Il Consiglio d'Europa e l'Unione Europea hanno posto al centro delle loro politiche la tutela dei diritti. Nel 1950 e' stata approvata la Convenzione Europea per i diritti umani, entrata in vigore tre anni più tardi, ancora oggi considerato il più efficace strumento di tutela dei diritti. Tale efficacia è garantita dal ruolo assunto dalla Corte europea dei Diritti dell'uomo, istituita nel 1959, al cui giudizio sono ammessi i ricorsi dei singoli cittadini nei confronti degli Stati firmatari della Convenzione. Le sentenze della Corte hanno carattere obbligatorio nei confronti dello Stato giudicato colpevole e possono prevedere risarcimento in favore di cittadini i cui diritti siano stati violati.
Anche se il continente europeo può dunque essere considerato un terreno fertile per l'affermazione e la tutela dei diritti umani, non mancano contesti in cui si evidenzia una differenza tra l'affermazione dei diritti e la loro effettiva tutela.
Ad esempio la sperequazione che in alcuni contesti lavorativi europei le donne subiscono rispetto ai propri colleghi uomini.
Allo stesso modo si considerino i casi in cui non è sembrato sufficientemente tutelato il diritto ad usufruire di una informazione libera, il diritto al lavoro o il diritto d'asilo politico, anch'essi sanciti dalla Dichiarazione Universale. Certamente si tratta di diritti sociali e politici, la cui piena attuazione richiede tempi e risorse economiche maggiori rispetto alla tutela di diritti fondamentali della persona. E' innegabile però che il percorso dei diritti umani nel continente europeo non sia concluso e necessiti di un costante impegno sia in ambito istituzionale a tutti i livelli, sia in ambito civile.
Per quanto concerne il continente nord americano la situazione è assai complessa.
Se infatti da una parte l'affermazione dei diritti fondamentali della persona ed i diritti politici hanno raggiunto livelli di tutela forse superiori rispetto anche alla realtà del continente europeo, diverso è il discorso per la tutela della vita. Resta ancora aperto infatti il dibattito relativo all'abolizione della pena capitale, argomento quasi per nulla scalfito dalla moratoria internazionale sulla pena di morte.
Al sud degli Stati Uniti la situazione è differente. Evidenti gli sforzi ed i risultati raggiunti in alcune realtà dell'America Latina, specie in ambito di diritti sociali ed in particolare nei settori educativo, sanitario e lavorativo. Importante è il lavoro svolto e l'impegno assunto dalla Convenzione americana dei diritti dell'uomo, istituita sul modello di quella europea, ma non ancora altrettanto efficace.
Non è possibile tacere però sulle difficoltà economiche di alcuni contesti che rendono particolarmente complessa la piena ed effettiva attuazione di alcuni diritti umani.
Allo stesso modo grava il fardello del narcotraffico che in alcune aree della regione tiene in continuo stato di guerriglia i territori dove si pratica la produzione di cocaina.
Se però, nei contesti sinteticamente considerati finora la situazione non è ottimale per la effettiva affermazione e la tutela dei diritti umani, altrove la situazione assume caratteri drammatici.
In gran parte del continente africano, dell'Asia e del cosiddetto mondo islamico i diritti umani rappresentano una chimera. Cultura, religione e tradizioni politiche costituiscono ostacoli di difficile superamento per la tutela di tali diritti.
Lungo il percorso che in alcuni paesi si dovrà ancora percorrere su diritti fondamentali della persona, politici e sociali.
Particolarmente preoccupante è la condizione della donna, dei bambini e di tutte quelle categorie che necessitano di una tutela maggiore, come minoranze politiche e culturali.
Il messaggio di Ban Ki-moon e' finalizzato, più che a gratificare gli attori politici e sociali nei paesi in cui i diritti umani si sono gradualmente ma efficacemente affermati, a spronare i cittadini dei paesi che ancora vivono in una condizione di ingiustizia. Questi individui non possono riuscirci da soli. Necessitano della solidarietà e dell'impegno da parte di una società civile transnazionale in grado di rifiutare l'indifferenza, di portare avanti ogni azione intesa ad ottenere un mondo più giusto nella consapevolezza che, indipendentemente da formazione, preparazione e livello di istruzione, ciascuno di noi può essere paladino e difensore dei diritti umani.
Giangrande Fabrizio