La discussione si concentra su due delle quattro prove generalmente accettate della vita antica: stromatoliti e microfossili. Nonostante la scarsità di materiale geologico archeano, con circa il 90% dei depositi pre-cambriani dispersi a causa del riciclo geologico, il testo evidenzia che alcune sequenze sedimentarie arcaiche, soprattutto nel Pilbara Craton in Australia e nella Cintura di Greenstone di Barberton in Sudafrica, offrono una preziosa finestra sul passato remoto.
La definizione di stromatoliti archeane è uno dei punti centrali della discussione, con il Dr. Schopf sottolineando la sfida di differenziare tra strutture biogeniche e abiotiche. La mancanza di fossili microscopici nelle stromatoliti archeane rende difficile dimostrarne la biogenicità, ma nuove scoperte indicano che queste strutture sono più abbondanti e diverse di quanto precedentemente apprezzato. Il testo esamina anche la ricerca di microfossili archeani, che ha stabilito criteri rigorosi per accettare gli oggetti simili a microfossili del Precambriano come autentici. Nonostante le sfide, emergono prove convincenti della presenza di vita durante l'Archeano, puntualizzando l'importanza della documentazione delle stromatoliti e dei microfossili per comprendere meglio la biologia e l'ambiente terrestre in questo periodo cruciale della storia della Terra.
In conclusione, l'analisi dettagliata del Dr. Schopf offre uno sguardo approfondito alle evidenze fossilifere dell'Archeano, sottolineando l'importanza di nuove scoperte e progressi tecnologici per comprenderemeglio la vita in questo remoto periodo della storia terrestre. La ricerca continua su stromatoliti e microfossili archeani è fondamentale per ottenere una visione più completa della biologia e dell'ambiente archeano, aprendo nuovi orizzonti nella nostra comprensione dell'evoluzione della vita sulla Terra. n.a. Da segnalare: alcuni conglomerati lavorati dal vento e dall'acqua del deserto di Ouarzazate classificati erroneamente come fossili di stromatoliti del Paleozoico (vedi fig. )