Dotata di una grazia ineffabile, ha ispirato l’immaginazione di poeti e scrittori di tutte le epoche, non ultimo il romanziere russo Vladimir Nabokov, celebre autore di Lolita, che soleva dire "I miei piaceri sono i più intensi conosciuti dall'uomo: scrivere e cacciare farfalle". Una passione, quella per le farfalle, alla quale si dedicò febbrilmente per tutta la vita e che racchiudeva il suo “incantevole sogno di felicità”.
Attualmente in Italia vivono circa 4.300 specie di farfalle. Questo numero, purtroppo, rischia di diminuire a causa di fattori ambientali e antropici. Per tutelare le numerose specie in pericolo di estinzione, il Museo del cielo e della terra, un museo diffuso nato nel 2000 con diversi poli didattici a San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna, sostiene importanti progetti di ripopolamento. Per contribuire a finanziare queste attività il Laboratorio dell’insetto, che costituisce una delle sezioni didattiche del museo, propone alle famiglie e agli appassionati un kit didattico composto da due bruchi di farfalla chiamata Vanessa io o occhio di pavone (Inachis io, Linnaeus 1758) e una piccola pianta di ortica. Una meravigliosa opportuna per adulti e bambini di imparare a conoscere da vicino il ciclo di sviluppo di questo incantevole insetto.
Dotata di ali color rosso mattone ornate da quattro grandi macchie a forma di occhio che hanno la funzione di scoraggiare eventuali predatori, Vanessa io è diffusa in tutta la penisola tranne che in Sardegna. Dal mese di febbraio vola di fiore in fiore nutrendosi del nettare di fiori selvatici come i cardi spontanei, o coltivati, come la buddleja, e depone le uova a gruppetti tra agosto e settembre sulle piante dell’ortica. Dalle uova nascono i bruchi che, raggiunta la giusta dimensione, cercano un rifugio sicuro dove appendersi a testa in giù per diventare crisalidi. Questi delicati involucri sono meravigliosi laboratori dove si compie la trasformazione del bruco in farfalla. Una volta completato questo processo la nuova farfalla rompe l’involucro della crisalide e comincia a pompare liquidi nelle venature delle ali per farle distendere. “Questa è la fase più delicata – ci confida la Dottoressa Bettina Maccagnani, responsabile del Laboratorio dell’insetto: le ali sono ancora molli e se non si stendono completamente prima di asciugarsi rimarranno deformate”. Questo ciclo si ripete dalla primavera all’autunno fino all’arrivo dei primi freddi.
Ma come si fa ad allevare “in casa” la farfalla Vanessa io? Allevare il bruco di questo grazioso lepidottero su una pianta di ortica è molto semplice, basta seguire alcuni accorgimenti: innanzitutto, controlliamo che la rete che ricopre il vaso sia integra per evitare che il bruco possa fuggire; offriamogli per quanto possibile un’esposizione luminosa, magari vicino alla finestra; evitiamo, inoltre, di avvicinarlo a fonti di calore come termosifoni o stufe, che non gli sarebbero affatto gradite. Anche se siamo tentati, non tocchiamo assolutamente la crisalide perché è delicatissima. Trascorsi circa 7-10 giorni uscirà la farfalla, che potremo allevare in una gabbia per qualche giorno nutrendola con banana molto matura.
Naturalmente le farfalle non sono fatte per la “vita domestica”. Quindi, una volta conclusa la metamorfosi, lasciamole libere di volare nei grandi spazi verdi!
L’iniziativa promossa dal Laboratorio dell’insetto servirà, tra le altre cose, a finanziare il Progetto Zerinzia. La Zerynthia polixena, comunemente nota come Polissena, una delle più belle farfalle del nostro territorio, è stata inserita nell’Allegato II-IV della direttiva Habitat dell’Unione Europea come "specie di farfalla diurna minacciata e in progressiva grave diminuzione per cause naturali o per fattori di origine antropica". In Italia sopravvivono poche popolazioni di Zerynthia, che si nutre di una sola specie di pianta, Aristolochia rotunda, un’esile piantina che cresce lungo i canali e che viene estirpata proprio nel periodo di riproduzione dei bruchi. Per favorire il ripopolamento della Zerynthia in natura, il Laboratorio dell’insetto attua interventi di sostegno alla reintegrazione della pianta nutrice del bruco in ambienti marginali gestiti e in aree urbane.
Nato con finalità di conservazione, ricerca, didattica e divulgazione delle scienze naturali ed improntato al principio proprio degli ecomusei, ossia quello di assicurare la valorizzazione dei materiali nei contesti di appartenenza, il Museo del cielo e della terra si articola in cinque sezioni: l'area astronomica, una delle più importanti d'Italia; l'orto botanico "Ulisse Aldrovandi", dove sono ospitate più di 300 essenze botaniche; la sezione naturalistica, con l'area di riequilibrio ecologico "La Bora", ricca di flora e fauna con percorsi di visita attrezzati; il laboratorio dell'insetto, un vero museo vivente; il laboratorio "Tecnoscienza" per la storia e didattica della fisica.
Il Centro offre percorsi didattici per le scuole di ogni ordine e grado, alcuni dei quali vengono realizzati direttamente nelle aule degli istituti scolastici. Inoltre il Museo offre numerose attività dedicate ad un pubblico adulto e di famiglie con bambini, corsi di approfondimento per studenti e ragazzi e corsi di aggiornamento per docenti.
Numerose le attività didattiche organizzate dal Laboratorio dell’insetto, che fino a giugno ci attende con un ricco calendario di eventi domenicali all’insegna della creatività e della sostenibilità ambientale: dalle tecniche pittoriche per ritrarre le farfalle dal vivo con la guida di un artista ai gioielli realizzati con materiali naturali isoliti, fino alle giornate dedicate ai temi dell’EXPO 2015, come gli insetti commestibili o le energie alternative.
Il Museo del cielo e della terra si trova in Via Marzocchi 15, San Giovanni in Persiceto (BO). Il Laboratorio dell'Insetto è visitabile ogni domenica dalle ore 15.30.
Per ricevere maggiori informazioni sul progetto Zerynthia o per prenotare il kit didattico Vanessa io potete contattare la Dott.ssa Bettina Maccagnani, responsabile del Laboratorio dell’Insetto, all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o consultare il sito del museo http://www.museocieloeterra.org/.
Veronica Rocco