Non è solo il patrimonio genetico ereditato dai genitori a influire su quello che sarà lo stato di salute futuro del bambino e, poi, dell’adulto, ma anche l’ambiente che lo circonda, a partire da prima del concepimento. Lo stile di vita dei futuri genitori, infatti, influisce sugli ovociti della mamma e sugli spermatozoi del papà e condizioneranno il funzionamento dei geni del bambino. Dopo il concepimento gli stimoli esterni continuano a influenzare il feto attraverso l’utero della madre e, dopo la nascita, direttamente dall’ambiente in cui vive il bambino.
L’ambiente intorno al bambino, le persone che lo circondano e perfino gli stimoli psicologici sono in grado di regolare il funzionamento dei geni, di “spegnerne” alcuni e di “accenderne” altri, di rallentarne il funzionamento o di accelerarlo. Si parla di “primi mille giorni” perché è in questo periodo di tempo, dal concepimento fino ai due anni di età, che si forma gran parte dell’organismo. E proprio perché “in via di costruzione”, è più facile modificarlo, adattarlo all’ambiente. Nel gergo scientifico si dice che nei primi periodi di vita l’organismo è plastico, cioè è più facilmente malleabile. Il comportamento della mamma durante la gravidanza è sicuramente un fattore centrale: alimentazione, esercizio fisico e assenza di stress sono tutti elementi che influenzeranno in modo estremamente importante lo sviluppo del sistema nervoso e la programmazione fetale, cioè la programmazione della funzione di tutti gli organi del feto.
La vitamina B9 a esempio è fondamentale per garantire un normale sviluppo degli organi nel feto. Può essere assunta come acido folico o come folati. Il primo è la forma vitaminica presente negli integratori, i secondi sono invece le forme vitaminiche presenti negli alimenti, principalmente: arance, kiwi, fragole, asparagi, carciofi, spinaci, bieta, ceci, lenticchie, fave, fagioli. È importante inoltre un utilizzo consapevole dei farmaci, evitando il “fai da te”. Una donna in età fertile e che desidera una gravidanza deve chiedere il parere del proprio medico o del farmacista prima di utilizzare un farmaco. Se compaiono problemi acuti in gravidanza è importante curarsi. In caso di malattie croniche, che prevedono trattamenti farmacologici di lunga durata, è importante non interrompere l’utilizzo dei farmaci.
Anche il papà deve fare attenzione alle proprie abitudini, a partire da 180 giorni prima del concepimento. Il suo contributo alla salute del bambino inizia infatti da allora. Fumo, abuso di alcol ed esposizione professionale a sostanze tossiche possono influire negativamente sia sul peso del bambino alla nascita, sia sul suo stato di salute. Anche se nessuno di questi fattori ambientali è in grado di modificare i geni, tutti sono in grado di alterare il loro funzionamento.
Altrettanto importante è lo stile di vita del bambino nei primi due anni. Basti pensare all’alimentazione, o se viene o meno allattato al seno. A cosa la mamma quindi avrà mangiato. Non solo, il rapporto tra i genitori può diventare fondamentale: il bambino risente molto di un clima familiare favorevole. Dopo il primo anno, poi, il bambino deve fare almeno tre ore al giorno di movimento fisico. A questi temi l’Ospedale ha dedicato un progetto specifico che si chiama mammainforma, un sito web aperto a tutti. È sufficiente registrarsi gratuitamente per ricevere, una volta alla settimana, approfondimenti dedicati ai principali aspetti dei primi 1.000 giorni di vita del bambino. I contenuti sono video interviste realizzate con specialisti del Bambino Gesù e dei principali poli sanitari e di ricerca del Paese. «Fino a qualche decennio fa, pensavamo che le caratteristiche fisiche, biologiche e i comportamenti di tutti noi prendessero origine esclusivamente dai geni che abbiamo ereditato dalla madre e dal padre – spiega il professor Ugazio - Oggi, è ormai chiaro che le cose vanno diversamente, che non sono così semplici. Prestare la dovuta attenzione allo stile di vita e all’ambiente che ci circonda, dalle settimane che precedono il concepimento fino al secondo anno di età, non solo aiuta lo stato di salute del bambino, ma anche dell’adulto che sarà».