Le indagini che hanno portato alla scoperta e alla caratterizzazione delle proprietà di queste tre stelle variabili sono state molto lunghe e laboriose. Gli astronomi hanno infatti analizzato una grande quantità di immagini della zona centrale della Via Lattea realizzate nell’arco di ben otto anni, tra il 2001 e il 2008, dalla camera SIRIUS per osservazioni nel vicino infrarosso del telescopio Infrared Survey Facility presso il South African Astronomical Observatory. Grazie ad esse, i ricercatori hanno misurato con estrema precisione il periodo con cui la luminosità di queste stelle varia ciclicamente. Da questo valore è stato poi possibile ricavare con grande accuratezza la loro distanza - per tutte e tre meno di 100 anni luce dal centro della Galassia che ospita un buco nero supermassiccio - ed anche le loro proprietà evolutive, e in particolare la loro età.
Ed è proprio quest’ultimo aspetto a suggerire interessanti implicazioni sulla storia recente del nucleo centrale della nostra Galassia. “Diversi modelli teorici che spiegano la formazione ed evoluzione del centro e della barra della Galassia suggeriscono che il tasso di formazione stellare in prossimità del buco nero supermassiccio possa essere o costante nel tempo o avere un andamento irregolare” prosegue Bono. “Le stime precedenti non consentivano di poter discriminare questi modelli perché erano poco accurate. La nuova stima del tasso di formazione stellare basato sulle Cefeidi è molto più accurata e indica che il processo di formazione stellare nei pressi del centro della Galassia ha avuto un picco circa 25 milioni di fa e che questa super produzione di nuove stelle è stata preceduta da un lungo periodo di quiescenza. Questo scenario è dunque in ottimo accordo con l’ipotesi che la formazione stellare è stata irregolare nelle epoche passate”.
INAF