L’effetto di Internet sul capitale sociale

Università di Roma La Sapienza 09 Feb 2022

 

Uno studio internazionale condotto da un ricercatore della Sapienza in collaborazione con le Università di Cardiff, Louvain e Pavia, mostra che la penetrazione della banda larga ha causato una diminuzione dell’impegno e della partecipazione civica e politica, senza però compromettere le relazioni con parenti e amici
Sono numerosi gli studi che documentano che gli indicatori di fiducia, partecipazione civica e interazioni sociali sono in declino in molti paesi almeno a partire dalla seconda metà degli anni 1990.

La pandemia da Coronavirus ha messo ulteriormente a dura prova le relazioni interpersonali. Da due anni il distanziamento sociale ostacola molte forme di partecipazione alla vita pubblica, minando la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale e incrementando una fase di per sé già difficile per il capitale sociale in Europa.

Alcuni autori hanno attribuito il declino iniziale del capitale sociale in Europa all’uso sempre più pervasivo della televisione. Sembra plausibile che l’effetto di Internet, un mezzo di comunicazione più interattivo della televisione e in grado di fornire contenuti on-demand, possa essere stato ancora più forte. Questa possibilità è stata indagata da un team internazionale di ricercatori formato da Fabio Sabatini del Dipartimento di Economia e diritto della Sapienza , Andrea Geraci (Università di Pavia), Mattia Nardotto (KU Leuven) e Tommaso Reggiani (Cardiff University), che si sono chiesti se il tempo speso online possa spiazzare la nostra partecipazione politica e sociale, rendendoci più concentrati su noi stessi e meno disponibili a preoccuparci del benessere della comunità in cui viviamo.

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno combinato informazioni sulla topologia della vecchia rete telefonica del Regno Unito con dati campionari geolocalizzati raccolti annualmente dal 1998 al 2018 dall’Institute for Social and Economic Research, mostrando in che misura l’uso di Internet ad alta velocità ha colpito varie dimensioni del capitale sociale: mentre la partecipazione civica e politica sono più vulnerabili alla pressione dei nuovi media sulle scelte di allocazione del tempo degli utenti, le relazioni con i familiari e gli amici sembrano invece in grado di resistere all’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Public Economics.

L’analisi empirica ha dimostrato in particolare come le attività orientate al bene comune che richiedono un significativo dispendio di tempo, quali il coinvolgimento nelle iniziative delle associazioni volontarie (capitale sociale di tipo bridging) abbiano risentito maggiormente dell’effetto “spiazzamento” della banda larga. L’effetto è statisticamente significativo e di dimensioni rilevanti. Una riduzione di 1,8 km della distanza tra l’abitazione e il nodo della rete telefonica più vicino, corrispondente a un significativo aumento della velocità della connessione, ha causato una diminuzione della probabilità di partecipare ad attività associative del 4,7% tra il 2005 e il 2017. Per le associazioni di volontariato, la probabilità di partecipare si è ridotta del 10,3%. Nel caso dei partiti politici, l’accesso alla banda larga ha causato una riduzione della probabilità di partecipazione del 19%.

L’effetto spiazzamento non ha intaccato invece le relazioni con i familiari e gli amici (forma di capitale sociale di tipo bonding) basate sui legami già esistenti, che tendono a rafforzare l’attenzione degli individui su obiettivi particolaristici.

“È un risultato poco confortante che, con la dovuta cautela, potrebbe fornire una chiave di interpretazione di fenomeni sociali recenti come il crescente distacco del pubblico dalla politica” - commenta Fabio Sabatini. “Tuttavia, l’evidenza empirica osservata nel Regno Unito non è necessariamente valida ovunque: l’impatto economico e sociale della penetrazione della banda larga potrebbero variare in base allo stock iniziale di capitale sociale, al contesto istituzionale e all’uso che gli utenti fanno della rete veloce”.

 

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