Ed ancora un concorso di cortometraggi per l’assegnazione del Premio Methexis e numerosi Forum ed incontri professionali riguardanti le nuove tecnologie di produzione e di distribuzione dei prodotti cinematografici.
Il tutto alla presenza di registi, attori e tecnici, ospiti della manifestazione, provenienti da ogni angolo del bacino del Mediterraneo. Tra questi in particolare Sergiu Nicolaescu, attore e regista romeno e parte attiva, attraverso il contributo espresso dalla sua opera, del processo di emancipazione del popolo romeno. Il regista, durante la cerimonia di apertura del MedFilm, è stato insignito del premio alla carriera.
Numerose le opere realizzate in co-produzione cinematografica tra operatori europei e case dei Paesi del Nord Africa. Tali collaborazioni sono originate da una molteplice serie di con-cause.
Da un lato esse rappresentano il sintomo di un crescente interesse, da parte della società europea, per il cambiamento che ormai da tempo è in corso sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Una nuova fase politica ha camminato, anzi corso parallelamente ad un rinnovato fermento artistico. Un fermento che necessita di essere approfondito al fine di comprendere a pieno le trasformazioni sociali di cui esso è manifestazione. Da questo punto di vista la cinematografia offre spunti e strumenti analitici efficaci, come forse nessuna altra espressione artistica.
D’altro lato tali co-produzioni evidenziano la grande voglia, da parte dei giovani cineasti del Nord Africa, di confrontarsi con i propri colleghi europei. Infatti per un lungo periodo i giovani del Nord Africa, ed i particolare quelli di cultura musulmana, sono stati classificati come un insieme a se rispetto ai coetanei “occidentali”. Successivamente alle rivolte scoppiate in Egitto, Tunisia e Libia si è aperta una fase di emancipazione per i giovani musulmani che ha mostrato come le necessità ed ambizioni di questi giovani fossero del tutto assimilabili a quelle dei giovani “occidentali”, dinamica che pochi osservatori internazionali avevano compreso fino a quel momento.
Ulteriore motivo di interesse per le opere cinematografiche prodotte in Nord Africa è costituito dal ruolo che gli strumenti mediatici hanno assunto sia nella diffusione degli ideali alla base delle proteste, sia nella diffusione in tutto il mondo dell’evolversi delle proteste stesse.
Ma altrettanto numerose sono le co-produzioni europee presentate al MedFilm Festival. Anch’esse importanti perché riguardano Paesi che, anche se uniti da legami istituzionali e politici, hanno ancora la necessità di percorrere un lungo e comune cammino per il raggiungimento di una consolidata integrazione culturale nel quadro del reciproco rispetto. Un traguardo che spesso, all’interno dei confini europei, è fallito a causa della permanenza di pregiudizi, nei confronti dei quali l’unico antidoto è rappresentato dal dialogo e dalla reciproca conoscenza.
E l’apporto del cinema può risultare straordinariamente efficace per interrompere tali dinamiche.
La forza evocativa delle immagini, la capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, di calarlo in ruoli e realtà sconosciute e lontane, di fare percepire, come propri, drammi, paure, gioie e sogni che non gli appartengono.
Il cinema è un efficace modo non solo per mostrare i particolarismi che appartengono ad ogni cultura ma soprattutto per porre in evidenza i valori ed i sentimenti comuni.
In questa ottica il MedFilm Festival è un’importante occasione di dialogo e confronto tra popoli differenti ma con forti radici comuni. Uno strumento attraverso il quale sottolineare che il Mediterraneo, oggi come oltre 2000 anni fa, rappresenta ancora uno spazio comune di vitale importanza. Uno specchio d’acqua attraverso il quale riflettere la propria immagine sia per confrontarla con quella degli altri popoli che vi si affacciano, che per costruire rapporti armoniosi e rispettosi. Un mare su cui muovere e far viaggiare idee, cultura e diritti.
Fabrizio Giangrande
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