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Lunedì, 07 Ottobre 2024 12:45

Anche i delfini ridono


I delfini sono giocherelloni e si sa, la scoperta è che quando giocano fra loro ridono pure. Una nuova ricerca, appena pubblicata sulla rivista Cell Press iScience e condotta dall’Università di Pisa, ha dimostrato infatti per la prima volta che questi animali (nome scientifico Tursiops truncatus) usano una particolare espressione facciale a “bocca aperta”, analoga alla risata di altre specie di mammiferi, nelle loro interazioni ludiche.

“Nel corso del nostro studio non solo abbiamo osservato questa espressione facciale, ma abbiamo anche dimostrato che i delfini sono in grado replicarla - spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell'Ateno pisano che ha coordinato il team di ricerca internazionale - infatti quando vedono la “risata” di un loro simile la ricambiano una volta su tre”.

Pubblicato in Scienza generale

 

Un nuovo studio, frutto della collaborazione tra Sapienza Università di Roma e l’Università di Aarhus in Danimarca, ha adottato un approccio innovativo nell’analisi delle basi neurobiologiche delle abilità musicali e ha dimostrato che le differenze individuali dipendono da connessioni più o meno forti tra le regioni frontali e parietali del cervello aventi un ruolo cruciale nella memoria di lavoro

L’attitudine umana alla musica è un fenomeno affascinante e complesso che ha stimolato l’interesse scientifico per decenni. Nel tentativo di analizzare le basi neurobiologiche delle abilità musicali, molti ricercatori hanno focalizzato l’attenzione sulle differenze individuali nella struttura e nella funzione di specifiche aree cerebrali, come le aree uditive per l'analisi dei suoni. Questo approccio, mirato a correlare variazioni in regioni cerebrali isolate con la diversità delle competenze musicali nelle popolazioni umane, ha tuttavia prodotto risultati insoddisfacenti e difficili da replicare.

Un recente studio, frutto della collaborazione fra il Dipartimento di Neuroscienze umane della Sapienza Università di Roma e il Dipartimento di Medicina clinica dell’Università di Aarhus in Danimarca, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha adottato un approccio innovativo. Anziché concentrarsi su singole aree cerebrali, il team ha esaminato l’organizzazione della connettività tra queste regioni, ossia come le diverse parti del cervello comunicano tra loro

Pubblicato in Medicina

 

Il nuovo risultato scientifico raggiunto attraverso l’analisi delle deformazioni del suolo, la modellazione delle sorgenti vulcaniche e le simulazioni petrologiche sull’attività del vulcano dal 2007 al 2023.

Comprendere se l’attività sismica, la deformazione del suolo e l’emissione di gas, fenomeni che dal 2007 sono progressivamente aumentati per il bradisismo in corso nel vulcano Campi Flegrei, coinvolgano il movimento o un accumulo di magma in profondità e, quindi, tracciarne l’evoluzione nel tempo.
Questi gli obiettivi raggiunti da un team internazionale di ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e l’Université de Genève, nell’ambito del progetto “LOVE-CF” finanziato dall’INGV per l’indagine multidisciplinare dei Campi Flegrei.

Pubblicato in Geologia


Uno studio dell’Università di Bologna ha sperimentato un "intervento di biodiversità": per quindici giorni, nel contesto di un campo estivo, dieci bambini residenti in aree urbane hanno interagito per circa dieci ore al giorno con i cavalli di una fattoria didattica. Al termine del periodo trascorso in ambiente rurale, il microbiota dei bambini si è arricchito di batteri promotori dalla salute e metaboliti antinfiammatori.


Metti dieci bambini che vivono in città a interagire liberamente per quindici giorni con i cavalli di una fattoria didattica. Il risultato? Migliora la salute del loro microbioma intestinale, aumenta la diversità microbica, emergono nuove componenti probiotiche antinfiammatorie.

Pubblicato in Medicina

Sulla terrazza del Pincio, a partire dalle 10,30, si alterneranno tantissime attività per celebrare il valore del verde in città: dal plogging al Forest Bathing passando per musica e letture. In oltre 1.700 piazze d’Italia si potranno sostenere i progetti del WWF a tutela della natura in città con una donazione in cambio di una piantina di erica.


Letture e Yoga in natura. Forest Bathing. Plogging, passeggiate con l’esperto, musica e tanto altro. Si concluderà così domenica 29 settembre, a partire dalle 10,30, Urban Nature, la festa con cui il WWF Italia celebra ogni anno la natura in città. L’evento nazionale conclusivo, in concomitanza con tantissime altre iniziative sparse in tutta Italia, si terrà a Roma alla terrazza del Pincio.

Pubblicato in Ambiente
Giovedì, 26 Settembre 2024 13:15

L’IA aiuta a svelare la tecnica di Raffaello


Un team di ricerca del Cnr-Ispc ha messo a punto una nuova metodologia basata sull’Intelligenza Artificiale per esaminare e assemblare in modo rapido e accurato grandi quantità di dati generati dalle tecniche spettroscopiche con raggi X applicate ai dipinti. Il metodo è stato sperimentato su due frammenti della Pala Baronci di Raffaello Sanzio conservati a Napoli, presso il Museo di Capodimonte. Lo studio è pubblicato su ‘Science Advances’
In un recente studio pubblicato su Science Advances, un gruppo di ricercatori dell'Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispc) ha introdotto un metodo innovativo, basato sull'intelligenza artificiale, per l’analisi dei dati spettrali ottenuti tramite la tecnica Macro X-ray Fluorescence (MA-XRF) applicata allo studio delle opere pittoriche. Il nuovo approccio è stato applicato, come caso pilota, ai dati MA-XRF di due frammenti sopravvissuti della Pala Baronci dipinta da Raffaello nel XVI secolo ed esposti al Museo di Capodimonte a Napoli. Negli ultimi anni i progressi tecnologici nelle tecniche di imaging non invasivo applicate allo studio e alla conservazione dei dipinti hanno favorito l'emergere di nuovi metodi computazionali avanzati, in grado di analizzare in modo rapido e accurato le grandi quantità di dati generate nelle singole misure.

Pubblicato in Tecnologia

 

L’asfalto taglierà in due il massiccio del Pratomagno e le sue 2 zone di conservazione speciale della Rete EU Natura 2000?

No grazie! L’ululone e molte altre specie rare rischiano di scomparire, il Pratomagno rischia di perdere la sua unicità.

Link alla petizione

Pubblicato in Ambiente


Pubblicato su Nature Chemistry lo studio che risponde a una delle domande più affascinanti della chimica: quanto tempo impiega un elettrone per dare inizio al trasferimento di carica nelle molecole?
Un team internazionale composto da ricercatori del Politecnico di Milano, del Consiglio Nazionale delle Ricerche con l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn) e l’Istituto di struttura della materia (Cnr-Ism), dell’Universidad Autónoma de Madrid, dell’Universidad Complutense de Madrid e del Sincrotrone di Trieste, ha catturato i primi istanti del trasferimento di carica in una molecola dopo l’interazione con impulsi ad attosecondi.

Pubblicato in Fisica



Un gruppo di ricercatori e ricercatrici del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha identificato un nuovo periodo climatico del nostro pianeta denominato “Ophiuroid Optimum” che va dal 50 al 450 d.C.
Lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports è stato condotto in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Museo Nazionale di Storia Naturale del Lussemburgo. Ricercatori e ricercatrici hanno analizzato una carota di sedimento marino raccolta ad una profondità di 462 m sotto il livello del mare nell’Edisto Inlet, un fiordo nel Mare di Ross occidentale in Antartide. Lo studio della carota ha consentito di ricostruire la storia climatica della Terra negli ultimi 3600 anni evidenziando anche periodi già noti come il caldo medievale, fra il 950 e il 1250 d.C., e la piccola età glaciale, dal 1300 sino al 1850 d.C..

Pubblicato in Ambiente


Grazie all’osservazione di onde elettroencefalografiche simili a quelle del sonno e rilette tramite moderne tecniche di neuroimaging, un gruppo di ricercatori coordinati dall’Università Statale di Milano suggerisce che parte dei deficit funzionali conseguenti al danno cerebrale strutturale sia dovuto al fatto che zone di corteccia cerebrali adiacenti alla lesione, o connesse ad essa, cadano in uno stato simile al sonno, mentre il paziente è sveglio. Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis, finanziato da un bando ERC Synergy Grant, è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione, attraverso la rimodulazione di onde elettroencefalografiche lente.

Pubblicato in Medicina

Medicina

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