Fu dopo le missioni Apollo che portarono dodici uomini sulla superficie della Luna, che la Nasa decise di abbandonare le capsule “a perdere” e di dotarsi di un sistema di trasporto spaziale interamente riutilizzabile. Al termine dei voli Apollo, infatti, del complesso costituito dal gigantesco razzo Saturno e dai moduli per la missione lunare (per un totale di oltre tremila tonnellate al decollo), ritornava a Terra solo una capsula bruciacchiata dall'attrito del rientro e umida per il tuffo finale dell'ammaraggio. In pratica dell'enorme costo dell'hardware di ogni missione non si recuperava assolutamente nulla.
L'obiettivo fissato per il “traghetto spaziale” era di abbassare drasticamente i costi dell'esplorazione dello spazio; Nasa e Usaf volevano scendere dagli 11.000-12.000 dollari (degli anni '70) per ogni chilogrammo inviato in orbita con razzi come l'Apollo a cifre oscillanti fra 110-120 dollari, con una riduzione cioè di cento volte. Due gravi incidenti e la mancanza dello sviluppo un successore dello shuttle hanno però convinto la NASA a ritornare ai razzi degli anni '60. Il libro riporta anche i risultati ufficiali delle commissioni d'inchiesta sulle due tragedie dello shuttle. Le cause, la ricostruzione degli ultimi minuti di vita dell'equipaggio, il dibattito - e le polemiche - sulla navetta spaziale e sul suo futuro, e quello sulla NASA. Le procedure di emergenza, i segreti (ma anche le curiosità) sulla vita a bordo. Con tanti disegni, schemi, tabelle e fotografie. Insomma un viaggio nella vita nello spazio che l’uomo ha compiuto dalla conquista della Luna in poi. Un periodo affascinante non certo destinato a finire con la fine dello shuttle.
Autore: Francesco Rea