Per l’occasione, viene inaugurata la mostra fotografica Microrganismi straordinari, che rimarrà aperta all’Orto Botanico fino al 31 ottobre. L’esposizione è organizzata dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi e dalla Mycotheca Universitatis Taurinensis (MUT) di UniTo, che rappresenta una delle più importanti banche di biodiversità fungina in Europa, con la collaborazione di European Culture Collections’ Organization (ECCO) e il sostegno della Fondazione CRT, che negli anni ha reso possibile lo sviluppo e la valorizzazione del MUT. La mostra raccoglie 44 foto realizzate presso 27 centri di ricerca europei con sofisticate tecniche di microscopia, che consentono di visualizzare organismi piccolissimi, non visibili a occhio nudo, quindi mai osservati dalla maggior parte della popolazione. Ed è divisa in sei sezioni: virus, batteri e archea, microalghe, lieviti, funghi filamentosi e simbiosi.
I microrganismi si trovano ovunque: nell’aria, nell’acqua dolce e marina, nel suolo. Alcuni possono vivere in condizioni estreme di temperatura e salinità, nei geyser e nei crateri vulcanici, in presenza di alti livelli di radiazioni ionizzanti e persino nello spazio. Ogni essere umano ospita più microrganismi di quante siano le stelle della Via Lattea. Da 2 a 4 kg del nostro peso corporeo è dovuto a loro: il nostro microbioma, che svolge un ruolo fondamentale nel proteggere l’organismo e garantirne l’equilibrio di tutte le funzioni. Nonostante tutto ciò, tendiamo ad associare i microrganismi, o “germi”, a problemi di salute, contaminazione dell’ambiente, biodeterioramento di derrate alimentari e manufatti. Un sentimento ancora più diffuso alla luce della pandemia causata dal coronavirus SARS-CoV-2 che, oltre a provocare un numero enorme di decessi (più di 4 milioni di morti a essa correlati), ha stravolto e sta tuttora condizionando la nostra quotidianità.
La mostra vuole aiutare a superare questo pregiudizio. Foto dopo foto, il visitatore scoprirà un mondo straordinario, che stupisce per il connubio tra bellezza visiva e genialità microbica, sviluppata in miliardi di anni nella lotta per la sopravvivenza. La scienza sta continuando a scoprire nuovi microrganismi e le loro innumerevoli applicazioni. Oggi, la biodiversità microbica è considerata una risorsa preziosa per la scienza e l'industria, con implicazioni per l'economia e la finanza. I microrganismi svolgono un ruolo fondamentale in molte applicazioni biotecnologiche, creando ricadute positive in vari settori. Dall’industria del farmaco a quella alimentare, fino alla gestione sostenibile dell’ambiente con le correlate emergenze climatiche.
Sono svariati i progetti di ricerca sui microrganismi portati avanti dall’Università di Torino (vedi schede di dipartimento allegate alla cartella stampa). Il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) è impegnato, tra i vari progetti, nella ricerca su un farmaco antivirale efficace sul Covid-19 e in Prime (Processi e prodotti innovativi di chimica verde), nonché in Saturno (Scarti organici e anidride carbonica trasformati in carburanti, fertilizzanti e prodotti chimici), un’applicazione concreta dell'economia circolare.
Nel sistema agroforestale, i microrganismi possono essere utilizzati in diversi campi, tra cui la lotta biologica alle malattie delle piante. I batteri e i lieviti della collezione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) sono stati isolati e identificati nell’ambito di progetti internazionali, in collaborazione con aziende partner del territorio piemontese, oltre che con fondi della Regione Piemonte. Da alcuni anni, presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV) sono state realizzate diverse collezioni microbiche che hanno lo scopo di mantenere le caratteristiche originali dei germi conservati. Conservarli è estremamente importante sia da un punto vista medico sia a scopo di ricerca che a livello industriale. Nel Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche (DSSPP) sono rappresentati otto settori scientifici disciplinari tra cui la Microbiologia, che contribuisce allo studio delle malattie infettive con significative ricadute sui sistemi sperimentali patogenetici, immunologici e diagnostici e le implicazioni cliniche connesse.