Una cellula riprogrammata apre la strada al recupero motorio per chi ha lesioni spinali
Parte la sperimentazione sui pazienti di Hemera, spin-off dell’Università di Verona e della Statale di Milano che ha l’obiettivo di riprogrammare le cellule e creare una terapia utile a riparare le lesioni spinali. Partita la campagna di fundraising per finanziare la ricerca, che ha già raccolto oltre un milione di euro.
Una cellula riprogrammata con istruzioni precise: favorire la rigenerazione del tessuto nervoso, per creare una terapia utile a riparare le lesioni spinali. Un progetto di medicina rigenerativa e alta ricerca tutto italiano, che coinvolge due atenei e un Centro di Ricerca clinica e scientifica d’avanguardia. Questi gli obiettivi di Hemera, spin-off delle Università degli Studi di Verona e della Statale di Milano, in collaborazione con ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Clinico Humanitas.
Bioinvasioni del Mediterraneo: 42 specie aliene trovate nei porti di Livorno, Bastia e Olbia
Lo studio dell’Università di Pisa pubblicato sul Marine Pollution Bulletin
Quarantadue specie aliene, con popolazioni anche numericamente consistenti, sono state ritrovate nei porti di Livorno, Bastia e Olbia, si tratta soprattutto di crostacei, vermi policheti, molluschi e altri invertebrati. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Marine Pollution Bulletin che per la prima volta ha anche valutato quali delle zone interne alle aree portuali siano più soggette alle bioinvasioni.
“Le bioinvasioni rappresentano ad oggi una delle principali problematiche ecologiche che interessano gli ecosistemi marini, specialmente nel Mediterraneo – spiega Alberto Castelli, professore ordinario del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano - lo studio degli ambienti portuali riveste quindi un particolare interesse proprio perché si tratta di aree particolarmente suscettibili alle bioinvasioni dove le specie aliene, volontariamente o accidentalmente introdotte dall’uomo, costituiscono un rischio per la biodiversità locale”.
Scoperto a Rodi lo scheletro fossile dell’antenato della Pseudorca
La ricerca condotta dai paleontologi dell’Università di Pisa e del New York Institute of Technology ha fatto luce anche sull’origine dell’Orca, un altro superpredatore dei mari attuali.
Quando è che i cetacei hanno cominciato a nutrirsi di altri mammiferi marini? Probabilmente in tempi molto recenti, almeno così sembra dal ritrovamento in Grecia di uno straordinario delfino fossile, simile e imparentato con l’attuale pseudorca (Pseudorca crassidens). Questo fossile è stato, infatti, ritrovato insieme al suo ultimo pasto, rappresentato da resti di pesci. La conferma arriva anche dallo studio di un reperto scoperto in Toscana oltre un secolo fa, parente stretto dell’attuale orca (Orcinus orca).
La pseudorca e l’orca sono gli unici cetacei attuali che si nutrono di altri mammiferi marini. Le pseudorche catturano spesso altri delfini, mentre le orche predano non solo foche e piccoli cetacei ma anche balenottere lunghe più di 10 metri.