Per questa tipologia di pazienti, a Niguarda, per la prima volta in Italia, è stato utilizzato un innovativo device, simile ad una mini-turbina che viene posizionata a livello cardiaco tramite l’utilizzo di un catetere, per dare così il supporto necessario a un “cuore troppo debole” per procedere con un simultaneo intervento di angioplastica.
L’intervento, avvenuto nelle sale dell’emodinamica, è stato gestito con l’utilizzo di Impella CP SmartAssist , un sistema munito di fibre ottiche per un monitoraggio molto preciso dei segnali pressori.
Fabrizio Oliva, Direttore della Cardiologia 1- Emodinamica, Unità di Cure Intensive Cardiologiche puntualizza:"Fino ad oggi la tipologia di pazienti CHIP (higher-risk and clinically indicated patients), ovvero una categoria di persone ad alto rischio per comorbidità, disfunzione ventricolare sinistra e severa coronaropatia, non poteva essere trattata per l'elevato rischio di mortalità periprocedurale. Oggi il trattamento è possibile grazie al miglioramento delle tecniche e dei device come il sistema di supporto temporaneo al circolo Impella, una pompa microassiale intracardiaca che supporta il ventricolo sinistro, che si può posizionare facilmente per via percutanea attraverso un accesso femorale di pochi millimetri. La pompa miniaturizzata permette permette di ottenere una gittata fino a 4.3L/min”.
In questo caso è stata posizionata la mini-turbina a livello cardiaco come supporto al circolo, quindi si è proceduto con l’angioplastica per riaprire le coronarie. Ultimata l’angioplastica il sistema di assistenza meccanica è stato mantenuto in sede per 24 ore e, quando le condizioni del paziente sono state ritenute stabili, si è proceduto con la sua rimozione.
Jacopo Oreglia, Responsabile della Emodinamica e Cardiologia Interventistica sottolinea: “Il sistema Impella CP SmartAssist, munito di fibre ottiche, per un monitoraggio altissima precisione dei parametri emodinamici ha facilitato la gestione del caso sia in fase di posizionamento del device, sia durante la fase operatoria, sia nel periodo post-intervento”.
A Niguarda l’intervento ha visto collaborare un’équipe multidisciplinare formata dagli specialisti dell’Emodinamica, dell’Unità Cure Intensiva Cardiologiche e della Cardiologia 2, reparto dove sono seguiti i pazienti per le diverse forme di insufficienza cardiaca. L’intervento ha richiesto inoltre il lavoro coordinato degli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 3, infermieri e tecnici di radiologia.