Rispetto dell’ambiente, benessere ed equità sociale sono alla base dell’obiettivo del nuovo report del WWF sul consumo di suolo, di questa nuova proposta che si ripromette di: “Caring for our soil - Avere cura della Natura dei territori”.
“Possiamo prenderci cura del Pianeta trasformandoci da consumatori in risparmiatori, e investendo nel nostro capitale naturale. Le attività umane stanno cambiando radicalmente gli equilibri naturali: il sistema Terra, negli ultimi 300 anni, a partire dalla rivoluzione industriale, è stato sottoposto a trasformazioni superiori a quelle dei precedenti 4,6 miliardi di anni (che sono state causate dalle forze di origine astronomica, geofisica e interna allo stesso sistema). “Avere cura” vuol dire innanzitutto conoscere le componenti ecologiche e la loro importante funzione, essendo consapevoli che c’è bisogno di un forte cambiamento per il futuro: questo nuovo report del WWF vuole essere un strumento utile a disposizione di tutti (studiosi, cittadini, istituzioni) per “avere cura” della Natura dei territori”. Lo dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che conclude: “Nel nostro paese gli habitat ecologicamente intatti sono in costante riduzione, solo l’11% dei fiumi alpini si salva da interventi artificiali e dallo sfruttamento; solo il 30% delle coste è rimasto nel suo stato naturale mentre il 50% risulta compromesso; l'80% delle dune è scomparso. Il suolo, risorsa non rinnovabile e bene comune, svolge funzioni vitali per l’ecosistema, la resilienza dei sistemi naturali, la produzione alimentare, la conservazione delle risorse idriche, lo stoccaggio del carbonio: contenere il consumo di suolo è fondamentale per limitare il rischio idrogeologico, garantire la resilienza dei sistemi naturali e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. È quindi indispensabile stabilire per legge quali siano le soglie da non superare”.
Il nuovo report WWF sul consumo di suolo in Italia
- Un territorio polverizzato - Se oltre alla espansione urbana consideriamo le infrastrutture, scopriamo che la quota di territorio che si può considerare completamente artificializzato nel nostro Paese sale dal 7% al 10% e che aver investito prevalentemente nella realizzazione di strade e autostrade ha favorito la diffusione di una peculiare patologia nazionale: la polverizzazione dell’edificato, a bassa densità, in aree molto vaste (sprinkling), facilitata dallo squilibrio in favore della mobilità su gomma (l’Italia è seconda solo al Lussemburgo nella classifica europea della motorizzazione privata: con 608 veicoli per 1000 abitanti).
- Isole di Natura - Una patologia quella dello sprinkling che, come viene ricordato nel Report WWF, incide sulla rete ecologica e contribuisce alla insularizzazione degli habitat naturali più preziosi del nostro Paese. Nella fascia di 1 km in immediata adiacenza ai Siti di Interesse Comunitari, negli ultimi 50 anni, l’urbanizzazione è salita da 84mila ettari a 300mila ettari, con un incremento medio su scala nazionale del 260%, dilapidando così il nostro capitale naturale.
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