In cosa consiste quindi l’esperimento? Wearable Monitoring ha l’obiettivo tecnologico di validare un dispositivo per la rilevazione di segnali biologici (elettrocardiogramma, respiro, temperatura, indici di meccanica cardiaca) durante il sonno in microgravità.
Il dispositivo è composto da una maglietta sensorizzata (come quella in foto) contenente sensori tessili per la rilevazione dell’elettrocardiogramma e del respiro, una unità elettronica portatile (PEU) per la raccolta dei dati e la misura delle vibrazioni cardiache (da cui estrarre gli indici di meccanica cardiaca), un termometro esterno per la misura della temperatura cutanea e una unità batterie (BU) per l’alimentazione del dispositivo.
Nelle prime tre registrazioni, Samantha Cristoforetti ha indossato la maglietta sensorizzata prima di dormire, ha collegato la PEU e l’unità batterie, e ha attivato il monitoraggio. Il sistema ha così registrato i parametri biologici dell’astronauta durante tutto il periodo di sonno: al suo risveglio i dati memorizzati nella PEU sono statui trasferiti ad un laptop di bordo per la trasmissione a terra, dove vengono effettuate le analisi.
Quali sono le ricadute sulla Terra di questo esperimento? Nel mondo occidentale, circa una persona su quattro soffre di disturbi del sonno, non sempre ben compresi. Gli aspetti conoscitivi di questo progetto possono contribuire alla comprensione dei meccanismi fisiopatologici che caratterizzano il sonno. Inoltre, il dispositivo di monitoraggio sviluppato per questo progetto è caratterizzato da una estrema facilità d’uso: potrebbe essere utilizzato per la diagnosi remota dei disturbi del sonno direttamente dal domicilio del paziente, nell’ambito di servizi di telemedicina.