Mentre Nestlé ha deciso di mettere totalmente al bando tali pratiche, vietandone l’uso per le materie prime dei proprio prodotti per animali, Mars ha invece deciso di sospenderle fino a quando i suoi fornitori non avranno preso misure adeguate per garantire che tali pratiche non siano associate a problemi di pesca illegale e violazione dei diritti dei lavoratori. Negli ultimi anni numerose inchieste giornalistiche - condotte, tra gli altri, da Guardian, Associated Press e New York Times - hanno dimostrato come le filiere ittiche, e in particolare quelle del cibo per animali, siano drammaticamente "contaminate" da situazioni di lavoro forzato, traffici umani e altri abusi di cui sono vittime coloro che lavorano a bordo dei pescherecci che riforniscono i nostri mercati. Tra le aziende implicate, oltre a colossi come Mars e Nestlè, c’è anche Thai Union, il più grande produttore di tonno al mondo, presente in Italia con il marchio Mareblu, e fornitore di molti supermercati e aziende con prodotti ittici.
Solo un anno fa lanciavamo la sfida a Mars. E, grazie alle migliaia di richieste di chi ama gli animali e il mare, questa azienda aveva deciso di sviluppare un preciso piano di azione per affrontare i problemi emersi lungo le proprie filiere. Oggi, insieme a Nestlè, si propone come leader per cambiare l’intero settore, lottando contro una pratica così pericolosa. Cosa aspettano gli altri colossi dell’industri ittica a seguire questi esempi? Da mesi chiediamo a Thai Union di impegnarsi con forza per garantire che i propri prodotti provengano da una pesca sostenibile e priva di abusi. È ora che anche questo gigante della pesca mondiale bandisca da tutte le proprie produzioni pratiche pericolose come i trasbordi in alto mare, guidando l’intero settore verso pratiche più sostenibili.
Ogni ombra di violazione dei diritti umani, pesca illegale o distruttiva nei prodotti che tutti i giorni diamo ai nostri animali, o mettiamo nel nostro piatto, è inaccettabile. Stiamo distruggendo i nostri mari, e la vita di chi da essi dipende. Dobbiamo iniziare a consumare meno, evitare i prodotti che vengono da una pesca ingiusta e distruttiva, e scegliere con attenzione cosa mettiamo nel nostro carrello della spesa.