Fu, a tutti gli effetti, una macchina da record: simbolo della creatività e dell’ingegno che animava i ricercatori italiani e di un paese nel pieno della crescita economica. Prova ne è il fatto che dal progetto Cep, negli stessi anni, l’Olivetti attinse le risorse per creare l’Elea 9003: il primo calcolatore elettronico per uso commerciale mai introdotto sul mercato mondiale (presentato alla Fiera di Milano nel 1959). La sfida del mercato fu raccolta da Adriano Olivetti, imprenditore visionario capace di investire in un settore allora sconosciuto, e regalò all’Italia un primato assoluto – purtroppo di breve durata – dal punto di vista scientifico, tecnico e commerciale.
I computer di allora erano grandi come stanze: la stessa potenza di calcolo oggi si può trovare in un qualsiasi telefono cellulare. La memoria, che oggi sta in un chip di mezzo centimetro, allora era fatta di interi armadi di anelli di metallo (ferrite) che i tecnici controllavano con il martello. L’idea di fare la calcolatrice elettronica, tra l’altro, è l’ultimo lascito di Enrico Fermi, che ne parlò a più riprese con l’allora rettore dell’università pisana (esistono ancora i carteggi).
Dal progetto Cep sono nati il primo corso di laurea in Informatica d’Italia (Università di Pisa), il primo centro studi sulle calcolatrici elettroniche (Csce) e il più importante centro di calcolo elettronico nazionale (Cnuce): l’eredità di questi ultimi due è confluita nei tre istituti di ricerca del Cnr che operano nell’area della ricerca di Pisa (Istituto di informatica e telematica, Istituto di scienza e tecnologie dell’informaizone, Istituto di linguistica computazionale).
Il Cnr e l’Università di Pisa organizzano due giorni di festeggiamenti (11-12 giugno) in occasione del cinquantesimo anniversario del cosiddetto “punto di mezzo” tra la fine della Macchina ridotta e l’inaugurazione di Gronchi.
Il Cnr ha dedicato un numero monografico del proprio periodico ai cinquant’anni della Cep. Sono disponibili numerose foto (i calcolatori, l’inaugurazione con Gronchi, le lettere di Fermi e Avanzi, alcune pagine di “Epoca” che dedicò un ampio servizio all’Elea, la macchina come si è conservata ai nostri giorni: a colori e in bn) e le interviste ai protagonisti dell’epoca (i progettisti della Cep, Franco Filippazzi ex Olivetti, progettista dell’Elea, i tecnici che lavorarono alla macchina): storie ricche di aneddoti curiosi che riassumono il clima che si respirava allora. Tutto il materiale e i recapiti sono ovviamente a disposizione.
Luca Trombella