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Tecnologia (234)


Trasmissione di un video ad alta risoluzione con ricevitori ottici basati su concentratori fluorescenti

 


Recenti studi, frutto della collaborazione tra il Cnr, Scuola Superiore Sant’Anna, Laboratorio LENS, e le Università di Firenze e Pisa, hanno dimostrato un innovativo sistema di comunicazione wireless basato sulla luce visibile, che sfrutta LED e concentratori solari fluorescenti (LSC). I risultati, pubblicati sulle riviste Scientific Reports e Advanced Optical Materials, sono stati realizzati nell’ambito dei progetti PNRR RESTART e I-PHOQS, due iniziative che pongono l’Italia in posizione di avanguardia per la ricerca di frontiera in settori altamente strategici.


Due importanti riviste scientifiche internazionali - Scientific Reports e Advanced Optical Materials – hanno dato risalto a recenti studi condotti da team di ricerca italiani che hanno dimostrato un sistema innovativo di comunicazione basato sulla luce visibile (VLC) a LED e le antenne ottiche fluorescenti in applicazioni realistiche, mostrandone l’ottimo potenziale.

 

L’incontro tra neuroscienze e tecnologie digitali sta vivendo un’accelerazione senza precedenti, trainata dallo sviluppo di nuove interfacce cervello-macchina (BCI, Brain-Computer Interface) capaci di restituire funzioni motorie e sensoriali in pazienti con gravi disabilità, ma anche di espandere le possibilità della mente umana. Nel 2025, l’attenzione del mondo scientifico, industriale e bioetico si concentra sul salto di qualità di queste tecnologie, ormai non più solo spettro della fantascienza.

Cosa sono le interfacce cervello-macchina?

Le BCI sono sistemi che mettono in comunicazione diretta l’attività neurale con dispositivi esterni—computer, arti robotici, sistemi domotici—consentendo di trasmettere pensieri in comandi reali, aggirando vie nervose danneggiate o assenti. La generazione attuale di BCI utilizza microelettrodi impiantabili ad altissima densità, in grado di leggere e stimolare l’attività di aree cerebrali anche molto piccole.


Team di ricerca guidato da Padova mette a punto nuova tecnologia per la lotta contro lo spreco alimentare, la Dynamic Shelf Life.
Ogni anno, circa un terzo del cibo prodotto a livello mondiale, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura. Questo spreco enorme non solo minaccia la sicurezza alimentare globale, ma accelera anche il cambiamento climatico producendo gas serra.


L'intelligenza artificiale sta iniziando a riconoscere anche le nostre risposte emotive.
Le descrizioni testuali delle immagini utilizzate per addestrare i moderni modelli di IA generativa contengono non solo informazioni sul contenuto semantico dell’immagine, ma anche sullo stato emotivo della persona che fornisce la descrizione: i risultati della ricerca pubblicata dal team padovano sulla rivista «Royal Society Open Science».

Zaira Romeo, dell'Istituto di Neuroscienze del CNR, e Alberto Testolin, del Dipartimento di Psicologia Generale e Dipartimento di Matematica dell'Università di Padova, hanno pubblicato sulla rivista «Royal Society Open Science» l’articolo dal titolo “Artificial Intelligence Can Emulate Human Normative Judgments on Emotional Visual Scenes”. In questo studio hanno testato vari modelli linguistici multimodali di grandi dimensioni per verificare se fossero in grado di emulare le reazioni emotive umane di fronte a una varietà di scene visive. Le valutazioni fornite dall’IA hanno mostrato una sorprendente corrispondenza con quelle umane, nonostante questi sistemi non fossero stati addestrati specificamente per fornire giudizi emozionali sulle immagini. Questo studio non solo dimostra che il linguaggio può supportare lo sviluppo di concetti emotivi nei moderni sistemi di IA, ma solleva anche importanti interrogativi su come si potranno impiegare queste tecnologie in contesti sensibili, come l’assistenza agli anziani, l’istruzione e il supporto alla salute mentale.



Abstract
Il radon è un gas radioattivo naturale che rappresenta una significativa minaccia per la salute umana, essendo la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo. Questo articolo esplora l'importanza dei tetti ventilati come componente cruciale e spesso sottovalutato di una strategia olistica per la mitigazione del radon negli edifici. Dopo aver illustrato la catena di decadimento nucleare che porta dall'uranio al radon e ai suoi prodotti di decadimento, si analizzano i meccanismi fisici, come l'effetto camino e la diluizione, che permettono alla ventilazione del sottotetto di contribuire a disperdere il radon accumulato, a gestire le pressioni interne e a migliorare la qualità complessiva dell'aria. Vengono inoltre discussi i benefici aggiuntivi dei tetti ventilati, tra cui l'efficienza energetica e la durabilità strutturale, e la loro sinergia con le moderne normative edilizie. L'articolo conclude che l'integrazione di tetti ventilati è un imperativo per la creazione di ambienti interni salubri e sicuri.

 

Un team internazionale guidato dalla School of Computer Science della Peking University, in collaborazione con la Chongqing Research Institute of Big Data, il National Engineering Research Center for Software Engineering e il State Key Lab for Novel Software Technology di Nanjing University, ha sviluppato un sistema di droni che integra la tecnologia blockchain per rivoluzionare le operazioni di ricerca e soccorso. Questa innovazione promette di superare i limiti di coordinamento e adattabilità delle flotte di droni, consentendo una risposta alle crisi più rapida, sicura e flessibile rispetto alle soluzioni tradizionali.

Blockchain e droni: una sinergia per la sicurezza e la velocità

Il cuore del nuovo sistema è l’uso della blockchain, che garantisce sicurezza, affidabilità e decisioni collettive durante le emergenze. La rete blockchain viene suddivisa in “shard” (sottoreti indipendenti), accelerando l’elaborazione dei dati e permettendo ai droni di coordinarsi e adattarsi in tempo reale. Questa architettura è cruciale per operazioni su larga scala, dove ogni secondo può fare la differenza tra la vita e la morte.

 

La scarsità di acqua potabile è una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo: il 97% dell’acqua terrestre si trova negli oceani e la sua elevata salinità la rende inutilizzabile senza costosi processi di desalinizzazione. Oggi, un team guidato da Xi Shen ha sviluppato un materiale spugnoso, stampato in 3D e composto da nanotubi di carbonio e nanofibre di cellulosa, capace di trasformare l’acqua di mare in acqua dolce sfruttando esclusivamente l’energia solare. Questa innovazione, pubblicata su ACS Energy Letters, promette una svolta verso la desalinizzazione sostenibile, scalabile e a basso impatto energetico.

Aerogel 3D: la nuova frontiera della desalinizzazione solare

Il cuore della scoperta è un aerogel poroso, realizzato tramite una tecnica di stampa 3D su superficie ghiacciata, che permette di solidificare ogni strato prima di aggiungere il successivo. Il risultato è una struttura spugnosa con minuscoli canali verticali di circa 20 micrometri di diametro, distribuiti uniformemente. Questi canali favoriscono la diffusione del vapore acqueo durante l’evaporazione, garantendo che la resa rimanga elevata anche aumentando la dimensione del materiale—a differenza degli aerogel tradizionali, la cui efficienza cala con l’aumentare della superficie.

Durante i test, sono stati realizzati campioni quadrati da 1 a 8 centimetri di lato: sia i piccoli che i grandi pezzi hanno mantenuto la stessa efficienza di evaporazione. In una prova all’aperto, il materiale è stato immerso in acqua di mare e coperto da una cupola di plastica trasparente. Il sole riscalda la parte superiore della spugna, facendo evaporare solo l’acqua (non il sale), che si condensa sulla cupola e viene raccolta come acqua dolce.



L'Intelligenza Artificiale (AI) sta ridefinendo il panorama tecnologico e sociale, estendendo la sua influenza anche nell'ambito delle religioni e delle pratiche spirituali. Se da un lato emergono opportunità significative per l'innovazione, dall'altro si palesano sfide etiche e teologiche complesse, aggravate dal potenziale rischio di una programmazione AI pericolosa. I rischi della programmazione pericolosa delle AI, come analizzato in “I rischi della programmazione pericolosa delle AI” [5], sono significativi e di vasta portata, in particolare riguardo alla strumentalizzazione delle credenze e delle fragilità umane.
L'AI nell'educazione islamica e oltre: benefici e prime considerazioni.


Un punto di partenza cruciale per comprendere l'impatto dell'AI nelle religioni è lo studio di Andri Nirwana (2025) [15] intitolato "SWOT Analysis of AI Integration in Islamic Education: Cognitive, Affective, and Psychomotor Impacts Vol. 5 No. 1". Questa ricerca fondamentale mette in luce come l'AI stia rivoluzionando l'educazione islamica, introducendo metodologie di apprendimento innovative e personalizzate.


 

Abstract: Programmare un'intelligenza artificiale (AI) in modo pericoloso comporta rischi significativi che potrebbero avere conseguenze di vasta portata per gli individui e la società. Questi rischi si suddividono principalmente in tre categorie: conseguenze inintenzionali, uso malevolo e perdita di controllo.

Conseguenze inintenzionali

Anche con le migliori intenzioni, un'AI mal progettata o insufficientemente testata può portare a risultati imprevisti e dannosi. Questo può accadere a causa di:

Obiettivi o funzioni di ricompensa difettosi: Se l'obiettivo di un'AI è troppo ristretto o non considera le variabili complesse del mondo reale, l'AI potrebbe raggiungere il suo scopo in un modo dannoso. Ad esempio, un'AI progettata per massimizzare la produzione di graffette potrebbe convertire tutta la materia disponibile in graffette, indipendentemente dall'impatto sulla vita umana.

Bias nei dati: I sistemi AI apprendono dai dati che sono stati loro forniti. Se questi dati sono distorti (ad esempio, riflettendo pregiudizi sociali), l'AI perpetuerà e persino amplificherà tali distorsioni, portando a risultati discriminatori in settori come l'assunzione, la concessione di prestiti o la giustizia penale. Per approfondimenti su questo tema, si veda O'Neil (2016) [4] ed Eubanks (2018) [6].

Comportamenti emergenti: Man mano che i sistemi AI diventano più complessi, specialmente con l'apprendimento automatico e il deep learning, possono sviluppare comportamenti non esplicitamente programmati o anticipati dai loro creatori. Questi comportamenti emergenti potrebbero essere imprevedibili e potenzialmente pericolosi.

Vulnerabilità di sicurezza: Un'AI mal programmata può avere difetti di sicurezza che la rendono suscettibile agli hacking. Un'AI compromessa che controlla infrastrutture critiche (come reti elettriche o trasporti) potrebbe portare a interruzioni diffuse o disastri.


L’industria del cemento è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO₂, superando persino il traffico aereo mondiale. In questo scenario, il Paul Scherrer Institute (PSI) ha sviluppato un modello basato su intelligenza artificiale (IA) che accelera la scoperta di nuove formulazioni di cemento, mantenendo qualità e riducendo drasticamente l’impatto ambientale. Questa rivoluzione apre la strada a una produzione più sostenibile, ottimizzata e competitiva, integrando sostenibilità ambientale, cemento verde, intelligenza artificiale, emissioni CO₂, ottimizzazione materiali, calcestruzzo innovativo, digitalizzazione industria, economia circolare, efficienza energetica, materiali da costruzione avanzati.

 

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