Come Netflix, un negozio virtuale dove prendere in affitto i film, senza vincoli di tempo e di quantità, senza modifiche di costo, e con il coinvolgimento degli utenti che diventano al contempo spettatori e recensori. You Tube: i cui ideatori con lungimiranza hanno compreso che lo scopo del video in rete, non è la conoscenza, ma il divertimento unito al desiderio di condividere con molti le esperienze personali. La condivisione è anche alla base di Wikipedia enciclopedia che, abolendo il concetto di elite culturale, permette chiunque a scrivere, modificare o cancellare una qualsiasi voce. Tutte queste innovazioni hanno in comune il fatto di sfruttare Internet e il social networking che da esso deriva. Ed è proprio sul social networking che Antinucci invita a fermare l’attenzione pensando al futuro. Il social networking investe ormai numerosi settori, dando vita alla cosiddetta filosofia dell’ ‘uno come te’ che elimina qualsiasi tipo di intermediazione, determinando a volte effetti devastanti. Implementata dalla rete, ‘come luogo aperto’, ‘democratico’, questa filosofia potrebbe infatti estendersi in numerosi settori della vita sociale. “Abolizione di giornali e riviste? E perché non dei libri? E se toccasse alla medicina? Se si votasse, da uno a cinque stelle, su medicine e terapia?” si chiede l’autore. E su questo scenario da scongiurare si apre anche la questione della nostra privacy minacciata sempre più dal social networking che potrebbe ridurre la dimensione del nostro vivere a quella di un piccolo villaggio dove tutti sanno ciò che fa l’altro. Con il rischio non solo di tornare ad uno stato di arretratezza culturale, ma anche di soccombere alla forza di persuasori e adulatori. “Rendere accessibile a chiunque tutto ciò che è scritto, parlato, ritratto, filmato”, conclude Antinucci, “decretare la validità delle conoscenze con un voto di maggioranza, scegliere le cure in base alla popolarità, ritornare alla condizione arcaica del villaggio, dove i comportamenti di ognuno erano sotto gli occhi di tutti. Questo è il futuro che ci annunciano Google, Wikipedia, YouTube, Facebook & Co”.
Francesco Antinucci è Direttore di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR. Si occupa di linguaggio, apprendimento, percezione e comunicazione, sopratutto in relazione alle nuove tecnologie digitali. Ha svolto parte della sua attività di ricerca negli Stati Uniti, al Dipartimento di Psicologia dell’Università di California a Berkeley, alla School of Information della stessa università e al Palo Alto Research Center (PARC) della Xerox. Ha lavorato con le nuove tecnologie fin dal loro inizio sviluppando numerose applicazioni multimediali e di realtà virtuale. Per i nostri tipi è autore di: Computer per un figlio. Giocare, apprendere, creare (20012); La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere (20032); Musei virtuali (2007); Comunicare nel museo (20096).
Sandra Fiore