L’India negli occhi delle donne

Fabrizio Giangrande 26 Ott 2010

”Donne in India. SEWA un sindacato al femminile” questo il titolo dell’esposizine fotografica di Donatella Giagnori presentato nei locali della biblioteca comunale del quindicesimo Municipio di Roma, dal 15 al 29 ottobre.
L’autrice è cofondatrice dell’Agenzia fotografica Edison, che vanta pubblicazioni in molte delle maggiori testate nazionali ed internazionali.L’iniziativa è il risultato di un reportage realizzato prendendo in considerazione la nascita, la crescita ed i risultati d’una organizzazione sindacale, SEWA (Self Employed Women’s Association), aperta solo alle donne. Questa associazione oggi conta oltre un milione di iscritte ed è molto più di un sindacato, perchè rappresenta uno strumento attraverso il quale le donne indiane hanno potuto emanciparsi, inserendosi attivamente nel tessuto economico. In un paese, l’India, che appare pieno di contraddizioni se lo si tenta di classificare all’interno di schemi e criteri occidentali, in cui la tradizione definisce un codice di norme consuetudinarie che condizionano relazioni sociali e costumi.
Di contro una crescita del  PIL vertiginosa nell’ultimo decennio, un livello tecnologico eccellente, tanto da essere uno dei maggiori esportatori mondiali di software, un peso geopolitico imponente in un’area delicata dello scacchiere internazionale, anche in virtù del possesso dell’arma nucleare, pone l’India nel ruolo di moderna potenza mondiale.

In India la vastità demografica e geografica è scandita da differenze etniche, sociali e religiose, sia tra diverse regioni, sia all’interno di stesse regioni tra aree urbane e rurali.
Nello stato indiano, governato da una donna, Sonia Ghandi, presidente del Partito del Congresso Indiano, le donne, come dimostra anche il “Family Relations”, studio eseguito dall’Università del New Hampshire e pubblicato il 10 ottobre 2010 dal Corriere della Sera, sono ancora ben lontane dall’ottenere una condizione di pari opportunità in ambito lavorativo.
In questa realtà complessa, opera SEWA, per sottrarre sarte, ricamatrici, contadine, mungitrici e sigaraie di bidi alla condizione di sfruttamento. Il sindacato, fondato nel 1972 dalla ghandiana Ela Bhatt, costituisce uno strumento di emancipazione per donne impiegate in umili lavori che ancora oggi rappresentano il novanta per cento della forza lavoro femminile in India. La SEWA già nel 1974 si è dotata di una banca di risparmio e di microcredito, finalizzata a finanziare progetti imprenditoriali femminili e garantire la protezione dall’usura.
Sono 400 i documentari che SEWA Technology and Media Coorporative realizza ogni anno per testimoniare il lavoro compiuto dall’associazione sindacale in ambito sociale e produttivo. Non secondaria è l’opera che SEWA Academy realizza dal 1990, un intenso programma di formazione economica  delle donne, tanto da essere equiparata ad una Università al femminile. La tutela del lavoro, l’assistenza previdenziale ed antinfortunistica, tutela delle madri lavoratrici, asili nido per oltre 6000 bambini, medicinali a costi controllati, un’assistenza garantita dalla produzione
alla vendita dei prodotti delle cooperative agricole, della pesca, degli stabilimenti tessili, della produzione di sigari in centinaia di villaggi nel paese.
Non è necessario rifarsi all’analisi di diagrammi e ricerche economiche, il risultato di questo lavoro può essere visto negli occhi delle donne impresse nell’obiettivo di Donatella Giagnori nel suo reportage, in cui donne lavorano la terra, curano il bestiame, tessono le variopinte stoffe indiane, discutono all’interno di riunioni.
Occhi fieri e consapevoli quelli delle donne di SEWA, consci del ruolo che le donne oggi hanno nella società indiana.
Le stesse Nazioni Unite hanno più volte ribadito, attraverso studi di genere, come anche nelle economie in via di sviluppo la donna, per la sua capacità di gestione delle economie familiari finalizzate al risparmio, la sua maggiore propensione alla restituzione dei crediti, il suo minore coinvolgimento in fenomeni di malcostume come la corruzione ed in virtù di un forte dinamismo imprenditoriale, rappresenti non una risorsa, ma la chiave per lo sviluppo dell’economia e l’humus sul quale può germogliare il seme della democrazia. L’impegno di SEWA in India non è infatti finalizzato ad uno scontro di genere, né tantomeno a  sovvertire un ordine sociale che trova legittimazione in un’antica tradizione culturale.
Ciò che SEWA, come altre organizzazioni che operano sul territorio indiano, si impegna a realizzare è l’emancipazione della donna, in un contesto di pari opportunità in ambito lavorativo, attraverso un percorso non politico ma sociale ed economico, cosicché le donne possano volgere il proprio sguardo al futuro consapevoli e fiere del loro ruolo nella società.

Fabrizio Giangrande

Ultima modifica il Martedì, 06 Marzo 2012 14:18
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