Per la prima volta viene dimostrata una correlazione inversa fra assunzione di proteine animali e mortalità negli anziani: InCHIANTI Study.

Guido Donati 16 Giu 2024



Lo studio InCHIANTI nasce nel 1992 dall'idea di due ricercatori, Luigi Ferrucci e Stefania Bandinelli, che ci fosse una correlazione causa effetto fra tipo di dieta e invecchiamento. L'obiettivo principale era quello di esaminare a fondo i fattori che influenzano l'invecchiamento e identificare i determinanti di una longevità sana e attiva.
Uno dei problemi maggiori cui vanno incontro gli anziani è la ridotta capacità di deambulazione che con il passare del tempo determina il decadimento degli altri organi. Comprendere per quale motivo vi sia una progressiva difficoltà nel camminare non è semplice in quanto i motivi sono diversi e complessi.

Tra i principali troviamo:
Problemi al sistema nervoso centrale e periferico importanti per il controllo del movimento e la coordinazione.
Problemi muscolari e scheletrici: debolezza muscolare, artrosi e osteoporosi possono rendere difficile il movimento degli arti e il mantenimento dell'equilibrio.
Problemi sensoriali: vista ridotta o problemi di equilibrio determinano un aumento del rischio di cadute e incidenti.
Malattie croniche: diabete, cardiopatie e malattie polmonari, possono influenzare la capacità di camminare. Fattori psicologici: ansia, depressione e paura di cadere, possono peggiorare le difficoltà di deambulazione.

Lo studio InCHIANTI, che rappresenta un'indagine epidemiologica di riferimento nella ricerca sull'invecchiamento, è stato condotto nella zona del Chianti in Toscana; sono state selezionate 1.453 persone di età compresa fra i 20 e i 102 anni tra le popolazioni di Greve in Chianti e Bagno a Ripoli, utilizzando un metodo di campionamento multistadio. Gli studi di follow-up sono stati supportatidal National Institute on Aging e sono stati pubblicati oltre 1.000 articoli utilizzando i dati InCHIANTI.


Nella ricerca inChianti i ricercatori hanno cercato di capire se anche la dieta potesse influire su questa cascata di eventi negativi ed in particolare se vi fosse un differente risultato legato al diverso
consumo di proteine animali e vegetali.
I partecipanti sono stati sottoposti per oltre 20 anni a regolari visite mediche, valutazioni cognitive, test funzionali, ricerche genetiche e sulle abitudini di vita, con particolare riguardo alle abitudini alimentari.
Le informazioni raccolte hanno permesso di creare un quadro dettagliato dei processi di invecchiamento e dei loro molteplici fattori determinanti, tra cui l'assunzione di proteine. Degli oltre 1.000 articoli che riportano un numero considerevole di dati e di persone coinvolte, ne abbiamo portato uno ad esempio per comprendere alcuni punti fondamentali della ricerca.


Animal Protein Intake Is Inversely Associated With Mortality in Older Adults: The InCHIANTI Study 
In questo caso il campione di popolazione studiata era composto da 1.139 partecipanti (56% donne), con un'età media di 75 anni (± 8 anni) al basale. L’assunzione media di proteine totali era di circa 74 g/giorno e il valore normalizzato in base al peso era di circa 1,1 g/kg di peso corporeo al giorno. Nel complesso, il 63% dell’apporto proteico totale era costituito da proteine animali.
Le fonti di proteine animali erano il 26% per i latticini, il 26% per i prodotti a base di carne lavorata, il 20% per la carne rossa, il 7,7% per pesce e frutti di mare, il 6,3% per il pollo, il 2,7% per
le uova e il resto per altre carni. Le fonti di proteine vegetali erano il 73% per i cereali, l'11,4% per le verdure, il 9,0% per frutta e
noci e il 5,3% per i legumi. Durante i 20 anni di follow-up (media: 12 ± 6 anni), si sono verificati 811 decessi (292 per malattie cardiovascolari e 151 per cause correlate al cancro).
Da questi e dagli altri lavori pubblicati risulta che lo studio InCHIANTI ha portato alla luce per la prima volta un'associazione inversa tra consumo di proteine animali e mortalità per tutte le cause e
in particolare per quelle cardiovascolari negli anziani.
Questo risultato inaspettato contrasta con l'ipotesi iniziale che puntava alle proteine vegetali come fattore protettivo e dimostra un'influenza positiva dell'assunzione di proteine animali sulla forza muscolare, sulla fragilità, sulla sarcopenia e sulle risposte immunitarie negli anziani, fattori associati a un minor rischio di mortalità.
I risultati della ricerca InCHIANTI hanno un impatto significativo sulla nostra comprensione dell'invecchiamento e del ruolo che le proteine hanno nella salute degli anziani. Sfidano le attuali linee-guida dietetiche che spesso enfatizzano il consumo di proteine vegetali rispetto a quelle animali.
Se confermati da ulteriori ricerche, questi dati potrebbero portare a modifiche nelle
raccomandazioni alimentari per questa fascia d'età, promuovendo un approccio più equilibrato e
individualizzato.
È importante ricordare che lo studio ha osservato un'associazione statistica, non una relazione di causa ed effetto. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi sottostanti a questa associazione.
Le implicazioni dello studio InCHIANTI si riferiscono principalmente agli anziani e potrebbero non essere applicabili ad altri gruppi di età.


https://www.nia.nih.gov/inchianti-study


https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?term=inCHIANTI+study


Skeletal Muscle and Mortality Results From the InCHIANTI Study

https://academic.oup.com/biomedgerontology/article/64A/3/377/613555


Animal Protein Intake Is Inversely Associated With Mortality in Older Adults: The InCHIANTI Study

https://academic.oup.com/biomedgerontology/article/77/9/1866/6444397#370835822


Adherence to the Mediterranean diet assessed by a novel dietary biomarker score and mortality inolder adults: the InCHIANTI cohort study
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34814922/


Adherence to the Mediterranean diet assessed by a novel dietary biomarker score and mortality in older adults: the InCHIANTI cohort study
https://bmcmedicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12916-021-02154-7

 

Adherence to a Mediterranean Diet Protects from Cognitive Decline in the Invecchiare in Chianti Study of Aging
https://www.mdpi.com/2072-6643/10/12/2007

 

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