I risultati hanno evidenziato che la maggior parte di queste particelle, circa il 90%, era classificabile come nanoplastica. La composizione chimica dei frammenti ha rivelato la predominanza del polietilene tereftalato (PET), un polimero ampiamente utilizzato nella produzione di bottiglie, e di altri materiali come il polipropilene e il poliammide.
I dati raccolti indicano che la presenza di nanoplastiche nell'acqua in bottiglia è un fenomeno diffuso, con una probabile origine legata all'abrasione dei materiali di imballaggio. La dimensione nanometrica di queste particelle solleva questioni relative alla loro interazione con i sistemi biologici, in quanto sono teoricamente in grado di attraversare membrane cellulari e altre barriere fisiologiche. Le conclusioni dello studio suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche per valutare l'effettiva esposizione umana e per comprendere i potenziali effetti a lungo termine di tali particelle sull'organismo. Questa indagine contribuisce a fornire un quadro più completo della contaminazione da plastica a livello micro e nanoscopico, delineando nuove direzioni per la ricerca sulla sicurezza alimentare e ambientale.
Differenze tra acqua del rubinetto e acqua in bottiglia in contesti globali
La questione della qualità dell'acqua non si limita alle nanoplastiche e presenta differenze significative tra l'acqua del rubinetto e quella in bottiglia a seconda del contesto geografico.
Regolamentazione e standard di qualità
Acqua del rubinetto: nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito (come quelli dell'Unione Europea, Stati Uniti, Canada e Australia), l'acqua potabile è soggetta a regolamentazioni rigorose da parte di agenzie di sanità pubblica. Gli standard sono spesso più stringenti per le forniture idriche pubbliche rispetto a quelli che si applicano all'acqua in bottiglia, che è classificata come prodotto alimentare. Le analisi sono frequenti e i risultati sono solitamente pubblici.
Acqua in bottiglia: l'acqua in bottiglia è regolata da norme alimentari che possono variare notevolmente e, in molti casi, sono meno rigorose di quelle per l'acqua di rete. Di conseguenza, i controlli su micro- e nanoplastiche, ad esempio, non sono sempre obbligatori, e le informazioni sulla qualità non sono sempre facilmente accessibili al pubblico.
Presenza di Contaminanti
Studi comparativi suggeriscono che l'acqua del rubinetto, in generale, contiene meno microplastiche rispetto a quella in bottiglia. La principale fonte di contaminazione dell'acqua in bottiglia è il materiale di imballaggio stesso (il PET). Al contrario, le principali fonti di contaminazione per l'acqua del rubinetto, quando presenti, sono l'infrastruttura idrica obsoleta (come le tubature di piombo) o la contaminazione da acque reflue.
Contesto Globale
Paesi ad Alto Reddito: L'acqua del rubinetto è generalmente considerata sicura e, in molti casi, di qualità superiore a quella in bottiglia. La preferenza per l'acqua in bottiglia è spesso legata a percezioni di purezza, gusto o convenienza, piuttosto che a una reale necessità di sicurezza.
Paesi in Via di Sviluppo: In molte aree con infrastrutture idriche limitate o inaffidabili, l'acqua in bottiglia è spesso percepita, e talvolta è, l'opzione più sicura per il consumo, a causa della mancanza di fiducia nel sistema di distribuzione pubblico e per la diffusa presenza di patogeni. Tuttavia, anche in questi casi, la presenza di nanoplastiche rimane un problema non risolto.
Bibliografia
Zhang J. et al. Rapid, multiplexed, single-particle imaging of nanoplastics and microplastics in bottled water J. Environ Expo Assess 2024;3:24.
*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Past Editor-in-Chief Italian Journal of Dermosurgery