L’augurio è che l’accelerazione della decarbonizzazione costituisca sempre più una traiettoria coerente e sistemica, oltre che globale, e venga accompagnata da piani veri e propri da parte del gruppo di viale Regina Margherita .
La notizia della chiusura del Gruppo 2 di Brindisi è sicuramente positiva e per certi versi attesa dal momento che è in corso la procedura di riesame dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per tutto l’impianto a carbone Enel, una procedura che tra le prescrizioni imponeva proprio che sul gruppo BS 2 venissero installati nuovi filtri a manica, in sostituzione dei meno efficienti filtri elettrostatici. Un’operazione costosa che sicuramente non era giustificabile in considerazione del fatto che l’impianto, costituito da 4 unità a carbone da 660 MW, negli ultimi anni sta operando a meno di 1/3 della capacità produttiva, per ragioni di mercato.
Enel a gennaio 2020 aveva chiesto allo Sviluppo economico e a Terna di poter anticipare la chiusura del Gruppo 2 entro il 2021.
Quindi bene che si inizi a vedere formalmente la fine dell’uso del carbone in una città come Brindisi, che tanto ha pagato in termini di impatti ambientali proprio per l’uso del più inquinate dei combustibili fossili. Ma a questo punto è fondamentale che l’azienda, contestualmente alla procedura di riesame AIA, invii come richiesto dal Ministero dell’Ambiente, il piano dettagliato per la dismissione completa dell’uso del carbone da completarsi entro il 2025. Allo stesso tempo il WWF auspica che si rinunci al processo di riconversione a gas che vedrebbe la nascita di un impianto di ben 1680 MW, una potenza assolutamente ingiustificata per un sistema energetico che dovrebbe essere decarbonizzato (cioè ad emissioni di carbonio nulle) e quindi dovrebbe puntare sulla massiccia produzione da fonti rinnovabili, su un adeguamento della rete elettrica e sulla realizzazione di adeguati sistemi di accumulo.