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Tecnologia (189)

 


Un team di ricerca dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “E. Caianiello” del Cnr, con il contributo della Stazione zoologica Anton Dohrn, ha realizzato un test ottico per quantificare la presenza di rame nelle acque del fiume Sarno, valutandone gli effetti sulle microalghe. Lo studio è pubblicato sulla rivista Scientific Reports.


Ricercatori dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “Eduardo Caianiello” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isasi), in collaborazione con la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli (Szn), hanno messo a punto un test ottico per il rilevamento della dose di rame dispersa in campioni d’acqua isolati dal fiume Sarno in Campania, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.


L’innovazione, brevettata dall’Università di Bologna, consiste in film a base di polimeri naturali contenenti diverse tipologie di estratti naturali incapsulati, che vengono idratati e si trasformano in gel al momento dell’applicazione.
Una nuova tipologia di prodotti cosmetici, ottenuti da ingredienti di origine naturale, senza sostanze conservanti e antiossidanti, con pochi imballaggi da smaltire. Si chiamano Film Cosmetici Sostenibili e nascono al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, dal lavoro della professoressa Teresa Cerchiara e della dottoressa Valentina Sallustio.
L’innovazione – brevettata dall’Alma Mater – consiste in film a base di polimeri naturali contenenti diverse tipologie di estratti naturali incapsulati. Al momento dell’applicazione, i film vengono idratati e si trasformano in gel. Gli utilizzi possibili sono molteplici, ad esempio per prodotti antinvecchiamento, antiacne, con azione idratante o funzione protettiva.
“Le sostanze bioattive naturali degli estratti sono ben note, ma sono spesso facilmente ossidabili e quindi instabili: per questo motivo, nelle formulazioni cosmetiche è richiesta l’aggiunta di sostanze antiossidanti”, spiegano le inventrici. “Lo sviluppo dei Film Cosmetici Sostenibili permette di superare questi limiti degli estratti naturali”.


Lo studio pubblicato su Nature Communications dalla Sapienza permette di descrivere sistemi ottici multimodali attraverso una nuova legge termodinamica in grado di riprodurre i dati con grande accuratezza. I risultati del lavoro hanno importanti ricadute tecnologiche nella progettazione di sistemi di trasmissione in fibra ottica di nuova generazione
Uno studio condotto presso il laboratorio di Fotonica Nonlineare del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, elettronica e telecomunicazioni (DIET) della Sapienza ha analizzato per la prima volta strutture ottiche complesse come quelle multimodali - un particolare tipo di fibra ottica, impiegate soprattutto per le comunicazioni a breve distanza - utilizzando semplici leggi termodinamiche ottiche. Fino ad oggi queste strutture venivano progettate con complesse equazioni non lineari.

 


Brevettata dall’Università di Bologna, la tecnologia permette di mettere a punto un sistema di irrigazione che mantenga un grado ottimale di umidità dei terreni agricoli. I test sul campo hanno fatto registrare, tra giugno e ottobre, un risparmio idrico del 41%.


Una griglia di sensori per rilevazioni in due e tre dimensioni, e uno specifico algoritmo di machine learning che si basa su una rete neurale. Sono gli ingredienti fondamentali di un nuovo sistema di monitoraggio dell'umidità del suolo brevettato dall'Università di Bologna. Sperimentata in un campo di kiwi giallo a Brisighella, in provincia di Ravenna, la nuova tecnologia ha permesso, tra giugno e ottobre, di risparmiare il 41% dell’acqua utilizzata per l'irrigazione. Nato dalla collaborazione tra studiosi del Dipartimento di Informatica - Scienza e Ingegneria e del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari, il brevetto permette di mettere a punto un sistema di irrigazione che mantenga un grado ottimale di umidità dei terreni agricoli.


Uno studio condotto dalla Fondazione Tettamanti e da Sapienza Università di Roma ha permesso di realizzare, grazie a cellule staminali scheletriche prelevate dai pazienti, una riproduzione dell’architettura della cartilagine e dell’osso (organoide) per studiare trattamenti più efficaci per la sindrome di Hurler, malattia genetica pediatrica rara. La ricerca, pubblicata dalla rivista scientifica internazionale JCI Insight, apre alla possibilità di utilizzare organoidi per lo studio delle malattie genetiche rare.



La sostenibilità energetica e l'interconnessione sono i due pilastri principali su cui si baseranno le smart cities del futuro, con dispositivi energetici intelligenti e connessi, completamente integrati negli edifici, capaci di soddisfare rigorose normative e di avere un impatto energetico minimo. In quest’ambito, nel lavoro pubblicato sulla rivista Advanced Energy Materials, il team composto da ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e di Cnr-Ino, in collaborazione Glass to Power SpA e LENS, ha realizzato e studiato il primo esempio di finestra fotovoltaica dotata anche della capacità di scambiare dati attraverso la luce mediante la tecnologia VLC (Visible Light Communication).

L’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche ha contribuito allo sviluppo di un modello virtuale del ciclo dell’acqua sulla Terra: servirà a ottimizzare la gestione delle risorse idriche e la mitigazione dei disastri naturali legati all’acqua. La piattaforma, realizzata nell’ambito del progetto “Digital Twin Earth Hydrology” finanziato dall'Agenzia spaziale europea, è descritta su Frontiers in Science.

 Uno studio internazionale pubblicato su Frontiers in Science, coordinato dall’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi), descrive lo sviluppo di un innovativo modello virtuale che per la prima volta replica il ciclo dell’acqua sulla Terra integrando osservazioni satellitari ad alta risoluzione.

Courtesy Anna Regoutz (UCL, London)

 

Un team di ricerca internazionale composto, per l’Italia, da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università Roma Tre, ha identificato attraverso un approccio innovativo il collegamento tra struttura elettronica e proprietà termodinamiche di alcuni materiali. La scoperta, pubblicata su PRX Energy, permette di affrontare in modo tecnologicamente più efficiente il problema dello stoccaggio dell’idrogeno.

 Un gruppo di ricerca internazionale composto, per l’Italia, da ricercatori dell'Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom) e dell’Università Roma Tre, in collaborazione con colleghi dell’University College di Londra, dell’Università di Bristol (Regno Unito), dell’University of Technology di Delft (Olanda) e dell’Università di Zurigo (Svizzera) ha raggiunto importanti risultati per affrontare in modo tecnologicamente più efficiente il problema dello stoccaggio dell’idrogeno.



Come l’abilità nel “cogliere l’attimo” conta nella fotografia d’autore, così fino ad oggi è stata l’esperienza dell’operatore di radiologia a fare la differenza nella visualizzazione di aree cicatriziali nel cuore durante l’esecuzione di esami di risonanza magnetica cardiaca. Un’invenzione di scienziate e scienziati italiani promette di innovare questa fondamentale pratica diagnostica, rendendola accurata al primo “scatto” grazie all’intelligenza artificiale. Si chiama “THAITI” ed è un software messo a punto e brevettato da un team interdisciplinare composto da Daniela Besozzi e Daniele M. Papetti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Marco S. Nobile dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e Camilla Torlasco dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano.



Un team di ricercatori dell’Università di Torino, guidati dai Proff. Giuseppe Ferrauto e Silvio Aime, ha sviluppato un metodo basato sulla risonanza magnetica per immagini (RMI) che va oltre le tradizionali tecniche di imaging, consentendo una valutazione più accurata della malignità dei tumori e dell'efficacia dei trattamenti. Si tratta di un nuovo approccio che promette di cambiare il modo in cui osserviamo i tumori per capirne l’aggressività, a testimonianza del fatto che la scienza avanza di pari passo con la tecnologia.

 Capire la complessità dei tumori è fondamentale, poiché ogni tipo di tumore può rispondere in modo diverso ai trattamenti. La chiave per un trattamento mirato ed efficace è localizzare con precisione il tumore e determinare il grado di malignità. La risonanza magnetica (MRI) è un potente strumento che fornisce immagini altamente dettagliate dei tessuti interni del corpo umano, con un'elevata accuratezza e senza rischi per il paziente. Il nuovo metodo sviluppato a Torino va però ben oltre, spingendosi a visualizzare dettagli funzionali delle cellule tumorali.

 

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