Ipotiroidismo e ipertiroidismo: quali sono le differenze?
“Nell’ipotiroidismo, le cui manifestazioni cliniche riflettono principalmente gli aspetti legati alla carenza di ormoni tiroidei con conseguente rallentamento generalizzato dei processi metabolici, si evidenziano sintomi come astenia, facile faticabilità, sonnolenza, intolleranza al freddo, stipsi, aumento di peso, bradicardia, difficoltà alla concentrazione, depressione, ispessimento della cute, rigonfiamento del volto, macroglossia e voce rauca (mixedema).
Nell’ipertiroidismo, i sintomi più frequenti sono nervosismo, cardiopalmo, sudorazione, intolleranza al caldo, stanchezza muscolare, diarrea e dimagrimento nonostante l’appetito aumentato, a cui possono associarsi sintomi oculari come bruciore, fotofobia ed esoftalmo (Morbo di Basedow). Inoltre, un eccesso di ormoni tiroidei circolanti determina una aumentata fragilità ossea con un rischio doppio di fratture d’anca e vertebrali rispetto ai soggetti con valori normali”.
Quali sono gli esami consigliati per una corretta diagnosi?
“Con poche eccezioni, le malattie tiroidee sono solitamente ben curabili. Una visita endocrinologica associata ad indagini strumentali quali l’ecocolordoppler tiroideo e a un prelievo di sangue per la determinazione dei livelli di ormoni tiroidei rappresentano le indagini di prima istanza nella valutazione della funzionalità tiroidea e consentono al medico, nella quasi totalità dei casi, di porre una immediata diagnosi di patologia tiroidea e di intervenire con una idonea e tempestiva terapia”.
Che problematiche può far emergere nell’uomo una disfunzione della tiroide?
“La minor frequenza della patologia nodulare tiroidea riscontrata negli uomini non deve portare a trascurare questo aspetto. Recenti studi hanno dimostrato che un nodulo tiroideo riscontrato in un paziente maschio ha più probabilità di essere un tumore maligno e che in una sottopopolazione di soggetti in sovrappeso si evidenzia nel tempo un rischio maggiore di aumento di dimensioni del nodulo tiroideo ed inoltre.
Non ultimo e trascurabile risulta il fatto che le disfunzioni tiroidee determinano effetti sulla funzione sessuale e riproduttiva maschile, con pesanti ripercussioni sulla vita di coppia. La severità dei sintomi è correlata con il grado di disfunzione tiroidea. Studi pre-clinici dimostrano che gli ormoni tiroidei possono concorrere alla regolazione della funzione sessuale attraverso tre meccanismi: controllo della secrezione di testosterone, controllo periferico sulla muscolatura liscia dei corpi cavernosi e controllo periferico sulla muscolatura liscia delle vescichette seminali.
Nell’ipotiroidismo si possono riscontrare bassi livelli di testosterone libero con riduzione della libido, disfunzione erettile ed maggiore frequenza di eiaculazione ritardata, mentre l’ipertiroidismo comporta con frequenza maggiore disfunzione erettile e si associa a un’aumentata incidenza di eiaculazione precoce. Nella pratica clinica, le disfunzioni tiroidee hanno un modesto impatto sulla fertilità maschile influenzando la qualità dello sperma attraverso una riduzione transitoria del numero e della motilità spermatica. Il ripristino di una condizione di eutiroidismo è in grado corregge i diversi aspetti della sessualità”.