È partita oggi dalla base di Kourou, nella Guiana Francese, a bordo del razzo Soyuz-Fregat: la sonda GAIA (acronimo di Global Astrometric Interferometer for Astrophysics) ha l’ambizioso compito di misurare con precisione movimento, distanza, cambiamento di luminosità e posizione di oltre un miliardo e mezzo di stelle, circa un centesimo dei 200 miliardi di astri della nostra galassia. Si tratta del più grande censimento stellare mai tentato: i sensibili strumenti della sonda saranno anche in grado di osservare i cosiddetti ‘quasar’, corpi celesti la cui luminosità è circa un milione di volte più debole di quelli visibili ad occhio nudo.
“La missione GAIA rivoluzionerà le nostre conoscenze della Via Lattea ed, in particolare, indagherà sulla nascita ed evoluzione di stelle e pianeti extrasolari”, dice Barbara Negri, responsabile ASI dell’Esplorazione e Osservazione dell’Universo. “Ci si aspetta, infatti, che GAIA riveli la storia della nostra Galassia, descrivendo con grande precisione il suo stato attuale e permettendoci così di prevedere la sua futura evoluzione. Il Data Centre realizzato a Torino presso ALTEC, che utilizzerà anche il supercalcolatore FERMI installato presso il CINECA di Bologna, è stato dimensionato per poter gestire ed archiviare l’enorme mole di dati che saranno raccolti dal satellite GAIA durante la sua vita operativa”
Dopo il lancio, il viaggio di GAIA proseguirà fino a raggiungere il secondo punto lagrangiano L2, a circa 1 milione e mezzo di km dalla Terra: per 5 anni osserverà il cielo grazie a due telescopi, specchi giganti e una risoluzione di quasi un miliardo di pixel. Una volta raggiunto il suo luogo di lavoro, il primo compito di Gaia sarà proteggere dai raggi solari i suoi sofisticati occhi, con i quali osserverà tutta la sfera celeste.
GAIA è una missione dell’Agenzia Spaziale Europea e il contributo italiano è di grande rilievo grazie alla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Astrofisica, che insieme partecipano al consorzio di analisi ed elaborazione dei dati raccolti, con contributi dagli Osservatori di Bologna, Catania, Napoli, Padova, Roma, Teramo, Trieste e Torino, sede del centro di Processamento dati italiano, gestito da Altec.
Chiara Di Mizio