WANTED: Anoplophora chinensis o glabripennis

Nome: Anoplophora
cognome: chinensis o glabripennis
nazionalità: asiatica
statura: 25 mm il maschio, 35 mm la femmina
costituzione: robusta
occupazione: lavorazione del legno
segni particolari: lunghe antenne blu
osservazioni: è pericolosissimo e fa parte di una organizzazione dedita alla distruzione dei boschi
RICERCATO, VIVO O MORTO!


Se lo vedi segnalalo immediatamente ai seguenti recapiti:
840000001 (solo da telefono fisso, 1 scatto alla risposta)
0269967001 (da cellulari costo in base all’operatore telefonico) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il tuo contributo può salvare molte piante della Lombardia”.

 

 


Negli ultimi mesi, agli abitanti di Milano o di qualche comune della Lombardia come Assago, Legnano o Lainate, non saranno certamente sfuggiti dei cartelli su cui spicca la fotografia di un “ricercato” molto particolare.
Contro di lui in Italia è caccia aperta dal 2000, quando per la prima volta è stato avvistato nel comune di Parabiago, a nord di Milano.

 

Anoplophora chinensis (Forster) esemplare adulto

Non si tratta, come qualcuno potrebbe immaginare, di un falegname tibetano che ha deciso di costruire miliardi di statue di legno a forma di Buddha nella posizione del Loto e che, dopo aver esaurito tutte le scorte di legname dell’Asia, ha preso d’assalto i boschi del Mediterraneo.
Il “ricercato” sul quale la Regione Lombardia ha messo una “taglia” è un grazioso coleottero dalle lunghe antenne blu, appartenente alla famiglia dei Cerambycidae e comunemente noto come “tarlo asiatico”.
Le specie finora avvistate, in realtà, sono due: la Anoplophora chinensis (Forster) e la Anoplophora glabripennis, praticamente indistinguibili l’una dall’altra.
Il tarlo, introdotto accidentalmente in Italia dall’Estremo Oriente, dove è diffuso soprattutto in Cina, Corea, Giappone e Taiwan, è innocuo per l’uomo, ma costituisce una grave minaccia per il patrimonio arboreo della nostra penisola. L’ospite indesiderato, infatti, si nutre di legno e, una volta insediatosi nell’albero, lo divora dall’interno, causandone la morte. Non bisogna confonderlo, però, con il Monochamus, un cerambicide autoctono assolutamente innocuo per le piante.
Lo stato di allerta per ora riguarda solo la Lombardia, ma non è escluso che l’infestazione si propaghi anche in altre regioni. Il Servizio Fitosanitario regionale sta conducendo da alcuni mesi una campagna d’informazione tra coltivatori, vivaisti, importatori, ma anche semplici cittadini, per monitorare le aree infestate ed abbattere le piante colpite dal tarlo.
Finora sono 20 le specie arboree che ospitano il piccolo coleottero, tra cui aceri, faggi, betulle, carpini, ippocastani, ontani, noccioli, platani, meli e peri.
L’esemplare adulto di Anoplophora è di colore nero con macchie bianche sul dorso. Le antenne, che nel maschio sono lunghe il doppio del corpo, hanno segmenti bianchi e blu.
Le larve, prive di zampe, possono “soggiornare” dentro l’albero anche uno-due anni prima di concludere il loro ciclo e trasformarsi in coleotteri adulti. Costruiscono pazientemente lunghi cunicoli, prima superficiali, poi sempre più profondi, nel legno del fusto e delle radici. Una volta raggiunta la maturità sessuale, si aprono un varco verso la corteccia dell’albero e “mordicchiano” il legno con la mandibola, creando dei fori perfettamente circolari dai quali fuoriescono i coleotteri adulti.
Di solito questi insetti escono allo scoperto tra fine maggio e fine agosto, durante il periodo dell’accoppiamento, e si stabiliscono nella chioma dell’albero per nutrirsi della corteccia e dei giovani rami. La femmina depone le uova, simili a chicchi di riso, sotto la corteccia e sulle radici più superficiali della pianta. Incidendo il legno, arriva a depositare fino a settanta uova.
Mucchietti di segatura, scortecciature e fori di sfarfallamento, spesso nascosti sotto uno
strato di terriccio, sono i segni più evidenti del passaggio di questi piccoli insetti.
Le gallerie – avverte il Servizio Fitoterapico - provocano i danni maggiori alla pianta perché la distruggono dall’interno, mentre i fori diventano pericolosi ricettacoli di infezioni che fanno marcire la pianta.
Finora l’unico modo per impedire il propagarsi dell’infestazione è quello di abbattere gli alberi colpiti dal tarlo, avendo cura di eliminare completamente l’apparato radicale. Tutto il legname di risulta, inoltre, deve essere bruciato perché il coleottero è in grado di completare il suo ciclo vitale anche nelle parti staccate dalla pianta.
Il decreto emanato il 9 novembre 2007 dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali  prevede l’obbligo di contrastare l’Anoplophora chinensis (Forster) su tutto il territorio nazionale, vieta di importare in Italia specie arboree sensibili a questo coleottero da paesi terzi non europei, nonché di coltivare piante sensibili al tarlo, per esempio l’acero, il platano, il carpino, il faggio e la betulla. Inoltre, le aziende vivaistiche che coltivano e commercializzano piante sensibili nella zona d’infestazione e in quelle limitrofe sono soggette a controlli periodici e sono tenute ad effettuare trattamenti a base di pesticidi.
La normativa prevede tre cicli di trattamento su tutte le piante ospiti nell’area focolaio e in quella di quarantena, ossia in un raggio d’azione di 1 Km dalle piante infestate; il primo trattamento va eseguito a metà giugno e gli altri due a distanza di 15-20 giorni .
Per ora, fanno sapere le Autorità, il controllo basato sull’abbattimento degli alberi malati e sui trattamenti a base di pesticidi sembra essere l’unico strumento in grado di arginare l’infestazione. L’Istituto di Entomologia Agraria dell’Università di Milano , in collaborazione con la Fondazione Minoprio, sta conducendo degli studi per verificare eventuali metodi alternativi di origine biologica, ma finora questo tipo di misure non ha dato risultati soddisfacenti.

 


 



Si ringrazia la Regione Lombardia-Direzione Generale Agricoltura  e la Fondazione Minoprio per averci gentilmente concesso il materiale fotografico.


Link consigliati:
Regione Lombardia
http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/
Istituto di Entomologia Agraria dell’Università di Milano
http://www.fondazioneminoprio.it/
Fondazione Minoprio
http://users.unimi.it/~agra/ento1.html

 

 

 NOTE

  1. Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cerambicide asiatico Anoplophora chinensis (Forster)
  2. Per ulteriori approfondimenti rimando ai seguenti decreti: 7382 del 5/07/2007, “Controllo ed eradicazione di Anoplophora chinensis (Forster) in regione Lombardia. Individuazione aree di quarantena, focolaio e fascia di sicurezza”; 9834 del 11/09/2007, “Disposizioni in merito ai trattamenti insetticidi per contrastare la diffusione dell’insetto Anoplophora chinensis (Forster) forma malaisica”; 6806 del 21/06/2007, “Nuove misure regionali di controllo ed eradicazione di Anoplophora chinensis (Forster) in regione Lombardia”.
  3. Anoplophora chinensis (Forster): nuove acquisizioni di biologia, fisiologia, diffusione e possibilità di contenimento.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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