Nel periodo che va dalla metà degli anni ‘50 agli anni ’60, infatti, il suo atelier di Via Condotti vide entrare tutti i protagonisti del jet-set internazionale, dell’alta società romana e della florida Hollywood sul Tevere di allora. Con Schuberth nascono il vero Italian Style e l’Alta Moda italiana. Il tocco di questo maestro consisteva nella valorizzazione della donna. Coloro che indossavano i suoi abiti non erano al servizio degli stessi né accadeva il contrario, a favore piuttosto di una simbiosi che mirasse a far risplendere allo stesso modo tanto l’abito quanto chi l’indossava. Il lavoro di Sarno non tralascia, inoltre, le persecuzioni mediatiche sui cinegiornali dell’epoca, ai danni dello stilista, in un gioco di testimonianza che vuole bilanciare sia il lato lucente della medaglia che il suo rovescio. Per un couturier dal legame strettissimo con il cinema e la città di Venezia – scelta per un’importante sfilata prima di Palazzo Pitti a Firenze - dunque, la presentazione di questo lavoro al Lido, all’interno della Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di Venezia (2011), come Evento Speciale in Controcampo italiano, non poteva essere più azzeccata.
Margherita Lamesta