“I Padri del Concilio di Nicea, nel 325, avevano stabilito che si celebrasse la Pasqua la domenica seguente alla 14° Luna (plenilunio) del primo mese dopo l'equinozio di primavera”, spiega Vizza dell’Iccom-Cnr. “Nella metà del 1500, il calendario giuliano aveva segnato come giorno dell’equinozio il 21 marzo, come stabilito dai padri di Nicea, ma gli astri l’avevano segnato l’11 marzo, cioè circa 10 giorni prima: bisognava quindi correggere le regole adottate per registrare il tempo e contemporaneamente evitare che l’equinozio astronomico di primavera rimanesse indietro rispetto al calendario civile, com’era successo nel corso dei secoli. Lilio riuscì a elaborare un calendario civile quasi perfetto, sincronizzandolo con i tre principali movimenti della Terra. Mediante due equazioni accordò il ciclo solare con il ciclo lunare e permise di stabilire senza incertezze la data della Pasqua di qualsiasi anno”
Non è noto come l’astronomo sia giunto a concepire il suo sistema. Per i suoi conti Lilio si affidò probabilmente a dati astronomici contenuti in approssimative tavole compilative basate su osservazioni che risalivano a tre secoli prima. Le difficoltà astronomiche che si trovò a risolvere riguardavano sia il moto apparente del Sole, sia il moto relativo della Luna: occorreva sincronizzare il tempo civile con gli indicatori celesti, mantenendo un vincolo inamovibile, la data dell’equinozio di primavera, convenzionalmente fissata per il 21 marzo. Luigi Lilio riuscì in questa difficile impresa, elaborando un calendario che sfida i secoli.
E’ attualmente in corso di discussione in Parlamento un progetto di legge che prevede l’istituzione della “Giornata del calendario gregoriano”, per dare il giusto riconoscimento ai meriti scientifici di Lilio.
Rita Bugliosi