LO STUDIO DI REVISIONE
Il lavoro di analisi sistematica della letteratura scientifica sulla ‘osteomielite ematogena acuta non complicata’ è durato circa 2 anni ed è stato coordinato dal Bambino Gesù, il Centro che oggi gestisce la più ampia casistica nazionale (circa 80 bambini all’anno). Lo studio, il primo in Italia e uno dei pochi al mondo di così ampia portata, ha preso in esame oltre 4.500 articoli scientifici. La revisione è statacurata da un gruppo di 40 specialisti, pediatri e ortopedici, di diverse strutture ospedaliere e Università italiane con il supporto di tre Società Scientifiche (SIP - Società Italiana di Pediatria, SITIP - Società Italiana di Malattie Infettive Pediatriche e SITOP - Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia Pediatrica).
UNA GUIDA PER I PEDIATRI
Il risultato dello studio è una guida per i pediatri: indicazioni chiare e condivise per gestire l’infezione intervenendo in tempi rapidi con esami diagnostici mirati e terapie appropriate. Le tabelle incluse nello studio, infatti, elencano i batteri più comuni in Italia (i patogeni responsabili della malattia variano da Paese a Paese), descrivono il grado di efficacia (penetrazione ossea) degli antibiotici, indicano i farmaci facilmente reperibili, di costo contenuto e semplici da usare più appropriati per fascia d’età, i tempi e le modalità di somministrazione (orale, endovenosa). Il lavoro contiene anche raccomandazioni specifiche per la terapia empirica a cui si ricorre in attesa di conoscere il batterio responsabile dell’infezione e che rappresenta una fase cruciale del processo di cura.
«Il lavoro degli esperti di tutta Italia – sottolinea il dott. Andrzej Krzysztofiak, pediatra di Malattie Infettive e Immunoinfettivologia del Bambino Gesù, primo autore dello studio – finalmente mette ordine nella varietà di indicazioni sulla cura dell’osteomielite batterica, una malattia con tante forme, complessa da riconoscere e da trattare. Il fattore tempo invece è molto importante per evitare ai bambini ricoveri ripetuti e soprattutto complicazioni invalidanti. Oggi esistono poche linee guida internazionali, peraltro non adeguate alla realtà epidemiologica italiana. Con il nostro studio abbiamo voluto dare ai pediatri e agli ortopedici un indirizzo comune per affrontare efficacemente questa infezione insidiosa».