Sono certo che molti andrebbero allegramente su Marte anche a rischio della vita (quanti morirono prima che l'uomo arrivasse al Polo Sud o in cima all'Everest?), ma sarebbe un assassino mandare astronauti in queste condizioni.
Per dare loro una possibilità di sopravvivenza, occorre un'astronave speciale, che vada assai più veloce di quelle a propulsione chimica e che sia riparata o abbia una zona riparata dalle radiazioni solari.
Image credit: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/MSSS
Occorrre dunque sviluppare un'astronave gigante a propulsione nucleare. Di questa astronave non esiste alcun prototipo, come non esiste prototipo di un motore razzo nucleare. Se si incominciasse domani a sviluppare un simile oggetto, passerebbero almeno cinquant'anni prima di vederlo volare.
Penso che la realizzazione di questa astronve sia l'elemento singolo del programma che richiederà più tempo. Non che manchino altre difficoltà.
- L'astronave dovrebbe essere assemblata in orbita. Non penso che ci sia alcuna possibilità di far approvare un "cantiere spaziale" in orbita equatoriale, finché sarà in volo l'attuale stazione spaziale, circa 2020.
- occorre realizzare un sistema che permetta agli astronauti di vivere su Marte, con produzione di energia, aria, acqua etc.
- Occorrono i soldi. Per varie ragioni l'ideale sarebbe che l'impresa Marziana fosse un'impresa globale.
Quanti soldi? Non si potrà andare su Marte a prezzo stracciato. La stazione spaziale sarà costata più di cento miliardi di dollari. Un viaggio su Marte, si dice oggi, richiederà cinquant'anni e 500 miliardi di dollari come minimo. I managers hanno regole non scritte, secondo le quali ogni progetto nuovo richiede il doppio del costo e il doppio del tempo.
Quindi cento anni e mille miliardi di dollari.
Sembrano cifre e tempi impossibili, ma non è vero. Intanto il denaro che viene investito nello spazio ricade sulla Terra moltiplicato. Tutti lo sospettano, molti lo sanno, nessuno ci crede. Speriamo che si possa educare il genere umano. Secondariamente, si chiedono solo dieci miliardi all'anno, divisi magari in tre parti. 50% USA, che la NASA potrebbe trovare semplicemente utilizzando in modo diverso il budget attuale; 30 % ESA, che richiederebbe il raddoppio del budget attuale, 20% gli altri (Cina India Giappone). La cosa è fattibile e sarà fatta... ma campa Cavallo.
Giacomo Cavallo
La prima foto di questo articolo è di (the owner of the first image in this article is): Image credit: NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Texas A&M University