Si deve a questo studioso calabrese del ’500 l’attuale sistema di misurazione del tempo. Eppure della sua vita e della sua attività di scienziato si sa poco. Un ricercatore dell’Iccom-Cn, ne sta promuovendo la riscoperta, attraverso un libro e alcuni convegni

Medico, matematico e astronomo del 1500, Luigi Lilio occupa un posto di rilievo nella storia della misurazione del tempo. Si deve a lui, infatti, l’ideazione del calendario gregoriano. Eppure dell’importanza delle sue intuizioni è rimasta solo qualche debole traccia. La scarsa notorietà del personaggio è dovuta al fatto che la riforma del calendario non porta il suo nome bensì quello di papa Gregorio XIII che l’ha divulgata nel 1585. Ma è il calendario di Lilio quello che ancora oggi si usa.
La riscoperta di questa interessante figura si deve anche all’attività e alla passione di Francesco Vizza, ricercatore dell’Istituto di chimica dei composti organo metallici (Iccom) del Cnr che sullo studioso ha di recente pubblicato un libro e promosso convegni di approfondimento.
L’importanza di Lilio emerge a pieno se si considera che nel Cinquecento erano ancora inesistenti le leggi dei modelli planetari e non erano ancora state acquisite molte conoscenze astronomiche e matematiche. Malgrado questi limiti, lo scienziato ha sciolto un nodo che per secoli aveva impegnato personalità di tutto rispetto, come Niccolò Copernico, che però aveva fallito.

 

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