Secondo “inquilino” del Sistema Solare in ordine di distanza dalla stella madre, Venere, pianeta associato alla divinità classica dell’eros, è considerato il gemello della Terra per via della somiglianza quanto a dimensioni e massa. Il mondo roccioso dell’amore tuttavia presenta caratteristiche molto diverse dal nostro pianeta: ha un periodo orbitale più breve – 224,7 giorni terrestri – e marcia in senso opposto. Inoltre presenta una densa atmosfera che intrappola il calore e lo rende il corpo più caldo del Sistema Solare con un effetto serra devastante: sulla superficie le temperature sono sufficienti a fondere il piombo (327, 46 gradi centigradi). Allo stato attuale dunque è un pianeta inadatto ad accogliere forme di vita ma forse un tempo non era così. Obiettivo di Venera D sarà studiare il clima del nostro gemello bollente per individuare i meccanismi che hanno originato l’effetto serra, valutando la possibilità che in un’epoca lontana le temperature fossero più miti e che l’acqua scorresse allo stato liquido in superficie. La comprensione dei processi in atto su pianeti come Venere o Marte darà una mano agli scienziati ad ottenere un quadro più completo di come i mondi simili al nostro si siano evoluti, offrendo una finestra dettagliata sul passato (e perché no, sul futuro) della Terra. La missione Venera D è pensata per essere composta da un orbiter, in volo per 3 anni almeno intorno al suo obiettivo, e da un lander progettato per sopravvivere al clima alieno per una manciata di ore. Il gruppo NASA – IKI è inoltre al lavoro per verificare se sia possibile realizzare anche un veicolo rilasciato dal lander e alimentato ad energia solare che plani l’atmosfera per rubarne i segreti… per tre mesi almeno.