corso del mio iter scolastico, verso i tredici o quattordici anni. Mi ricordo in particolare di un libro responsabile di questo innamoramento, un libro dove si parlava di natura, cioè di come sono fatti il mondo e l'essere umano, ma anche di scienza vera e propria, cioè di come si fanno le ricerche, gli studi, gli esperimenti, per scoprire come sono fatti il mondo e l'essere umano. E quella è stata la mia prima impressione della scienza che, come il primo amore, non si scorda mai: una serie di informazioni e di dati, strettamente unita alla conoscenza degli esperimenti eseguiti per raccoglierli, delle idee che li hanno guidati, e dei metodi che sono stati seguiti.
Crescendo, tutti questi concetti sono divenuti più dettagliati, completi, numerosi, e in pochi anni mi son fatto un'idea – credo – abbastanza buona di come è fatto il mondo e di come si fa ricerca: quanto meno in certi campi, perché per tutto sarebbe impossibile. Ma a questo punto è cominciata a succedere una cosa strana. Dapprima sporadicamente, poi sempre più spesso, alcune delle conoscenze certe già acquisite hanno cominciato a vacillare, a sfocarsi, a dissolversi, a trasfigurarsi, lasciando intravedere la necessità di essere sostituite da altre "nuove" o "più esatte". Diverse. E io, in buon ordine, mi sono adeguato.
Altro che buco nero. Alla fine a fermare (temporaneamente) LHC, o Large Hadron Collider, il super acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, non sono state le bizzarre vicende giudiziarie che ne hanno preceduto l’entrata in funzione, ma una fuoriuscita di elio dall’impianto di raffreddamento. L’eccessivo surriscaldamento ha costretto i tecnici del CERN a fermare le macchine dopo appena una settimana dall’attesissimo avvio dell’esperimento.
Verso l'alba dei tempi
Fino a qualche secolo fa, lo studio sull'origine e l'evoluzione dell'Universo era considerato un argomento che solo pochi scienziati erano in grado di affrontare proprio perchè mancavano gli strumenti necessari che potessero fornire dati attendibili dalle osservazioni. Oggi, la situazione è alquanto diversa e la cosmologia, che cerca appunto di spiegare come ha avuto origine e come evolve l'Universo, è diventata uno dei campi di ricerca più importanti tra le scienze astronomiche.
Doveva essere un semplice collaudo. Invece è stato un successo oltre ogni attesa. CaSSIS, la camera stereo ad alta risoluzione a bordo del Trace Gas Orbiter (TGO) della missione europea ExoMars, reduce dalle prime orbite attorno al Pianeta rosso, ha inviato a Terra immagini che hanno lasciato gli astronomi a bocca aperta per la loro qualità. «Sono veramente spettacolari», commenta soddisfatto Nick Thomas, direttore del dipartimento di fisica dell’università di Berna e principal investigator dello strumento.
1915-2015: 100 anni della Relatività Generale. Due giornate tra Fisica, Filosofia e ... Cinema
22 Ott 2015 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaLa teoria della Relatività Generale di Einstein, una delle conquiste più alte del pensiero umano, compie 100 anni. Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca vuole ricordare questa rivoluzionaria scoperta in due giornate articolate in incontri, talk e conferenze a cura di studiosi ed espoerti con un taglio scientifico-divulgativo.
Si racconterà, anche attraverso letture dei suoi scritti, di come Einstein arrivò a formulare questa teoria di grande bellezza e di come oggi grazie ad essa descriviamo l'Universo, dal big bang alle stelle, ai buchi neri. Verranno poi raccontate le sfide che ci attendono: onde gravitazionali, materia ed energia oscura per risalire alla natura della spazio-tempo. Si esplorerà inoltre il percorso ancora incompleto per unificare la gravità e il mondo dei quanti.