Il tasso di suicidio annuo a livello mondiale è pari a circa 11 persone ogni 100.000 abitanti (fonte OMS), costituendo l’1,5 % di tutte le cause di morte e la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Numerosi studi scientifici documentano che l’incidenza del suicidio e la prevalenza dei comportamenti suicidari è aumentata sia in alcuni paesi europei che in USA, soprattutto tra gli adolescenti. Tale aumento sembra essere correlato a una generale tendenza all’aumento dei disturbi dell’umore in età evolutiva nei Paesi ad alto reddito. La correlazione tra disturbi dell’umore e rischio suicidario è ampiamente riconosciuta nella popolazioneadulta e recenti studi confermano una significativa correlazione tra la presenza di una depressione grave e il tentativo di suicidio tra i 12 e i 26 anni di età. L’identificazione precoce con diagnosi accurate e il trattamento integrato della depressione è un intervento preventivo di primaria importanza per ridurre il rischio di suicidio in età evolutiva.
I dati raccolti al Bambino Gesù tra il 2011 e il 2018 segnalano un aumento di 20 volte del numero delle consulenze effettuate in urgenza da specialisti neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza (NPIA) per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani di età compresa tra i 10 e i 18 anni. Le misure restrittive durante la pandemia COVID, di grande impatto su giovani e giovanissimi, hanno portato a un ulteriore aumento delle richieste di aiuto per l’autolesionismo e il comportamento suicidario. Al Bambino Gesù il numero delle consulenze specialistiche per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio è quasi raddoppiato. Più nel dettaglio, nel mese di aprile 2020 il 61% delle consulenze neuropsichiatriche ha riguardato fenomeni di ideazione suicidaria e tentativi di suicidio (rispetto al 36% dell’aprile 2019). A gennaio 2021, durante la seconda ondata pandemica, il 63% delle consulenze è stato effettuato per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio (rispetto al 39% del gennaio 2020), con un conseguente aumento delle ospedalizzazioni per le stesse problematiche che sono passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. I comportamenti autolesivi (soprattutto lesioni da taglio) sono stati rilevati nel 52% dei ricoveri di gennaio 2021, in aumento rispetto al 29% dell’anno precedente.
La gestione clinica post-dimissione dei pazienti ricoverati per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio risulta spesso complessa, caratterizzata da stati critici intermittenti che portano a nuovi accessi al Pronto Soccorso e spesso a ricoveri ripetuti. Tale fenomeno denominato “revolving door” sovraccarica i servizi ospedalieri dedicati all’urgenza e aumenta il rischio di cronicizzazione dei disturbi psichiatrici ad esordio in età evolutiva. È in questo contesto di sovraccarico dei servizi d’urgenza, dei reparti di Neuropsichiatria e di smarrimento delle famiglie di pazienti ad alto rischio dopo le dimissioni, che la struttura di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza per l’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva.
Il servizio è stato attivato in collaborazione con varie ASL della Regione Lazio, in particolare con la collaborazione dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile della ASL Roma 1, ASL Roma 5 e della ASL di Viterbo. Le apposite convenzioni con le ASL permetteranno un graduale passaggio della presa in carico del paziente critico dal Centro di alta assistenza ospedaliero ai Servizi di Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale territoriali garantendo una continuità terapeutica tramite confronti clinici e collaborazione continua con le figure di riferimento «Il Servizio per la gestione dell’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva si offre come centro di riferimento con lo scopo di prendere in carico rapidamente i bambini e gli adolescenti che giungono al Pronto Soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio o comportamento autolesivo, avviando quanto prima un inquadramento diagnostico ed un trattamento integrato farmacologico per il paziente e psicoterapeutico per l’intero nucleo familiare» sottolinea il prof. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù. «Questo modello di presa in carico permette uno stretto monitoraggio dei ragazzi e delle loro famiglie nella fase acuta per ridurre il rischio di ripetuti comportamenti autolesivi, difficoltà gestionali per le famiglie e sovraccarico dei servizi ospedalieri dedicati all’urgenza». Il Servizio del Bambino Gesù è integrato da una linea telefonica 06.6859.2265 per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24.