Autorevoli review scientifiche e studi statistico-epidemiologici hanno definitivamente confermato che la frequenza degli individui adulti responsabili di atti di violenza sessuale nei confronti dei minori è maggiore in coloro che hanno subito a loro volta atti simili, anche rispetto a quelli vittime di altro genere di violenze. Inoltre è stato dimostrato che l’aumento di rischio di reiterazione è molto variabile in relazione a modalità e frequenza dell’abuso subito, ruolo intrafamiliare o extrafamiliare dell’abusante, supporto medico, stato socio-culturale, educazione scolastica e supporto psicoterapeutico”. Il progetto mira in particolare ad approfondire le correlazioni cliniche e le evidenze di tipo genetico ed epigenetico nei minori che conseguentemente a maltrattamenti e abusi hanno sviluppato gravi neuropsicopatologie comportamentali, quali depressione, disturbi post traumatici da stress e correlati come ansia, panico e tendenza all’aggressività, sia verso se stessi che nei confronti di terzi. “L’epigenetica è una nuova disciplina della biologia che studia i cambiamenti indotti dai fattori ambientali che, nonostante non modifichino la struttura del Dna, vanno ad alterarne l’espressione”, conclude Parano. “L’abuso su un minore provoca numerose alterazioni epigenetiche e quindi lo studio di questi fenomeni è particolarmente utile per la diagnosi e per la cura delle patologie correlate a violenza sui minori. Il progetto consentirà così l’attuazione di nuove strategie preventive, diagnostiche e terapeutiche”.
Lo studio, presentato dai ricercatori dell’Isn-Cnr al Senato della Repubblica, ha ottenuto il consenso delle principali Società pediatriche italiane e delle Commissioni parlamentari.
Roma, 7 agosto 2015