È noto che i superfluidi come l'elio liquido ruotano senza inerzia perché le loro particelle sono delocalizzate lungo tutto il sistema, per cui intuitivamente non si può seguire il moto delle singole particelle. Ma cosa sarebbe successo al supersolido, stato dalla doppia natura?”. I ricercatori hanno usato una tecnica simile al pendolo di torsione dell’elio, con il gas che ruotava avanti e indietro come se fosse attaccato a una molla. Dalla frequenza di oscillazione, si può dedurre se l'inerzia è grande, come in un solido, o molto piccola, come in un superfluido. “Abbiamo scoperto – afferma Carlo Gabbanini del Cnr-Ino - che la frequenza di oscillazione è piccola, il che implica che anche l'inerzia del supersolido è piccola, quasi uguale a quella dei superfluidi standard, sebbene il supersolido abbia una struttura solida molto chiara”.
“Questa osservazione – commenta Giovanni Modugno, docente di Fisica della materia presso il Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Firenze e coordinatore della ricerca - dimostra la coesistenza nel supersolido della superfluidità e di una struttura solida, una svolta concettuale nella fisica della materia. Sebbene il supersolido sia piccolo e viva in condizioni estreme di temperatura e pressione – quindi non può essere portato fuori dal laboratorio senza distruggerlo – rappresenta un terreno di prova molto importante per idee su materiali innovativi.
I fenomeni che stiamo riscontrando nel supersolido hanno un’analogia fortissima con i superconduttori. La speranza è che un giorno, avendo compreso tutte le proprietà di base del supersolido, sia possibile progettarle su altri tipi di superfluidi e superconduttori che possano vivere anche fuori dal laboratorio”. Importanti le prospettive di sviluppo. “Gli eccellenti risultati ottenuti da questa importante linea di ricerca mostrano come gli atomi ultrafreddi possano fare da base per la simulazione di altri dispositivi quantistici. Il Cnr sta investendo su questo aspetto, creando a Firenze e Pisa una infrastruttura nazionale per la realizzazione di coprocessori quantistici che verranno presto messi a disposizione anche del settore produttivo”, conclude Francesco Saverio Cataliotti, direttore del Cnr-Ino.