Da allora tutte le regioni della terra sono state cartografate con un lungo lavoro svolto, principalmente, dai servizi geologi delle varie nazioni. Ma ora l’uomo si è affacciato anche su altri corpi del Sistema solare con gli strumenti delle missioni spaziali. Per gli altri pianeti del nostro sistema solare possiamo quindi contare finora solo su le immagini inviateci dai satelliti o sui dati inviati strumenti robotici operanti sulla superficie, ed è ancora lontano nel futuro, se si esclude la Luna, il momento in cui ci saranno scienziati all’opera sulla loro superficie. Questo è vero in particolare per Marte, il pianeta forse più interessante per l’uomo del nostro SS. E’ un pianeta a vederlo ben più piccolo della Terra ma l’area della sua superficie è uguale alla soma delle aree dei continenti terrestri. Marte ha avuto una storia geologica complessa che ne ha determinato il presente aspetto con le valli più profonde e i vulcani più alti tra tutti gli altri pianeti, enormi deserti e letti di fiumi e laghi disseccati. Nell’ultimo decennio Marte è diventato il pianeta più studiato ed oggi si hanno dati sufficienti per produrre mappe geologiche di alta qualità. Arrivare a produrre una mappa, anche di una limitata regione, tuttavia è un processo complesso che necessità non solo di buone immagini e di dati spettroscopici ed altimetrici ma, soprarutto, di una specifica esperienza in geologia planetaria. e della conoscenza degli standard grafici adottati a livello mondiale per le carte geologiche.
Questo insieme di fattori sono ora presenti in Italia e, con un accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Società Geologica Italiana, è stata prodotta la prima di una serie di mappe planetarie individuate con il nome di ASI Planetary Maps. Questo accordo ha un significato che va oltre la cooperazione scientifica ma è in se l’esempio di come il nuovo, rappresentato dall’ASI con i dati prodotti dalle missioni spaziali e nata da solo 20 anni, si possa fondere con la esperienza necessaria per produrre le mappe geologiche rappresentata dalla SGI che con i suoi oltre 125 anni dalla fondazione è una delle società geologiche più antiche del mondo,
Questa serie di carte ha una notevole rilevanza a livello mondiale in quanto è la prima del genere prodotta al di fuori degli Stati Uniti. Infatti lo United States Geological Survey , in collaborazione con la NASA ed utilizzando i dati delle missioni americane, è stato fino ad ora l’unica organizzazione in grado di produrre mappe geologiche planetarie . Con la ASI Planetary Map n.1, dedicata all’Ares Vallis, una zona di Marte di alto interesse scientifico dominata da una lunga valle di scorrimento fluviale che termina nella depressione di Aram Chaos, sono stati invece utilizzai sopratutto i dati prodotti dalla missione europea Mars Express. Questi dati hanno consentito di raggiungere un valore scientifico particolarmente elevato ed innovativo., un risultato conseguito con l’utilizzo delle immagini trididensionali ad alta risoluzione fornite dalla High Resolution Stereo Camera di Mars Express ma elaborate con strumenti software sviluppati in Italia e fuse con i dati altimetri e spettroscopici derivati da altri strumenti. Si è potuto così raggiungere un livello di risoluzione spaziale quasi simile a quello raggiunto con le carte geologiche realizzate per la Terra. A fianco dell’ASI e della SGI ha operato l’International Research School for Planatary Sciences che ha effettuato l’attività scientifica di analisi dei dati e la preparazione della mappa. La comunità scientifica europea ha immediatamente reagito in modo positivo con proposte per la cartografia di altre aree di forte interesse per gli scienziati occupati ad studiare il pianeta rosso. Ma anche oltre oceano si sta guardando con attenzione a questa iniziativa e c’è da parte dei più autorevoli geologi planetari americani una richiesta di collaborazione in vista delle prossime missioni con rover sempre più sofisticati ed in preparazione dell’arrivo dell’uomo su Marte.
Enrico Flamini