Movimenti dal forte accento populista che spesso nella risoluzione dei problemi quotidiani ricorrono al fondamentalismo religioso per radicalizzare, nell'ambito del conservatorismo americano, il conflitto culturale con il Partito Democratico.
I Tea Parties, sostenuti principalmente da un elettorato bianco, avanti con gli anni e residente negli Stati del Sud, hanno trovato in Barack Obama il principale avversario da sconfiggere in quanto espressione del potere centrale, giovane ed appartenente a quella che viene considerata una minoranza etnica.
Successivamente i partecipanti all'incontro hanno soffermato la propria attenzione sulla ricerca delle motivazioni che stanno rendendo i Tea parties tanto popolari negli USA.
Tra le condizioni che stanno favorendo l'ascesa politica di questi movimenti è stata individuata l'assenza di una forza moderata adeguata in grado di parlare e soprattutto di saper interpretare le esigenze dell'elettorato repubblicano moderato.
Un'assenza di cui si è avvantaggiata l'ala radicale dei conservatori, forte anche della legge, approvata dal Congresso americano nel 2010, che ha cancellato i limiti di spesa imposti ai comitati politici nell'esercizio delle attività elettorali. Secondo i relatori l'eliminazione di questi ultimi ha aumentato l'influenza nella politica dei grandi gruppi finanziari, tradizionalmente legati maggiormente all'ala repubblicana rispetto a quella democratica.
Ma non è tutto. Secondo Pamela Harris e Giovanni Borgognone, ad alimentare tale fase populista e radicale che attraversa l'ala repubblicana americana vi è l'opera di "disinformazione" attuata da Fox News, che, secondo il parere dei relatori della conferenza, attraverso il modo di diffondere le notizie indurrebbe un sentimento antigovernativo.
Fox News sembrerebbe far nascere infondate paure nell'elettorato bianco che paventerebbe il rischio che, in conseguenza dei cambiamenti demografici in atto negli USA dovuti ad un drastico aumento delle popolazioni di etnia ispanica proveniente dall'America centrale, i bianchi potrebbero vivere in un prossimo futuro una condizione di assedio.
Un atteggiamento dunque dettato ancora una volta dalla paura per il "diverso" e che, secondo gli stessi relatori, non sarà alla fine idoneo a produrre gli effetti sperati e che, invece, potrebbe alienare ai repubblicani sia il voto dei giovani che dei nuovi americani e soprattutto delle donne condannando la destra americana ad una nuova sconfitta elettorale.
Fabrizio Giangrande
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