Nel 1993 si unisce al progetto anche la Russia, facendo della ISS l’esempio della prima grande pacifica forma di collaborazione mondiale. Passano cinque anni e un secondo accordo intergovernativo tra USA, Giappone, Canada, 11 paesi europei Stati membri dell'ESA e la Federazione Russa, apre la strada al lancio da parte russa del primo modulo Zarya e da parte statunitense del primo nodo, Unity. Dal novembre del 2000 la ISS ha iniziato ad ospitare i suoi primi “inquilini” che la occuperanno almeno fino al 2020. La vera e propria ricerca scientifica prende inizio nel 2001, con il lancio del modulo statunitense Destiny Laboratory e di Leonardo, il primo modulo di supporto logistico per la stazione, MPLM - Multi-Purpose Logistics Module, sviluppato dall’Italia, trasportati fino alla ISS nella stiva dello Shuttle. Con Leonardo l’Italia è così diventata la terza nazione, dopo Russia e Stati Uniti, ad inviare in orbita un elemento della ISS. È la volta poi del Nodo 2 "Harmony" di costruzione italiana e successivamente del modulo europeo Columbus. Negli ultimi anni l’Italia ha consolidato sempre di più la sua presenza sulla Stazione Spaziale, con il Nodo 3 “Tranquillity” e la Cupola nel 2010 e con il PMM-Permanent Multipurpose Module Leonardo che dopo numerosi viaggi diviene elemento permanente nel 2011.
La ISS è aperta a tutti i ricercatori degli Stati partecipanti impegnati a studiare gli effetti che l'assenza di gravità ha sugli esseri umani e sui fenomeni naturali. Acquisire conoscenze su tali processi aiuta a preparare i futuri scenari di esplorazione umana nello spazio profondo e le missioni di lunga durata, e a progettare innovazioni scientifiche e tecnologiche per migliorare la qualità della vita sulla Terra, dalla salute alla tutela dell’ambiente, dalla produzione e gestione dell’energia a nuovi prodotti e processi industriali.
L’Italia ha realizzato circa metà della parte abitativa della Stazione; è nel nostro Paese infatti che sono stati costruiti i Nodi 2 e 3, la unica e ineguagliabile Cupola, il PMM Leonardo, derivato modificando il modulo logistico per renderlo adatto alla permanenza in orbita, e poi le strutture del laboratorio ESA Columbus, il modulo di trasporto delle navette ATV. Tutto nasce da un accordo bilaterale tra ASI e NASA stipulato il 9 ottobre 1997, il Memorandum of Understanding (MoU) in base al quale l’ASI ha fornito all’ente spaziale statunitense i tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module), uno dei quali è successivamente diventato il PMM (Permanent Multi Purpose Module) per la ISS. L’Italia inoltre è stata tra i primi Paesi europei ad aderire agli accordi intergovernativi di cooperazione per la realizzazione della ISS, e tra i principali Stati partecipanti ai programmi ESA di sviluppo e utilizzo del contributo europeo alla ISS.
Grazie all'esperienza di questa attività, l’industria italiana è protagonista anche nella realizzazione dei moduli cargo della navicella di rifornimento della ISS Cygnus, sistema di trasporto commerciale dell’azienda american Orbital Sciences.
Chiara Di Mizio
Foto di copertina : La Stazione Spaziale Internazionale. Per gentile concessione di ESA | Photo: ESA ©